Dott.ssa Alessia Dulbecco
La mia esperienza professionale comincia nel 2010. Dopo la laurea in Scienze Pedagogiche, conseguita a Genova, decido di far ritorno ad Imperia, mia città di origine. Qui svolgo un tirocinio presso il Centro Provinciale Antiviolenza, aperto da poco meno di un anno. Lavorare in questo settore è sempre stato il mio desiderio: avevo già fatto una breve esperienza (tramite un tirocinio formativo durante il periodo universitario, presso il Centro d'accoglienza per non subire violenza, a Genova) e ad Imperia decido che il tema della violenza di genere, del sessismo e degli stereotipi di genere, dei diritti e delle pari opportunità diventerà il mio principale interesse professionale. Nel 2011 vinco il concorso per svolgere, come libera professionista, la professione di educatrice a supporto delle attività del centro antiviolenza. Nel corso dei quattro anni di attività mi sono occupata sia di fare prima accoglienza alle vittime sia di realizzare progetti educativi e di sensibilizzazione per le scuole medie e superiori. Parallelamente all'impegno professionale decido di riprendere gli studi e mi iscrivo ad un Master in Counselling, secondo la prospettiva Analitico Transazionale. Il percorso di studi ha migliorato le mie competenze per svolgere meglio l'attività di sostegno alle vittime. Nel'incontro di accoglienza, infatti, si aiuta la donna a focalizzare il problema che l'ha spinta a chiedere aiuto, a riflettere sui comportamenti agiti e subiti e soprattutto, a fare chiarezza attorno al suo vissuto di violenza aiutandola a nominare (e, quindi comprendere) i fatti accaduti. Le competenze che il master mi ha fornito mi ha aiutato a svolgere questo incarico in maniera migliore. Parallelamente ho iniziato a realizzare progetti educativi per le scuole medie e superiori sul tema dell'educazione al rispetto e al contrasto degli stereotipi di genere. Le attività svolte con le scuole medie mi hanno permesso di collaborare con Anna Littardi, una collega professionale e preparatissima. Il lavoro in squadra è stato fondamentale: progettare, incontrare i docenti, lavorare con gli studenti è stato possibile solo grazie ad un efficace lavoro d'equipe. Parallelamente alla collaborazione col Centro Antiviolenza ho portato avanti altre attività: ho lavorato come formatrice in un ente di formazione - con giovani in condizione di disagio sociale e scolastico - e ho svolto attività di docente in materia di pari opportunità in molti corsi formativi e di aggiornamento professionale. Nel 2013 ho vinto un concorso come esperta in tematiche di genere presso il Comune della mia città: ho realizzato un progetto di prevenzione agli stereotipi di genere in un nido di infanzia, con bambini tra i 24 e i 36 mesi. Il progetto - che è stato pubblicato sul sito di Anci, tra le buone pratiche promosse dai comuni - era finalizzato alla prevenzione degli stereotipi e si articolava in due fasi: una di osservazione delle modalità di gioco dei bambini (all'interno di situazioni strutturate) e una di restituzione ai genitori. Questa seconda fase ha permesso ai genitori di confrontarsi sul tema, chiarendo dubbi e perplessità e ha favorito una nuova consapevolezza sia rispetto agli stereotipi sia rispetto alle implicazioni che essi hanno sulle pari opportunità uomo-donna. Ho lavorato, inoltre, come educatrice in una comunità di accoglienza per giovani donne - con disagio sociale - e i loro bimbi. Qui mi sono occupata sia di gestire le relazioni tra i nuclei familiari e monitorare l'educazione e la formazione dei bambin* ospiti. Alla fine del 2014 ho deciso di trasferirmi in Toscana: attualmente collaboro con Isos - lgbti empowerment & gender inclusion - nella realizzazione di interventi formativi su tematiche lgbt, pari opportunità, educazione al rispetto delle differenze. Amo molto il mio lavoro anche se mi piacerebbe che la figura del Pedagogista potesse conquistare una dignità (che nei secoli ha avuto ma che ora pare perduta) e una sua ragione d'essere. Per quanto sia felice di aver svolto tutti miei incarichi professionali sotto la qualifica di "educatrice" vorrei poter essere chiamata pedagogista e definirmi tale senza creare imbarazzo tra gli interlocutori che non hanno assolutamente chiaro di cosa si occupi questa figura professionale. Credo che questo cambiamento debba partire anzitutto dai professionisti ed è per questo che ho voluto trasferirmi a Firenze: il confronto coi colleghi e nuove opportunità di crescita sono essenziali per una migliore formazione della mia professionalità.
La mia esperienza professionale comincia nel 2010. Dopo la laurea in Scienze Pedagogiche, conseguita a Genova, decido di far ritorno ad Imperia, mia città di origine. Qui svolgo un tirocinio presso il Centro Provinciale Antiviolenza, aperto da poco meno di un anno. Lavorare in questo settore è sempre stato il mio desiderio: avevo già fatto una breve esperienza (tramite un tirocinio formativo durante il periodo universitario, presso il Centro d'accoglienza per non subire violenza, a Genova) e ad Imperia decido che il tema della violenza di genere, del sessismo e degli stereotipi di genere, dei diritti e delle pari opportunità diventerà il mio principale interesse professionale. Nel 2011 vinco il concorso per svolgere, come libera professionista, la professione di educatrice a supporto delle attività del centro antiviolenza. Nel corso dei quattro anni di attività mi sono occupata sia di fare prima accoglienza alle vittime sia di realizzare progetti educativi e di sensibilizzazione per le scuole medie e superiori. Parallelamente all'impegno professionale decido di riprendere gli studi e mi iscrivo ad un Master in Counselling, secondo la prospettiva Analitico Transazionale. Il percorso di studi ha migliorato le mie competenze per svolgere meglio l'attività di sostegno alle vittime. Nel'incontro di accoglienza, infatti, si aiuta la donna a focalizzare il problema che l'ha spinta a chiedere aiuto, a riflettere sui comportamenti agiti e subiti e soprattutto, a fare chiarezza attorno al suo vissuto di violenza aiutandola a nominare (e, quindi comprendere) i fatti accaduti. Le competenze che il master mi ha fornito mi ha aiutato a svolgere questo incarico in maniera migliore. Parallelamente ho iniziato a realizzare progetti educativi per le scuole medie e superiori sul tema dell'educazione al rispetto e al contrasto degli stereotipi di genere. Le attività svolte con le scuole medie mi hanno permesso di collaborare con Anna Littardi, una collega professionale e preparatissima. Il lavoro in squadra è stato fondamentale: progettare, incontrare i docenti, lavorare con gli studenti è stato possibile solo grazie ad un efficace lavoro d'equipe. Parallelamente alla collaborazione col Centro Antiviolenza ho portato avanti altre attività: ho lavorato come formatrice in un ente di formazione - con giovani in condizione di disagio sociale e scolastico - e ho svolto attività di docente in materia di pari opportunità in molti corsi formativi e di aggiornamento professionale. Nel 2013 ho vinto un concorso come esperta in tematiche di genere presso il Comune della mia città: ho realizzato un progetto di prevenzione agli stereotipi di genere in un nido di infanzia, con bambini tra i 24 e i 36 mesi. Il progetto - che è stato pubblicato sul sito di Anci, tra le buone pratiche promosse dai comuni - era finalizzato alla prevenzione degli stereotipi e si articolava in due fasi: una di osservazione delle modalità di gioco dei bambini (all'interno di situazioni strutturate) e una di restituzione ai genitori. Questa seconda fase ha permesso ai genitori di confrontarsi sul tema, chiarendo dubbi e perplessità e ha favorito una nuova consapevolezza sia rispetto agli stereotipi sia rispetto alle implicazioni che essi hanno sulle pari opportunità uomo-donna. Ho lavorato, inoltre, come educatrice in una comunità di accoglienza per giovani donne - con disagio sociale - e i loro bimbi. Qui mi sono occupata sia di gestire le relazioni tra i nuclei familiari e monitorare l'educazione e la formazione dei bambin* ospiti. Alla fine del 2014 ho deciso di trasferirmi in Toscana: attualmente collaboro con Isos - lgbti empowerment & gender inclusion - nella realizzazione di interventi formativi su tematiche lgbt, pari opportunità, educazione al rispetto delle differenze. Amo molto il mio lavoro anche se mi piacerebbe che la figura del Pedagogista potesse conquistare una dignità (che nei secoli ha avuto ma che ora pare perduta) e una sua ragione d'essere. Per quanto sia felice di aver svolto tutti miei incarichi professionali sotto la qualifica di "educatrice" vorrei poter essere chiamata pedagogista e definirmi tale senza creare imbarazzo tra gli interlocutori che non hanno assolutamente chiaro di cosa si occupi questa figura professionale. Credo che questo cambiamento debba partire anzitutto dai professionisti ed è per questo che ho voluto trasferirmi a Firenze: il confronto coi colleghi e nuove opportunità di crescita sono essenziali per una migliore formazione della mia professionalità.
Contatto e-mail: alessia.dulbecco@alice.it
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/
Nessun commento:
Posta un commento