martedì 8 agosto 2017

Esame di abilitazione Assistente Sociale


                    Dott. Mario Montella


Ø  Superare l'esame di stato per riuscire ad ottenere l'abilitazione in ambito
sociale non è semplice, ma con noi si può!!

Attraverso una metodologia di studio accurata, preparazione dei docenti e applicazione al corso tesa al raggiungimento dell'obiettivo, tutto questo grazie al team-work, punto di forza della nostra associazione.

Propositi ed evoluzione del corso:


-L'assistente sociale: profilo professionale e codice deontologico
-Legislazione sociale: sistema integrato dei servizi sociali e interventi socio-assistenziali, sistema di finanziamento, interventi socio-assistenziali
-La tutela sociale del lavoro nell'ordinamento italiano, psicologia del lavoro, mediazione tra domanda e offerta di lavoro, interventi di politica attiva del lavoro, interventi a sostegno del reddito, assicurazioni sociali, assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro e malattie professionali
-Vigilanza in materia di legislazione sociale
-Servizi ed interventi socio-sanitari
-Nozioni di diritto costituzionale
-Nozioni di diritto amministrativo, ordinamento degli enti locali e pubblico impiego
-Nozioni di diritto civile e di diritto penale
-Metodi e tecniche del servizio sociale
-Servizio sociale, organizzazione dei servizi e ruolo dell'assistente sociale nelle istituzioni
-Ruolo di assistente sociale specialista
-Come funziona l'esame di stato
-Quesiti a risposta multipla/aperta
-Esempi di elaborati e progetti di intervento


CONSULENZA TESI DI LAUREA – PREPARAZIONE ESAMI UNIVERSITARI – TUTORAGGIO STUDIO PER CONCORSI, TEST D’INGRESSO E ABILITAZIONE ASSISTENTE SOCIALE
E-mail: associazioneeducazioneformazione@yahoo.it
Facebook: Associazione “Educazione e Formazione”
Instagram: educazioneformazione



martedì 1 agosto 2017

Formadores caminantes: mi nueva aventura en Barcelona

Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Reservar un vuelo de ida no es facil, pero algunas veces hay que hacer deciciones valientes si queremos mejorar, si queremos crecer. Después de sólo dos años de actividad nuestra Associación “Educazione e Formazione” (Sede: Portici –NA) es bastante conocida a nivel nacional, entonces he decidido de seguir un curso de postgrado en Barcelona y de ofrecer algunos de nostros servicios también en el extranjero. Es una apuesta dificil pero vale la pena intentarlo ya que los cotejos hasta a ahora han sido más que positivos, pero no es sólo por esto que he prendido esta decisión. Soy una fuerte defensora de la formación continua y fueron años que busqué la posibilidad de formarme en otro País, para hacer una nueva experiencia, para enriquecer mi curriculum, para ampliar mis conocimientos, para estudiar en una Universidad a la vanguardia.
El perfeccionamento profesional demasiado a menudo es infravalorado, pero si no se sigue estudiando y investigndo, se sigue utilizar metodologías y técnicas que se ponen superadas, y esto no sólo en ámbito didáctico y pedagógico, también médico, psicológico, estético, judicial, culinario… podría continuar al infinito.
La formación continua debería ser el fulcro central de cada realidad laboral, porque los verdaderos recursos de una empresa o una organización son las personas y lo he probado sobre mi piel. Si nuestra associación está creciendo, quiero dar la gracias a las personas que trabajan dentro de ella. Tengo que agradecer todos los  socios que se didican alma y cuerpo para difundir la cultura de la formación continua y para dar apoyo a los necesidados.
Reservar un vuelo de ida no es facil, pero a lo mejor reservaré de ello otro para volver, porque he dejado un trozo de corazón que quiero retomarme.
Hasta luego!

LECCIONES DE ITALIANO CON PROFESORA MADRELINGUA
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Formatori erranti: la mia nuova avventura a Barcellona

Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Prenotare un volo di sola andata non è facile, ma a volte bisogna fare scelte coraggiose se si vuole migliorare, se si vuole crescere. Dopo solo due anni di attività la nostra Associazione “Educazione e Formazione” (Sede: Portici –NA) è abbastanza conosciuta a livello nazionale, quindi ho deciso di seguire un corso di specializzazione a Barcellona e di offrire alcuni dei nostri servizi anche all’estero. È una scommessa difficile ma vale la pena tentare visto che i riscontri fino ad ora sono stati più che positivi, ma non è solo per questo che ho preso questa decisione. Sono una forte sostenitrice della formazione continua ed erano anni che cercavo la possibilità di formarmi in un altro Paese, per fare una nuova esperienza, per arricchire il mio curriculum, per ampliare le mie conoscenze, per studiare in un’Università all’avanguardia.
L’aggiornamento professionale troppo spesso viene sottovalutato, ma se non si continua a studiare e ricercare si continua ad utilizzare metodologie e tecniche che poi diventano superate, e questo non solo in ambito didattico e pedagogico, ma anche medico, psicologico, estetico, giudiziario, culinario…si potrebbe continuare all’infinito.
La formazione continua dovrebbe essere il fulcro centrale di ogni realtà lavorativa poiché le vere risorse di un’azienda o di un’organizzazione sono le persone e l’ho provato sulla mia pelle. Se la nostra associazione sta crescendo è grazie alle persone che collaborano all’interno di essa affinchè ciò sia possibile. Devo ringraziare tutti i soci che si dedicano anima e corpo per diffondere la cultura della formazione continua e per dare supporto a chi ne ha bisogno.
Prenotare un volo di sola andata non è facile, ma magari ne prenoterò un altro per tornare, perché ho lasciato un pezzo di cuore che voglio riprendermi.
Hasta luego!

CONSULENZA TESI DI LAUREA – PREPARAZIONE ESAMI UNIVERSITARI – TUTORAGGIO STUDIO PER CONCORSI, TEST D’INGRESSO E ABILITAZIONE ASSISTENTE SOCIALE
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venerdì 7 luglio 2017

Cercasi docenti e formatori per la sede di Portici (NA)

Dott.ssa Maddalena Di Rosa
L'Associazione "Educazione e Formazione" ricerca docenti e formatori laureati in:
Scienze dell'Educazione
Scienze della Formazione Primaria
Scienze del servizio sociale
Scienze e tecniche psicologiche
Scienze Pedagogiche
Scienze della Comunicazione
Sociologia
Filosofia
Antropologia
Psicologia

inviare curriculum a: associazioneeducazioneformazione@yahoo.it
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/


giovedì 6 luglio 2017

Quali esami integrativi scegliere per il concorso scuola 2018?

Dott.ssa Mosca Veronica
Il decreto legislativo n. 59/2017, attuativo della legge n. 107/2015, ha modificato il sistema di formazione e reclutamento del personale docente nella scuola secondaria di I e II grado.
  • i settori scientifico-disciplinari all’interno dei  quali sono acquisiti i 24 CFU/CFA;
  • gli obiettivi formativi;
  • in che modo  conseguire i  crediti in forma extra-curricolare o curricolare per chi ancora non avesse conseguito la laurea.


Secondo questo decreto, per diventare docenti nella scuola secondaria, è necessario seguire il seguente iter: laurea; concorso; percorso FIT, superato il quale si accede al ruolo.
Per la partecipazione al concorso, oltre alla laurea, è previsto un altro requisito come si evince: all’articolo 5 del decreto:
24 crediti formativi universitari  o  accademici,  di  seguito denominati CFU/CFA, acquisiti  in  forma  curricolare,  aggiuntiva  o extra curricolare nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e  nelle metodologie e tecnologie didattiche, garantendo comunque il  possesso di almeno sei crediti in ciascuno di almeno tre dei seguenti  quattro ambiti  disciplinari:  pedagogia,  pedagogia  speciale  e   didattica dell’inclusione; psicologia; antropologia; metodologie e  tecnologie didattiche. ”.
Attenzione! Il Miur però ancora non ha stabilito i codici dei Settori Scientifico Disciplinari ( SSD) a cui si dovrà fare riferimento per la scelta degli esami.
Il Miur emanerà a breve un decreto che stabilirà:


Gli ambiti tra cui necessariamente si dovrà scegliere sono i seguenti:
·        pedagogia, 
·        pedagogia  speciale  e   didattica dell’inclusione;
·        psicologia;
·        antropologia;
·        metodologie e  tecnologie didattiche
Di seguito proponiamo il link per scaricare il decreto legislativo 59/2017
http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario;jsessionid=HPNxX+UfRtIHlqjm--K2+A__.ntc-as4-guri2a?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2017-05-16&atto.codiceRedazionale=17G00067&elenco30giorni=false
L’associazione “Educazione e Formazione” con sede a Portici (NA) tra i vari servizi formativi già attivi da due anni si è messa in moto per offrire servizi di consulenza e tutoraggio riguardo il concorso scuola 2018. Quali esami scegliere? Quale Università? Come strutturare lo studio di materie che non si sono mai studiate? Un team di esperti nella formazione continua è a disposizione di tutti i professionisti, laureati e futuri docenti che necessitano del 24 crediti formativi in ambito pedagogico (pedagogia, didattica, sociologia, antropologia, ecc.). formatori esperti e dinamici sono pronti per servizi di consulenza e percorsi di tutoraggio sul territorio napoletano. Per maggiori informazioni contattare in privato.

RECAPITI
Cell: 3314632971

martedì 4 luglio 2017

Concorso Scuola 2018

Dott.ssa Laura Loffredo
Dopo mesi in cui  si è continuato incessantemente a parlare di riforma della “buona scuola”, in quest’ultimo semestre il grande tormentone sembra essere diventato il “concorso del 2018” per l’immissione in ruolo nella scuola secondaria.
Volendo tralasciare tanto la sfera politica, quanto quella più specificatamente legata ai sindacati, in quanto ente di formazione no- profit, ci interessa sottolineare l’importanza  che riveste la stessa soprattutto nell’ambito dell’istituzione scolastica in quanto ente preposto alla formazione delle generazioni future.
Il Miur, con decreto legislativo n.59/2017, sancisce di fatto l’abolizione del TFA quale iter per il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento, introducendo il FIT, previo superamento di un concorso. Quest’ultimo prevede come requisiti d’accesso la laurea magistrale, la certificazione B2 per la lingua straniera, nonché un attestato sul possesso di conoscenze informatiche. Il concorso è, dunque, aperto a tutti i docenti, abilitati e non i quali, successivamente saranno chiamati a sostenere il FIT, ovvero il diploma di specializzazione per l’insegnamento, con durata triennale, di cui due anni di tirocinio, retribuiti con una remunerazione pari ad 1/3 degli emolumenti attualmente spettanti a un docente neoassunto o a un supplente annuale.
L’aspetto maggiormente polemizzato è stato  l’introduzione dell’obbligatorietà del possesso di 24 crediti formativi nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche, garantendo comunque il possesso di sei crediti in almeno tre di quattro ambiti disciplinari, ovvero pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione; psicologia; antropologia; metodologie e tecnologie didattiche.
Per quanto possa sembrare paradossale che un laureato sia obbligato a conseguire i crediti formativi in oggetto, noi siamo fermamente convinti della loro utilità, poiché rappresentano le fondamenta di qualsivoglia attività formativa: tecniche d’insegnamento, di gestione d’aula, capacità di progettazione, organizzazione, implementazione e monitoraggio dei processi di apprendimento sono da considerarsi i cardini di una formazione di qualità, costruita sul discente e per il discente considerato nella sua totalità.
Per certi versi, benchè con modalità differenti, sembra essere ritornati indietro di più di vent’anni, quando per l’immissione in ruolo era sufficiente sostenere il concorso a cattedra, composto dal classico tema d’italiano ed una prova orale. Cambiano dunque, sostanzialmente le prove concorsuali: tre prove di cui due scritte e una orale. Delle prove scritte la prima verte su una disciplina specifica afferente alla classe di concorso per cui si concorre e la seconda sui sopra citati crediti formativi in discipline pedagogiche e didattiche.
Fare formazione ed essere soggetti in continua formazione significa garantire un servizio di elevata qualità, volto alla promozione della persona, della cultura, della cittadinanza, del tessuto sociale e quindi crescita del Paese.
In merito alla questione concorso scuola 2018 la nostra associazione, con sede a Portici (NA) offre servizi di tutoraggio studio riguardo i 24 crediti formativi nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche (e non solo...).
Di seguito i contatti dell’associazione per ottenere maggiori informazioni.
cell: 331 463 2971
Facebook: Asociazione “Educazione e Formazione”
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/

lunedì 29 maggio 2017

L'importanza di avere (almeno) un hobby


Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Perchè è importante avere un hobby, un passatempo, una passione?  Perchè la necessità di educare alle passioni?
Spesso il bisogno di avere del tempo libero da impiegare in maniera costruttiva viene sottovalutato, lo si ritiene un qualcosa di faticoso o troppo impegnativo. Ci sono hobbies di varia natura: sportivi, culturali, artistici, rilassanti, ludici...
Cosa succede quando non si ha un hobby? Una persona che ha del tempo libero come lo occupa? Solitamente guardando la TV o stando sui social, per le attività di "natura ordinaria"; per l’attività di natura "straordinaria" si esce la sera, si va in discoteca, si beve. In entrambi i casi si vanno a costruire relazioni superficiali, si instaurano amicizie non importanti e si cercano prevalentemente partner occasionali con cui condividere una relazione non sentimentale ma solo legata al sesso. Perché succede questo? La questione di non avere un riferimento solido nella propria vita fa si che la persona che non ha un hobby tende a non formare la propria identità, a non crescere, cerca di scappare da  qualsiasi tipo di relazione o situazione importante perché il dolore di una perdita sarebbe insopportabile. 
Questo discorso vale per qualsiasi tipo di hobby, dal costruire un semplice puzzle alla forte dedizione per una disciplina artistica, poiché alla base c'è una paura inconscia verso un qualsiasi tipo di impegno e il conseguente fallimento. 
L'abitudine a non impegnarsi a costruire qualcosa e la circostanza di vivere col peso di non poter fare affidamento su niente e su nessuno spinge buona parte delle persone a percorrere la strada più semplice, a prendere la soluzione che sembra migliore: "non mi impegno così se non riesco non ci resto male".
I padroni della nostra vita siamo noi stessi. Siamo noi a decidere se crogiolarci perennemente nel dolore e vivere una vita piatta e priva di emozioni sane che si cerca di compensare con eccessi di insano divertimento o lavorare per vivere una vita felice.
Il problema è che per riuscire in una qualsiasi impresa ci vuole costanza e allenamento, che sia un esame universitario, un'attività sportiva, una relazione o gratificazioni lavorative. Per imparare ciò che sappiamo fare oggi abbiamo sbagliato milioni di volte, sin dalla prima infanzia: camminare, parlare, leggere, scrivere, e così via. Per imparare abbiamo dovuto sbagliare, inevitabilmente. D'altro canto ci sono cose che abbiamo sbagliato e non abbiamo mai imparato; come si fa dunque a distinguere quali attività possiamo assimilare e quali no? Quali sono gli hobbies che ci appartengono? Quali sono le relazioni su cui possiamo contare? Sembra banale ma si riassume tutto in una sola parola: provandoci!
Educatori, pedagogisti, genitori, insegnati, figure professionali legate all'ambito formativo, dovrebbero tutti porre maggiore attenzione alla necessità di sviluppare e coltivare passioni, non solo in ambito didattico e formale, anche se alla base deve esserci la volontà del diretto interessato a voler cambiare attivamente le proprie abitudini.
Io ci ho messo quasi trent'anni per capire qual è la mia valvola di sfogo, ciò che mi salva dalle situazioni di crisi: la danza e il mio gruppo. È molto più di un hobby. È passione. È famiglia. È impegno. È crescita, non solo artistica ma soprattutto personale. È allenamento alla vita.


domenica 28 maggio 2017

CONCORSO IMPARA, SCATTA E VINCI...metti a fuoco il tuo studio

Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Invia un messaggio privato alla pagina con scritto CONCORSO e in allegato una foto o un selfie con la tua postazione di studio. Le foto verranno pubblicate sulla pagina. La foto che riceve più like entro il 30 Giugno alle ore 17.00 vince un seminario di formazione a scelta tra quelli proposti dall'Associazione (con sede a Portici - NA) con rilascio di attestato di partecipazione.
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/?pnref=story

lunedì 6 marzo 2017

Perché non tutti riescono a vedere la mia unicità?

Dott.ssa Di Rosa Maddalena
Siamo tutti uguali o siamo tutti unici?
Si scrivono e si leggono sempre le solite cose, le solite frasi fatte: sono diverso, sono unico, non troverai mai nessuno come me, gli uomini sono tutti uguali, le donne sono tutte uguali, i giovani d’oggi non hanno valori, i miei sono all’antica.
E ancora con commenti come “che mancanza di originalità”…
·         in vacanza vanno tutti sempre ai soliti posti…Ibiza, Formentera, Mykonos, Gallipoli, Amsterdam […]
·         vestite tutti allo stesso modo
·         vi tingete tutte i capelli di rosso
·         vi tingete tutte i capelli di biondo
·         vi tingete tutte i capelli blu
·         vi tingete tutte i capelli rosa
·         vi tingete tutte i capelli verdi
·         ascoltate tutti musica commerciale
·         state sempre a farvi selfie e a pubblicarli sui social
·         voi uomini pensate solo al sesso e al calcio
·         voi donne pensate solo a sposarvi ed avere figli
·         andate in discoteca tutti i sabati
·         non fate mai nulla di divertente
·         stasera si beve
·         che noia stare con la stessa persona per tanti anni
·         è una ragazza facile
·         tutti a fare i DJ
·         tutti a fare i PR
·         avete tutti gli stessi hobby
·         siete tutti falsi
·         amo il mio fidanzato
·         amo la mia fidanzata
·         adoro i miei amici
·         vi fate tutti gli stessi tatuaggi
·         non hai tatuaggi sei uno sfigato
·         mai una gioia
La lista potrebbe non avere mai fine.
Tornando dunque alla domanda: “Siamo tutti uguali o siamo tutti unici?” si potrebbe dire che in effetti siamo entrambe le cose. Siamo tutti uguali nel senso che siamo esseri umani che godono degli stessi diritti, almeno in teoria,  e dovremmo rispettare valori, idee e modi di fare diversi dai propri; siamo accomunati da un determinato contesto sociale e culturale ed è ovvio che ciò influisca sui nostri gusti e sui nostri modi di fare.
I sentimenti, le emozioni, i desideri, gli istinti non hanno sesso:  le donne e gli uomini provano, amore, odio, gelosia, risentimento, istinti sessuali, paura allo stesso modo.
Allo stesso tempo però siamo unici, perché la combinazione dei gusti, delle esperienze, dei modi di fare di una persona è qualcosa di unico che mai si ripeterà in un altro essere umano. Se siamo tutti unici perché non tutti riconoscono la nostra unicità? E perché riusciamo a vedere come uniche tutte le persone a cui siamo legati? Tendiamo ad innamorarci o ad avere come amici sia persone che ci somigliano sia persone a volte molto diverse da noi. Il motivo per cui siamo attratti da una persona nel senso più profondo del termine è un qualcosa di irrazionale; magari ci piace l’idea che ci siamo fatti di una persona, il suo modo di essere, il suo modo di fare, forse c’è una cosa in particolare che ci ha colpito, forse più cose, forse la semplicità. Spesso non sappiamo spiegarlo perché ci piacciono e vogliamo bene a determinate persone e ad altre no.
La nostra unicità risiede nella percezione e nell’idea che una persona ha di noi… è questo che ci rende speciali.
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domenica 5 febbraio 2017

Incontri di idee e compleanno dell'associazione (2 anni di attività)

Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Un mix di creatività, voglia di fare e nuovi progetti.
In partenza tanti incontri tematici, momenti di relax e divertimento solo per voi: continuate a seguirci!




domenica 12 giugno 2016

La comunità per tossicodipendenti e il ruolo degli educatori

Dott.ssa Francesca Andreoli 
La comunità per tossicodipendenti si è contraddistinta per il riconoscimento e il rispetto della dignità umana e la possibilità di un intervento sul soggetto tossicomane al fine di sviluppare le potenzialità latenti di ciascun soggetto tossicomane. L’educazione in queste comunità, pur se incentrata molto a livello terapeutico, ha lasciato comunque spazio al sistema pedagogico, riconoscendo il ruolo fondamentale degli educatori, alla stessa stregua delle comunità per minori o per anziani, in cui la pedagogia sociale ha piena dignità di sistema educativo per le forti implicazioni educative che la caratterizzano.
Tra le comunità di tossicodipendenti riconosciute e accreditate dall’asl troviamo i “serT”: Servizi per le Tossicodipendenze, dedicati alla cura, alla prevenzione ed alla riabilitazione delle persone che mostrano dipendenza da sostanze psicoattive come droghe e alcool o comportamenti compulsivi come il gioco d'azzardo patologico.
I servizi offerti non sono a pagamento e tra questi vi sono sicuramente interventi di informazione, prevenzione, riduzione della dipendenza patologica, nonchè sostegno psicologico e orientamento sia dei pazienti che dei loro congiunti.
Nei SerT operano professionisti qualificati e specializzati nella dipendenza come medici, infermieri, educatore professionale, assistenti sanitari, assistenti sociali, psicologi e personale OTA (Operatore Tecnico per l'Assistenza). Questa equipe si approccia al paziente secondo precisi schemi terapeutici finalizzati al recupero del paziente attraverso diversi step. Nel primo step, ad esempio, si accerta lo stato di salute psicofisica del soggetto, definendo successivamente programmi terapeutici individuali da realizzare direttamente o in convenzione con strutture di recupero sociale, valutando periodicamente l'andamento e i risultati del trattamento e dei programmi di intervento sui singoli tossicodipendenti in riferimento agli aspetti di carattere clinico, psicologico e sociale.
Poiché negli ultimi anni, l’attenzione che si riserva a quest’ultimo aspetto è in forte ascesa, si considera fondamentale il lavoro svolto da educatori e psicologi, in particolare la loro attività, che ha come fine l’inserimento dell’ormai ex tossicodipendente nelle ordinarie attività, è fondamentale per un piano di recupero completo. In questi casi la pedagogia viene applicata sotto forma di gioco, durante il quale i pazienti, con l’aiuto di uno o più educatori, esprimono le loro emozioni, sensazioni e dubbi. Tra questi “giochi” vi è per esempio quello chiamato “io-bambino”, ossia un percorso formativo che aiuta ad esternare la capacità di fidarsi incondizionatamente dell’altro e a rispettare le reazioni del compagno, così come fanno i bambini, che sono liberi da schemi convenzionali e capaci di relazionarsi all’altro senza giudicare, ma solo giocando. In questo modo, il soggetto si sentirà più libero di esprimersi, proprio grazie all’ambiente familiare che gli educatori sono in grado di realizzare, e a prevenire eventuali reazioni nervose che sfociano inevitabilmente in uno sfogo tossico, essendo questi soggetti certamente fragili emotivamente.
Si denota, quindi, l’urgenza di preservare la specificità pedagogica di questa particolare realtà educativa sottolineandone gli elementi che fanno della comunità per tossicodipendenti un contesto educativo, più che sanitario, in cui la persona in stato di dipendenza può ritrovare se stessa e progettare la sua esistenza.
Un percorso pedagogico, infatti, quello della comunità per tossicodipendenti, che attraverso la rivalutazione della sfera personale, la costruzione di una solida identità, il recupero e il riconoscimento della propria esistenza e la valorizzazione delle intrinseche potenzialità appartenenti a ciascuno, conduce la persona tossicodipendente ad abbandonare il deserto del passato per apprendere a costruire un rinnovato progetto esistenziale.
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/




lunedì 28 dicembre 2015

Lettera ai Napoletani di tutto il mondo

Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Cari Napoletani di tutto il mondo,

è tanto facile dire “amo Napoli”, “Napoli è la città più bella del mondo”, “Vedi Napoli e poi muori”…le solite frasi fatte. Ma l’amore per la propria città, come l’amore per qualcuno, va dimostrato. È inutile dire tutte queste belle parole se poi si compiono brutte azioni più o meno gravi; non parlo solo di omicidio, spaccio di droga e così via, parlo anche di cose un po’ “meno gravi”, come, ad esempio, dire di guadagnare onestamente con un hobby come l’arbitraggio del calcio a cinque ma in realtà si guadagna vendendo assicurazioni auto false o rivendendo su internet  telefoni cellulari costosissimi rubati durante un viaggio ad Amsterdam regalato dalla fidanzata. L’amore per Napoli va dimostrato. Va dimostrato vivendo onestamente, non gettando i rifiuti in strada, portando alto il nome di Napoli e dei Napoletani in tutta l’Italia e in tutto il mondo. È tanto facile parlare di patriottismo sulla base di quanto tifiamo per la nostra squadra di calcio del cuore. Non basta dire “Napoli è la città più bella del mondo”, non basta urlare in coro “Insigne facci sognare”, non basta condividere di continuo sui social network immagini del meraviglioso panorama della nostra città. Tutto questo non basta. Non basta dire di amarla, bisogna rispettarla. Difendiamo la nostra città, la nostra cultura, le nostre tradizioni, il nostro popolo. Sono i Napoletani a rappresentare Napoli nel mondo. Apriamo gli occhi e il cuore e cominciamo a dimostrare l’amore per la nostra città, in tutte le sue forme, in ogni modo, ogni giorno, per sempre.
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/

giovedì 12 febbraio 2015

Associazione “Educazione e Formazione” e il lavoro nel sociale

Dott.ssa Maddalena Di Rosa
L’associazione “Educazione e Formazione” nasce a Portici (NA) il 4 Febbraio 2015 con l’intento di diffondere la cultura della solidarietà. Le attività che offre al fine di contribuire al miglioramento della società sono: seminari, corsi di formazione, stage, consulenza tesi di laurea, consulenza pedagogica, consulenza psicologica, attività laboratoriali. Il ricavato di queste attività verrà utilizzato per le spese dell’associazione stessa. È possibile inoltre anche associarsi. Ecco i principali vantaggi e le modalità di iscrizione.
Vantaggi di iscriversi all’associazione culturale “Educazione e Formazione”
·        *  Sconti su corsi di formazione, stage, seminari;
·        *  Corsi gratuiti una tantum per gli associati;
·       *   Iscrizione alla newsletter;
·         * Aggiornamento offerte lavorative in ambito educativo e formativo (in base alla provincia di    provenienza);
·       * Consulenza su qualsiasi tipo di problematiche inerenti al lavoro o al percorso formativo;
·         * Possibilità di presentare progetti sociali presso la nostra associazione, dal momento che quelli    presentati come privati cittadini non vengono presi in considerazione dal Comune o dalla Regione.  Se il progetto, presentato tramite associazione, viene approvato, e quindi finanziato, sarà il  progettista a coordinarlo e dirigerlo, avendo quindi la possibilità di guadagnare una percentuale sul  lavoro svolto e di inserire un’importante esperienza nel curriculum vitae;
·       *  Assistenza anche a distanza per qualsiasi problema di natura sociale;
·        *  Formazione a distanza e invio materiale formativo;
·        * Certificazione su pergamena intestata all’associato.

Requisiti
Possono diventare soci dell’Associazione “Educazione e Formazione” tutti i diplomandi/diplomati al liceo socio-psicopedagogico (e affini), laureandi/laureati in Scienze della Formazione (scienze dell’educazione, scienze del servizio sociale, ecc.), educatori, pedagogisti, formatori, psicologi.

Quota associativa
La quota associativa è di 20€ l’anno che parte dal 1 Gennaio al 31 Dicembre. L’associazione non è a scopo di lucro, dunque la quota associativa, e tutte le altre entrate, contribuiscono alle spese dell’associazione e alla realizzazione di progetti sociali. Una volta recepita l'iscrizione il socio riceverà la attestazione riportante il numero di iscrizione, da riportare sulla corrispondenza con i client insieme alla dichiarazione di essere un professionista operante ai sensi della L.4/2013 iscritto all'Associazione culturale “Educazione e Formazione”.

Come richiedere l’iscrizione
Per richiedere l’iscrizione basta inviare una mail all’indirizzo di posta elettronica: associazioneeducazioneformazione@yahoo.it  per ottenere gli estremi del bonifico del valore di Euro 20.
Per ulteriori informazioni riguardo l’associazione e le sue attività contattare la Presidente dell’associazione Di Rosa Maddalena all’indirizzo mail associazioneeducazioneformazione@yahoo.it oppure telefonare  al numero 331 46 32 971 dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 18.00.

Pagina dell'Associazione:


lunedì 2 febbraio 2015

L’alternativa agli ordini professionali

Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Negli ultimi anni nel panorama lavorativo italiano si è compresa l’importanza di trovare una valida alternativa alle professioni che non sono tutelate da un albo professionale. È da questa esigenza che è nata la legge n. 4 del 14 Gennaio 2013. Questa legge “disciplina le professioni non organizzate in Ordini o Collegi” (art. 1). Si adegua alla Direttiva Europea in materia di concorrenza e libertà di circolazione in  Europa (art. 1) della formazione, del lavoro professionale, dei servizi alla popolazione.
L’accesso alle professioni avviene secondo due vie distinte:
·        *  Ordini o Collegi professionali;
·         * Associazioni professionali e Professionisti certificati

Per le professioni educative e formative si apre anche nel nostro Paese la possibilità e l’opportunità della regolamentazione nazionale ed europea all’interno della “seconda via” stabilita dalla L. 4/2013.
Secondo la via tradizionale ad una professione corrisponde un solo Ordine professionale. Con la seconda via ad una professione possono corrispondere diverse associazioni. Un educatore, ad esempio, può essere iscritto a diverse associazioni. Ovviamente il professionista non è obbligato ad iscriversi a delle associazioni, però la seconda via è consigliabile dal momento che, non essendoci un Ordine che tutela determinate figure professionali,  l’iscrizione ad una associazione comporta vantaggi, supporto e
consulenza sotto diversi aspetti.
Obbligo della ricerca delle Scienze dell’educazione e della Pedagogia in quanto scienza complessa è: approfondire i fondamenti scientifici di ordine teorico e metodologico della specificità professionale di educatore e pedagogista; ricercare sul campo le buone pratiche di cambiamento educativo del processo formativo per e con gli educatori e pedagogisti professionisti; ricercare e sperimentare modelli strategici di sistemi, organizzazioni, professionalità di qualità e innovazione del cambiamento educativo.
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/



mercoledì 21 gennaio 2015

Sportello antiviolenza: un'esperienza pluriennale

Dott.ssa Alessia Dulbecco
La mia esperienza professionale comincia nel 2010. Dopo la laurea in Scienze Pedagogiche, conseguita a Genova, decido di far ritorno ad Imperia, mia città di origine. Qui svolgo un tirocinio presso il Centro Provinciale Antiviolenza, aperto da poco meno di un anno. Lavorare in questo settore è sempre stato il mio desiderio: avevo già fatto una breve esperienza (tramite un tirocinio formativo durante il periodo universitario, presso il Centro d'accoglienza per non subire violenza, a Genova) e ad Imperia decido che il tema della violenza di genere, del sessismo e degli stereotipi di genere, dei diritti e delle pari opportunità diventerà il mio principale interesse professionale. Nel 2011 vinco il concorso per svolgere, come libera professionista, la professione di educatrice a supporto delle attività del centro antiviolenza. Nel corso dei quattro anni di attività mi sono occupata sia di fare prima accoglienza alle vittime sia di realizzare progetti educativi e di sensibilizzazione per le scuole medie e superiori. Parallelamente all'impegno professionale decido di riprendere gli studi e mi iscrivo ad un Master in Counselling, secondo la prospettiva Analitico Transazionale. Il percorso di studi ha migliorato le mie competenze per svolgere meglio l'attività di sostegno alle vittime. Nel'incontro di accoglienza, infatti, si aiuta la donna a focalizzare il problema che l'ha spinta a chiedere aiuto, a riflettere sui comportamenti agiti e subiti e soprattutto, a fare chiarezza attorno al suo vissuto di violenza aiutandola a nominare (e, quindi comprendere) i fatti accaduti. Le competenze che il master mi ha fornito mi ha aiutato a svolgere questo incarico in maniera migliore. Parallelamente ho iniziato a realizzare progetti educativi per le scuole medie e superiori sul tema dell'educazione al rispetto e al contrasto degli stereotipi di genere. Le attività svolte con le scuole medie mi hanno permesso di collaborare con Anna Littardi, una collega professionale e preparatissima. Il lavoro in squadra è stato fondamentale: progettare, incontrare i docenti, lavorare con gli studenti è stato possibile solo grazie ad un efficace lavoro d'equipe. Parallelamente alla collaborazione col Centro Antiviolenza ho portato avanti altre attività: ho lavorato come formatrice in un ente di formazione - con giovani in condizione di disagio sociale e scolastico - e ho svolto attività di docente in materia di pari opportunità in molti corsi formativi e di aggiornamento professionale. Nel 2013 ho vinto un concorso come esperta in tematiche di genere presso il Comune della mia città: ho realizzato un progetto di prevenzione agli stereotipi di genere in un nido di infanzia, con bambini tra i 24 e i 36 mesi. Il progetto - che è stato pubblicato sul sito di Anci, tra le buone pratiche promosse dai comuni - era finalizzato alla prevenzione degli stereotipi e si articolava in due fasi: una di osservazione delle modalità di gioco dei bambini (all'interno di situazioni strutturate) e una di restituzione ai genitori. Questa seconda fase ha permesso ai genitori di confrontarsi sul tema, chiarendo dubbi e perplessità e ha favorito una nuova consapevolezza sia rispetto agli stereotipi sia rispetto alle implicazioni che essi hanno sulle pari opportunità uomo-donna. Ho lavorato, inoltre, come educatrice in una comunità di accoglienza per giovani donne - con disagio sociale - e i loro bimbi. Qui mi sono occupata sia di gestire le relazioni tra i nuclei familiari e monitorare l'educazione e la formazione dei bambin* ospiti. Alla fine del 2014 ho deciso di trasferirmi in Toscana: attualmente collaboro con Isos - lgbti empowerment & gender inclusion - nella realizzazione di interventi formativi su tematiche lgbt, pari opportunità, educazione al rispetto delle differenze. Amo molto il mio lavoro anche se mi piacerebbe che la figura del Pedagogista potesse conquistare una dignità (che nei secoli ha avuto ma che ora pare perduta) e una sua ragione d'essere. Per quanto sia felice di aver svolto tutti miei incarichi professionali sotto la qualifica di "educatrice" vorrei poter essere chiamata pedagogista e definirmi tale senza creare imbarazzo tra gli interlocutori che non hanno assolutamente chiaro di cosa si occupi questa figura professionale. Credo che questo cambiamento debba partire anzitutto dai professionisti ed è per questo che ho voluto trasferirmi a Firenze: il confronto coi colleghi e nuove opportunità di crescita sono essenziali per una migliore formazione della mia professionalità.



martedì 20 gennaio 2015

Europa 2020: una nuova economia basata sulla conoscenza

Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Quali sono gli obiettivi attuali dell’Unione Europea? Come si è arrivati ad essi? È bene fare prima una breve premessa sulla storia dell’Unione e sulle politiche sociali dalle origine ai giorni nostri.
Una prima sorta di comunità si ha col ‘Trattato di Parigi’ del 1951 in seguito alla ‘dichiarazione Schuman’ che tendeva a regolare i rapporti riguardante gli affari carbo-siderurgici tra Francia e Germania e ad impedire il riarmo di quest’ultima; con questo trattato nasce la CECA, ovvero la Comunità Europea del Carbone e dell’acciaio. Ma è nel 1957 che nasce il primo vero e proprio trattato sulla Comunità Europea, cioè il ‘Trattato di Roma’, al quale verranno poi apportate diverse modifiche; nasce la CEE (Comunità Economica Europea) che diventerà poi CE (Comunità Europea). Con questo trattato si stabiliva l’importanza di abbattere le barriere per permettere la libera circolazione di merci, persone, servizi e capitali. La prima modifica al trattato avviene nel 1986 con l’ ‘Atto Unico Europeo’, il quale stabiliva la creazione di un libero mercato entro il 1992, anno in cui è stato stipulato il ‘Trattato di Maastricht’, che ha determinato il passaggio dalla CE all’UE (Unione Europea). Con questo trattato le politiche sociali diventano un settore specifico e non sono più soltanto politiche di accompagnamento al lavoro. Nel 1997 col ‘Trattato di Amsterdam’ ci si orienta verso il problema della disoccupazione e la politica sociale diviene un obiettivo comune. Nel 2001 con ‘Trattato di Nizza’ ci si prepara a supportare un Europa in allargamento, ad ospitare cioè i PECO (Paesi dell’Europa Centro Orientale). Nel 2007 col ‘Trattato di Lisbona’ la Carta dei Diritti fondamentali diviene giuridicamente vincolante.
Questi trattati hanno ovviamente determinato diverse altre modifiche come la politica di coesione economica e sociale meglio conosciuta come politica regionale. La politica regionale non era prevista dal ‘Trattato di Roma’ ma ha il suo fondamento giuridico con l’ ‘Atto Unico Europeo’. La politica regionale prevedeva la riduzione delle dissonanze regionali attraverso l’utilizzo dei fondi strutturali. È nel 1988 che avviene la prima riforma, chiamata ‘Pacchetto Delors 1’ che prevede 5 principi: sussidiarietà, programmazione, concentrazione, partnership, addizionalità. Gli obiettivi fino a questo momento sono così numerati: 1, 2, 3, 4, 5°, 5b. Nel 1993 avviene la seconda riforma ai fondi strutturali che prevede l’introduzione dell’obiettivo 6. La terza riforma che riguarda la programmazione 2000-2006 prende il nome di  ‘Agenda 2000’. Qui gli obiettivi diventano tre e riguardano essenzialmente la sviluppo delle risorse umane e la riduzione delle dissonanze regionali. La quarta riforma denominata ‘programmazione 2007-2013’ ha tre obiettivi non numerati che sono: convergenza, competitività regionale e occupazione e cooperazione territoriale. L’obiettivo convergenza va a supporto delle regioni con un PIL del 75% inferiore alla media; l’obiettivo competitività regionale e occupazione cerca di creare nuovi posti di lavoro anticipando la realtà socio-economica; la cooperazione territoriale consiste nella collaborazione da parte di due o più regioni che pur non appartenendo ad uno stesso Paese ma che confinano o che condividono lo stesso mare, possono far fronte comune ai problemi condivisi e ricercare una soluzione. L’ultima riforma si chiama ‘Europa 2020’, riguardante la politica di coesione 2014-2020. Essa mira ad un’economia basata sulla conoscenza, quindi sulla crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. Adottata nel Marzo del 2010, è basata sul partenariato, cioè sulla condivisione di problemi. Sono state stabilite sette priorità chiamate ‘iniziative faro’ riguardanti: il miglioramento e lo sviluppo delle competenze, il sostegno ai ricercatori, il supporto alle imprese per superare la crisi. Queste priorità sono coinvolte al sostegno delle Regioni in via di sviluppo.
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Come superare il test di Scienze della Formazione Primaria

Il 20 settembre 2023 ho sostenuto e superato il Concorso per l'ammissione alla facoltà di  Scienze della Formazione Primaria presso l...