Dott.ssa Maddalena Di Rosa
L'Associazione "Educazione e Formazione" ricerca docenti e formatori laureati in:
Scienze dell'Educazione
Scienze della Formazione Primaria
Scienze del servizio sociale
Scienze e tecniche psicologiche
Scienze Pedagogiche
Scienze della Comunicazione
Sociologia
Filosofia
Antropologia
Psicologia
inviare curriculum a: associazioneeducazioneformazione@yahoo.it
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/
venerdì 7 luglio 2017
giovedì 6 luglio 2017
Quali esami integrativi scegliere per il concorso scuola 2018?
Dott.ssa Mosca Veronica
Il decreto legislativo n. 59/2017, attuativo della legge n. 107/2015, ha modificato il sistema di formazione e reclutamento del personale docente nella scuola secondaria di I e II grado.
Secondo questo decreto, per diventare docenti nella scuola secondaria, è necessario seguire il seguente iter: laurea; concorso; percorso FIT, superato il quale si accede al ruolo.
Per la partecipazione al concorso, oltre alla laurea, è previsto un altro requisito come si evince: all’articolo 5 del decreto:
“24 crediti formativi universitari o accademici, di seguito denominati CFU/CFA, acquisiti in forma curricolare, aggiuntiva o extra curricolare nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche, garantendo comunque il possesso di almeno sei crediti in ciascuno di almeno tre dei seguenti quattro ambiti disciplinari: pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione; psicologia; antropologia; metodologie e tecnologie didattiche. ”.
Attenzione! Il Miur però ancora non ha stabilito i codici dei Settori Scientifico Disciplinari ( SSD) a cui si dovrà fare riferimento per la scelta degli esami.
Il Miur emanerà a breve un decreto che stabilirà:
Il decreto legislativo n. 59/2017, attuativo della legge n. 107/2015, ha modificato il sistema di formazione e reclutamento del personale docente nella scuola secondaria di I e II grado.
- i settori scientifico-disciplinari all’interno dei quali sono acquisiti i 24 CFU/CFA;
- gli obiettivi formativi;
- in che modo conseguire i crediti in forma extra-curricolare o curricolare per chi ancora non avesse conseguito la laurea.
Secondo questo decreto, per diventare docenti nella scuola secondaria, è necessario seguire il seguente iter: laurea; concorso; percorso FIT, superato il quale si accede al ruolo.
Per la partecipazione al concorso, oltre alla laurea, è previsto un altro requisito come si evince: all’articolo 5 del decreto:
“24 crediti formativi universitari o accademici, di seguito denominati CFU/CFA, acquisiti in forma curricolare, aggiuntiva o extra curricolare nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche, garantendo comunque il possesso di almeno sei crediti in ciascuno di almeno tre dei seguenti quattro ambiti disciplinari: pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione; psicologia; antropologia; metodologie e tecnologie didattiche. ”.
Attenzione! Il Miur però ancora non ha stabilito i codici dei Settori Scientifico Disciplinari ( SSD) a cui si dovrà fare riferimento per la scelta degli esami.
Il Miur emanerà a breve un decreto che stabilirà:
Gli ambiti
tra cui necessariamente si dovrà scegliere sono i seguenti:
·
pedagogia,
·
pedagogia
speciale e didattica dell’inclusione;
·
psicologia;
·
antropologia;
·
metodologie
e tecnologie didattiche
Di
seguito proponiamo il link per scaricare il decreto legislativo 59/2017
http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario;jsessionid=HPNxX+UfRtIHlqjm--K2+A__.ntc-as4-guri2a?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2017-05-16&atto.codiceRedazionale=17G00067&elenco30giorni=false
L’associazione
“Educazione e Formazione” con sede a Portici (NA) tra i vari servizi formativi
già attivi da due anni si è messa in moto per offrire servizi di consulenza e
tutoraggio riguardo il concorso scuola 2018. Quali esami scegliere? Quale
Università? Come strutturare lo studio di materie che non si sono mai studiate?
Un team di esperti nella formazione continua è a disposizione di tutti i
professionisti, laureati e futuri docenti che necessitano del 24 crediti
formativi in ambito pedagogico (pedagogia, didattica, sociologia, antropologia,
ecc.). formatori esperti e dinamici sono pronti per servizi di consulenza e
percorsi di tutoraggio sul territorio napoletano. Per maggiori informazioni
contattare in privato.
RECAPITI
Cell: 3314632971
e-mail: associazioneeducazioneformazione@yahoo.it
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/
martedì 4 luglio 2017
Concorso Scuola 2018
Dott.ssa Laura Loffredo
Dopo mesi in cui si è continuato incessantemente a parlare di riforma della “buona scuola”, in quest’ultimo semestre il grande tormentone sembra essere diventato il “concorso del 2018” per l’immissione in ruolo nella scuola secondaria.
Dopo mesi in cui si è continuato incessantemente a parlare di riforma della “buona scuola”, in quest’ultimo semestre il grande tormentone sembra essere diventato il “concorso del 2018” per l’immissione in ruolo nella scuola secondaria.
Volendo tralasciare tanto
la sfera politica, quanto quella più specificatamente legata ai sindacati, in
quanto ente di formazione no- profit, ci interessa sottolineare
l’importanza che riveste la stessa
soprattutto nell’ambito dell’istituzione scolastica in quanto ente preposto
alla formazione delle generazioni future.
Il Miur, con decreto
legislativo n.59/2017, sancisce di fatto l’abolizione del TFA quale iter per il
conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento, introducendo il FIT, previo
superamento di un concorso. Quest’ultimo prevede come requisiti d’accesso la
laurea magistrale, la certificazione B2 per la lingua straniera, nonché un
attestato sul possesso di conoscenze informatiche. Il concorso è, dunque,
aperto a tutti i docenti, abilitati e non i quali, successivamente saranno
chiamati a sostenere il FIT, ovvero il diploma di specializzazione per
l’insegnamento, con durata triennale, di cui due anni di tirocinio, retribuiti con
una remunerazione pari ad 1/3 degli emolumenti attualmente spettanti a un
docente neoassunto o a un supplente annuale.
L’aspetto maggiormente
polemizzato è stato l’introduzione
dell’obbligatorietà del possesso di 24 crediti formativi nelle discipline
antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche,
garantendo comunque il possesso di sei crediti in almeno tre di quattro ambiti
disciplinari, ovvero pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione;
psicologia; antropologia; metodologie e tecnologie didattiche.
Per quanto possa sembrare
paradossale che un laureato sia obbligato a conseguire i crediti formativi in
oggetto, noi siamo fermamente convinti della loro utilità, poiché rappresentano
le fondamenta di qualsivoglia attività formativa: tecniche d’insegnamento, di
gestione d’aula, capacità di progettazione, organizzazione, implementazione e
monitoraggio dei processi di apprendimento sono da considerarsi i cardini di
una formazione di qualità, costruita sul discente e per il discente considerato
nella sua totalità.
Per certi versi, benchè
con modalità differenti, sembra essere ritornati indietro di più di vent’anni,
quando per l’immissione in ruolo era sufficiente sostenere il concorso a
cattedra, composto dal classico tema d’italiano ed una prova orale. Cambiano
dunque, sostanzialmente le prove concorsuali: tre prove di cui due scritte e
una orale. Delle prove scritte la prima verte su una disciplina specifica
afferente alla classe di concorso per cui si concorre e la seconda sui sopra
citati crediti formativi in discipline pedagogiche e didattiche.
Fare formazione ed essere
soggetti in continua formazione significa garantire un servizio di elevata
qualità, volto alla promozione della persona, della cultura, della
cittadinanza, del tessuto sociale e quindi crescita del Paese.
In merito alla questione
concorso scuola 2018 la nostra associazione, con sede a Portici (NA) offre servizi
di tutoraggio studio riguardo i 24 crediti formativi nelle discipline
antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche (e non solo...).
Di seguito i contatti dell’associazione per ottenere maggiori informazioni.
cell: 331 463 2971
Facebook: Asociazione “Educazione e Formazione”
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/
lunedì 29 maggio 2017
L'importanza di avere (almeno) un hobby
Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Perchè è importante avere un hobby, un passatempo, una
passione? Perchè la necessità di educare
alle passioni?
Spesso il bisogno di avere del tempo libero da impiegare in
maniera costruttiva viene sottovalutato, lo si ritiene un qualcosa di faticoso
o troppo impegnativo. Ci sono hobbies di varia natura: sportivi, culturali,
artistici, rilassanti, ludici...
Cosa succede quando non si ha un hobby? Una persona che ha
del tempo libero come lo occupa? Solitamente guardando la TV o stando sui
social, per le attività di "natura ordinaria"; per l’attività di
natura "straordinaria" si esce la sera, si va in discoteca, si beve.
In entrambi i casi si vanno a costruire relazioni superficiali, si instaurano
amicizie non importanti e si cercano prevalentemente partner occasionali con
cui condividere una relazione non sentimentale ma solo legata al sesso. Perché
succede questo? La questione di non avere un riferimento solido nella propria
vita fa si che la persona che non ha un hobby tende a non formare la propria
identità, a non crescere, cerca di scappare da
qualsiasi tipo di relazione o situazione importante perché il dolore di
una perdita sarebbe insopportabile.
Questo discorso vale per qualsiasi tipo di hobby, dal
costruire un semplice puzzle alla forte dedizione per una disciplina artistica,
poiché alla base c'è una paura inconscia verso un qualsiasi tipo di impegno e
il conseguente fallimento.
L'abitudine a non impegnarsi a costruire qualcosa e la
circostanza di vivere col peso di non poter fare affidamento su niente e su
nessuno spinge buona parte delle persone a percorrere la strada più semplice, a
prendere la soluzione che sembra migliore: "non mi impegno così se non
riesco non ci resto male".
I padroni della nostra vita siamo noi stessi. Siamo noi a
decidere se crogiolarci perennemente nel dolore e vivere una vita piatta e
priva di emozioni sane che si cerca di compensare con eccessi di insano
divertimento o lavorare per vivere una vita felice.
Il problema è che per riuscire in una qualsiasi impresa ci
vuole costanza e allenamento, che sia un esame universitario, un'attività
sportiva, una relazione o gratificazioni lavorative. Per imparare ciò che
sappiamo fare oggi abbiamo sbagliato milioni di volte, sin dalla prima
infanzia: camminare, parlare, leggere, scrivere, e così via. Per imparare
abbiamo dovuto sbagliare, inevitabilmente. D'altro canto ci sono cose che
abbiamo sbagliato e non abbiamo mai imparato; come si fa dunque a distinguere
quali attività possiamo assimilare e quali no? Quali sono gli hobbies che ci
appartengono? Quali sono le relazioni su cui possiamo contare? Sembra banale ma
si riassume tutto in una sola parola: provandoci!
Educatori, pedagogisti, genitori, insegnati, figure
professionali legate all'ambito formativo, dovrebbero tutti porre maggiore
attenzione alla necessità di sviluppare e coltivare passioni, non solo in
ambito didattico e formale, anche se alla base deve esserci la volontà del
diretto interessato a voler cambiare attivamente le proprie abitudini.
Io ci ho messo quasi trent'anni per capire qual è la mia
valvola di sfogo, ciò che mi salva dalle situazioni di crisi: la danza e il mio
gruppo. È molto più di un hobby. È passione. È famiglia. È impegno. È crescita,
non solo artistica ma soprattutto personale. È allenamento alla vita.
domenica 28 maggio 2017
CONCORSO IMPARA, SCATTA E VINCI...metti a fuoco il tuo studio
Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Invia un messaggio privato alla pagina con scritto CONCORSO e in allegato una foto o un selfie con la tua postazione di studio. Le foto verranno pubblicate sulla pagina. La foto che riceve più like entro il 30 Giugno alle ore 17.00 vince un seminario di formazione a scelta tra quelli proposti dall'Associazione (con sede a Portici - NA) con rilascio di attestato di partecipazione.
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/?pnref=story
Invia un messaggio privato alla pagina con scritto CONCORSO e in allegato una foto o un selfie con la tua postazione di studio. Le foto verranno pubblicate sulla pagina. La foto che riceve più like entro il 30 Giugno alle ore 17.00 vince un seminario di formazione a scelta tra quelli proposti dall'Associazione (con sede a Portici - NA) con rilascio di attestato di partecipazione.
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/?pnref=story
lunedì 6 marzo 2017
Perché non tutti riescono a vedere la mia unicità?
Dott.ssa Di Rosa Maddalena
Siamo tutti uguali o siamo tutti unici?
Siamo tutti uguali o siamo tutti unici?
Si scrivono e si leggono sempre le solite cose, le solite
frasi fatte: sono diverso, sono unico, non troverai mai nessuno come me, gli
uomini sono tutti uguali, le donne sono tutte uguali, i giovani d’oggi non
hanno valori, i miei sono all’antica.
E ancora con commenti come “che mancanza di originalità”…
·
in vacanza vanno tutti sempre ai soliti
posti…Ibiza, Formentera, Mykonos, Gallipoli, Amsterdam […]
·
vestite tutti allo stesso modo
·
vi tingete tutte i capelli di rosso
·
vi tingete tutte i capelli di biondo
·
vi tingete tutte i capelli blu
·
vi tingete tutte i capelli rosa
·
vi tingete tutte i capelli verdi
·
ascoltate tutti musica commerciale
·
state sempre a farvi selfie e a pubblicarli sui
social
·
voi uomini pensate solo al sesso e al calcio
·
voi donne pensate solo a sposarvi ed avere figli
·
andate in discoteca tutti i sabati
·
non fate mai nulla di divertente
·
stasera si beve
·
che noia stare con la stessa persona per tanti
anni
·
è una ragazza facile
·
tutti a fare i DJ
·
tutti a fare i PR
·
avete tutti gli stessi hobby
·
siete tutti falsi
·
amo il mio fidanzato
·
amo la mia fidanzata
·
adoro i miei amici
·
vi fate tutti gli stessi tatuaggi
·
non hai tatuaggi sei uno sfigato
·
mai una gioia
La lista potrebbe non avere mai fine.
Tornando dunque alla domanda: “Siamo tutti uguali o siamo
tutti unici?” si potrebbe dire che in effetti siamo entrambe le cose. Siamo
tutti uguali nel senso che siamo esseri umani che godono degli stessi diritti,
almeno in teoria, e dovremmo rispettare
valori, idee e modi di fare diversi dai propri; siamo accomunati da un
determinato contesto sociale e culturale ed è ovvio che ciò influisca sui
nostri gusti e sui nostri modi di fare.
I sentimenti, le emozioni, i desideri, gli istinti non hanno
sesso: le donne e gli uomini provano,
amore, odio, gelosia, risentimento, istinti sessuali, paura allo stesso modo.
Allo stesso tempo però siamo unici, perché la combinazione
dei gusti, delle esperienze, dei modi di fare di una persona è qualcosa di
unico che mai si ripeterà in un altro essere umano. Se siamo tutti unici perché
non tutti riconoscono la nostra unicità? E perché riusciamo a vedere come
uniche tutte le persone a cui siamo legati? Tendiamo ad innamorarci o ad avere
come amici sia persone che ci somigliano sia persone a volte molto diverse da
noi. Il motivo per cui siamo attratti da una persona nel senso più profondo del
termine è un qualcosa di irrazionale; magari ci piace l’idea che ci siamo fatti
di una persona, il suo modo di essere, il suo modo di fare, forse c’è una cosa
in particolare che ci ha colpito, forse più cose, forse la semplicità. Spesso
non sappiamo spiegarlo perché ci piacciono e vogliamo bene a determinate
persone e ad altre no.
La nostra unicità risiede nella percezione e nell’idea che
una persona ha di noi… è questo che ci rende speciali.
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/
domenica 5 febbraio 2017
Incontri di idee e compleanno dell'associazione (2 anni di attività)
Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Un mix di creatività, voglia di fare e nuovi progetti.
In partenza tanti incontri tematici, momenti di relax e divertimento solo per voi: continuate a seguirci!
Un mix di creatività, voglia di fare e nuovi progetti.
In partenza tanti incontri tematici, momenti di relax e divertimento solo per voi: continuate a seguirci!

domenica 12 giugno 2016
La comunità per tossicodipendenti e il ruolo degli educatori
Dott.ssa Francesca Andreoli
La comunità per
tossicodipendenti si è contraddistinta per il riconoscimento e il rispetto
della dignità umana e la possibilità di un intervento sul soggetto tossicomane
al fine di sviluppare le potenzialità latenti di ciascun soggetto tossicomane.
L’educazione in queste comunità, pur se incentrata molto a livello terapeutico,
ha lasciato comunque spazio al sistema pedagogico, riconoscendo il ruolo
fondamentale degli educatori, alla stessa stregua delle comunità per minori o
per anziani, in cui la pedagogia sociale ha piena dignità di sistema educativo
per le forti implicazioni educative che la caratterizzano.
Tra le comunità di
tossicodipendenti riconosciute e accreditate dall’asl troviamo i “serT”: Servizi per le Tossicodipendenze, dedicati
alla cura, alla prevenzione ed alla riabilitazione delle persone che mostrano
dipendenza da sostanze psicoattive come droghe
e alcool
o comportamenti compulsivi come il gioco d'azzardo
patologico.
I servizi offerti non sono a
pagamento e tra questi vi sono sicuramente interventi di informazione,
prevenzione, riduzione della dipendenza patologica, nonchè sostegno psicologico
e orientamento sia dei pazienti che dei loro congiunti.
Nei SerT operano
professionisti qualificati e specializzati nella dipendenza come medici,
infermieri,
educatore
professionale,
assistenti sanitari, assistenti sociali, psicologi
e personale OTA (Operatore Tecnico per l'Assistenza). Questa equipe si
approccia al paziente secondo precisi schemi terapeutici finalizzati al
recupero del paziente attraverso diversi step. Nel primo step, ad esempio, si accerta
lo stato di salute
psicofisica del soggetto, definendo successivamente programmi terapeutici
individuali da realizzare direttamente o in convenzione con strutture di
recupero sociale, valutando periodicamente l'andamento e i risultati del
trattamento e dei programmi di intervento sui singoli tossicodipendenti in
riferimento agli aspetti di carattere clinico, psicologico e sociale.
Poiché negli ultimi anni,
l’attenzione che si riserva a quest’ultimo aspetto è in forte ascesa, si
considera fondamentale il lavoro svolto da educatori e psicologi, in
particolare la loro attività, che ha come fine l’inserimento dell’ormai ex
tossicodipendente nelle ordinarie attività, è fondamentale per un piano di
recupero completo. In questi casi la pedagogia viene applicata sotto forma di
gioco, durante il quale i pazienti, con l’aiuto di uno o più educatori,
esprimono le loro emozioni, sensazioni e dubbi. Tra questi “giochi” vi è per
esempio quello chiamato “io-bambino”, ossia un percorso formativo che aiuta ad
esternare la capacità di fidarsi incondizionatamente dell’altro e a rispettare
le reazioni del compagno, così come fanno i bambini, che sono liberi da schemi
convenzionali e capaci di relazionarsi all’altro senza giudicare, ma solo
giocando. In questo modo, il soggetto si sentirà più libero di esprimersi,
proprio grazie all’ambiente familiare che gli educatori sono in grado di
realizzare, e a prevenire eventuali reazioni nervose che sfociano
inevitabilmente in uno sfogo tossico, essendo questi soggetti certamente
fragili emotivamente.
Si denota, quindi, l’urgenza
di preservare la specificità pedagogica di questa particolare realtà educativa sottolineandone
gli elementi che fanno della comunità per tossicodipendenti un contesto
educativo, più che sanitario, in cui la persona in stato di dipendenza può
ritrovare se stessa e progettare la sua esistenza.
Un percorso pedagogico,
infatti, quello della comunità per tossicodipendenti, che attraverso la
rivalutazione della sfera personale, la costruzione di una solida identità, il
recupero e il riconoscimento della propria esistenza e la valorizzazione delle
intrinseche potenzialità appartenenti a ciascuno, conduce la persona
tossicodipendente ad abbandonare il deserto del passato per apprendere a
costruire un rinnovato progetto esistenziale.
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/
lunedì 28 dicembre 2015
Lettera ai Napoletani di tutto il mondo
Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Cari Napoletani di tutto il mondo,
Cari Napoletani di tutto il mondo,
è tanto facile dire “amo Napoli”, “Napoli è la città più
bella del mondo”, “Vedi Napoli e poi muori”…le solite frasi fatte. Ma l’amore
per la propria città, come l’amore per qualcuno, va dimostrato. È inutile dire
tutte queste belle parole se poi si compiono brutte azioni più o meno gravi;
non parlo solo di omicidio, spaccio di droga e così via, parlo anche di cose un
po’ “meno gravi”, come, ad esempio, dire di guadagnare onestamente con un hobby
come l’arbitraggio del calcio a cinque ma in realtà si guadagna vendendo
assicurazioni auto false o rivendendo su internet telefoni cellulari costosissimi rubati durante
un viaggio ad Amsterdam regalato dalla fidanzata. L’amore per Napoli va dimostrato.
Va dimostrato vivendo onestamente, non gettando i rifiuti in strada, portando
alto il nome di Napoli e dei Napoletani in tutta l’Italia e in tutto il mondo. È
tanto facile parlare di patriottismo sulla base di quanto tifiamo per la nostra
squadra di calcio del cuore. Non basta dire “Napoli è la città più bella del
mondo”, non basta urlare in coro “Insigne facci sognare”, non basta condividere
di continuo sui social network immagini del meraviglioso panorama della nostra
città. Tutto questo non basta. Non basta dire di amarla, bisogna rispettarla. Difendiamo la nostra città, la nostra cultura, le nostre tradizioni,
il nostro popolo. Sono i Napoletani a rappresentare Napoli nel mondo. Apriamo gli occhi e il cuore e cominciamo a dimostrare
l’amore per la nostra città, in tutte le sue forme, in ogni modo, ogni giorno, per sempre.
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/
giovedì 12 febbraio 2015
Associazione “Educazione e Formazione” e il lavoro nel sociale
Dott.ssa Maddalena Di Rosa
L’associazione “Educazione e Formazione” nasce a Portici (NA) il 4 Febbraio 2015 con l’intento di diffondere la cultura della solidarietà. Le attività che offre al fine di contribuire al miglioramento della società sono: seminari, corsi di formazione, stage, consulenza tesi di laurea, consulenza pedagogica, consulenza psicologica, attività laboratoriali. Il ricavato di queste attività verrà utilizzato per le spese dell’associazione stessa. È possibile inoltre anche associarsi. Ecco i principali vantaggi e le modalità di iscrizione.
L’associazione “Educazione e Formazione” nasce a Portici (NA) il 4 Febbraio 2015 con l’intento di diffondere la cultura della solidarietà. Le attività che offre al fine di contribuire al miglioramento della società sono: seminari, corsi di formazione, stage, consulenza tesi di laurea, consulenza pedagogica, consulenza psicologica, attività laboratoriali. Il ricavato di queste attività verrà utilizzato per le spese dell’associazione stessa. È possibile inoltre anche associarsi. Ecco i principali vantaggi e le modalità di iscrizione.
Vantaggi
di iscriversi all’associazione culturale “Educazione e Formazione”
· * Sconti su corsi di formazione, stage,
seminari;
· * Corsi gratuiti una tantum per gli associati;
· * Iscrizione alla newsletter;
· * Aggiornamento offerte lavorative in
ambito educativo e formativo (in base alla provincia di provenienza);
· * Consulenza su qualsiasi tipo di
problematiche inerenti al lavoro o al percorso formativo;
· * Possibilità di presentare progetti
sociali presso la nostra associazione, dal momento che quelli presentati come
privati cittadini non vengono presi in considerazione dal Comune o dalla
Regione. Se il progetto, presentato tramite associazione, viene approvato, e
quindi finanziato, sarà il progettista a coordinarlo e dirigerlo, avendo quindi
la possibilità di guadagnare una percentuale sul lavoro svolto e di inserire
un’importante esperienza nel curriculum vitae;
· * Assistenza anche a distanza per
qualsiasi problema di natura sociale;
· * Formazione a distanza e invio materiale
formativo;
· * Certificazione su pergamena intestata
all’associato.
Requisiti
Possono
diventare soci dell’Associazione “Educazione e Formazione” tutti i diplomandi/diplomati
al liceo socio-psicopedagogico (e affini), laureandi/laureati in Scienze della
Formazione (scienze dell’educazione, scienze del servizio sociale, ecc.),
educatori, pedagogisti, formatori, psicologi.
Quota associativa
La
quota associativa è di 20€ l’anno che parte dal 1 Gennaio al 31 Dicembre.
L’associazione non è a scopo di lucro, dunque la quota associativa, e tutte le
altre entrate, contribuiscono alle spese dell’associazione e alla realizzazione
di progetti sociali. Una volta recepita l'iscrizione il socio riceverà la
attestazione riportante il numero di iscrizione, da riportare sulla
corrispondenza con i client insieme alla dichiarazione di essere un
professionista operante ai sensi della L.4/2013 iscritto all'Associazione culturale
“Educazione e Formazione”.
Come richiedere l’iscrizione
Per
richiedere l’iscrizione basta inviare una mail all’indirizzo di posta
elettronica: associazioneeducazioneformazione@yahoo.it
per ottenere gli estremi del bonifico
del valore di Euro 20.
Per ulteriori
informazioni riguardo l’associazione e le sue attività contattare la Presidente
dell’associazione Di Rosa Maddalena all’indirizzo mail associazioneeducazioneformazione@yahoo.it
oppure telefonare al numero 331 46 32
971 dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 18.00.
Pagina dell'Associazione:
lunedì 2 febbraio 2015
L’alternativa agli ordini professionali
Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Negli ultimi anni nel panorama lavorativo italiano si è compresa l’importanza di trovare una valida alternativa alle professioni che non sono tutelate da un albo professionale. È da questa esigenza che è nata la legge n. 4 del 14 Gennaio 2013. Questa legge “disciplina le professioni non organizzate in Ordini o Collegi” (art. 1). Si adegua alla Direttiva Europea in materia di concorrenza e libertà di circolazione in Europa (art. 1) della formazione, del lavoro professionale, dei servizi alla popolazione.
Negli ultimi anni nel panorama lavorativo italiano si è compresa l’importanza di trovare una valida alternativa alle professioni che non sono tutelate da un albo professionale. È da questa esigenza che è nata la legge n. 4 del 14 Gennaio 2013. Questa legge “disciplina le professioni non organizzate in Ordini o Collegi” (art. 1). Si adegua alla Direttiva Europea in materia di concorrenza e libertà di circolazione in Europa (art. 1) della formazione, del lavoro professionale, dei servizi alla popolazione.
L’accesso alle professioni
avviene secondo due vie distinte:
· * Ordini o Collegi professionali;
· * Associazioni professionali e Professionisti
certificati
Per le professioni educative e formative si apre anche nel
nostro Paese la possibilità e l’opportunità della regolamentazione nazionale ed
europea all’interno della “seconda via” stabilita dalla L. 4/2013.
Secondo la via tradizionale ad una professione corrisponde
un solo Ordine professionale. Con la seconda via ad una professione possono
corrispondere diverse associazioni. Un educatore, ad esempio, può essere
iscritto a diverse associazioni. Ovviamente il professionista non è obbligato
ad iscriversi a delle associazioni, però la seconda via è consigliabile dal
momento che, non essendoci un Ordine che tutela determinate figure
professionali, l’iscrizione ad una
associazione comporta vantaggi, supporto e
consulenza sotto diversi aspetti.
Obbligo della ricerca delle Scienze dell’educazione e della
Pedagogia in quanto scienza complessa è: approfondire i fondamenti scientifici di ordine
teorico e metodologico della specificità professionale di educatore e
pedagogista; ricercare sul campo le buone pratiche di
cambiamento educativo del processo formativo per e con gli educatori e
pedagogisti professionisti; ricercare e sperimentare modelli strategici di
sistemi, organizzazioni, professionalità di qualità e innovazione del
cambiamento educativo.
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/
mercoledì 21 gennaio 2015
Sportello antiviolenza: un'esperienza pluriennale
Dott.ssa Alessia Dulbecco
La mia esperienza professionale comincia nel 2010. Dopo la laurea in Scienze Pedagogiche, conseguita a Genova, decido di far ritorno ad Imperia, mia città di origine. Qui svolgo un tirocinio presso il Centro Provinciale Antiviolenza, aperto da poco meno di un anno. Lavorare in questo settore è sempre stato il mio desiderio: avevo già fatto una breve esperienza (tramite un tirocinio formativo durante il periodo universitario, presso il Centro d'accoglienza per non subire violenza, a Genova) e ad Imperia decido che il tema della violenza di genere, del sessismo e degli stereotipi di genere, dei diritti e delle pari opportunità diventerà il mio principale interesse professionale. Nel 2011 vinco il concorso per svolgere, come libera professionista, la professione di educatrice a supporto delle attività del centro antiviolenza. Nel corso dei quattro anni di attività mi sono occupata sia di fare prima accoglienza alle vittime sia di realizzare progetti educativi e di sensibilizzazione per le scuole medie e superiori. Parallelamente all'impegno professionale decido di riprendere gli studi e mi iscrivo ad un Master in Counselling, secondo la prospettiva Analitico Transazionale. Il percorso di studi ha migliorato le mie competenze per svolgere meglio l'attività di sostegno alle vittime. Nel'incontro di accoglienza, infatti, si aiuta la donna a focalizzare il problema che l'ha spinta a chiedere aiuto, a riflettere sui comportamenti agiti e subiti e soprattutto, a fare chiarezza attorno al suo vissuto di violenza aiutandola a nominare (e, quindi comprendere) i fatti accaduti. Le competenze che il master mi ha fornito mi ha aiutato a svolgere questo incarico in maniera migliore. Parallelamente ho iniziato a realizzare progetti educativi per le scuole medie e superiori sul tema dell'educazione al rispetto e al contrasto degli stereotipi di genere. Le attività svolte con le scuole medie mi hanno permesso di collaborare con Anna Littardi, una collega professionale e preparatissima. Il lavoro in squadra è stato fondamentale: progettare, incontrare i docenti, lavorare con gli studenti è stato possibile solo grazie ad un efficace lavoro d'equipe. Parallelamente alla collaborazione col Centro Antiviolenza ho portato avanti altre attività: ho lavorato come formatrice in un ente di formazione - con giovani in condizione di disagio sociale e scolastico - e ho svolto attività di docente in materia di pari opportunità in molti corsi formativi e di aggiornamento professionale. Nel 2013 ho vinto un concorso come esperta in tematiche di genere presso il Comune della mia città: ho realizzato un progetto di prevenzione agli stereotipi di genere in un nido di infanzia, con bambini tra i 24 e i 36 mesi. Il progetto - che è stato pubblicato sul sito di Anci, tra le buone pratiche promosse dai comuni - era finalizzato alla prevenzione degli stereotipi e si articolava in due fasi: una di osservazione delle modalità di gioco dei bambini (all'interno di situazioni strutturate) e una di restituzione ai genitori. Questa seconda fase ha permesso ai genitori di confrontarsi sul tema, chiarendo dubbi e perplessità e ha favorito una nuova consapevolezza sia rispetto agli stereotipi sia rispetto alle implicazioni che essi hanno sulle pari opportunità uomo-donna. Ho lavorato, inoltre, come educatrice in una comunità di accoglienza per giovani donne - con disagio sociale - e i loro bimbi. Qui mi sono occupata sia di gestire le relazioni tra i nuclei familiari e monitorare l'educazione e la formazione dei bambin* ospiti. Alla fine del 2014 ho deciso di trasferirmi in Toscana: attualmente collaboro con Isos - lgbti empowerment & gender inclusion - nella realizzazione di interventi formativi su tematiche lgbt, pari opportunità, educazione al rispetto delle differenze. Amo molto il mio lavoro anche se mi piacerebbe che la figura del Pedagogista potesse conquistare una dignità (che nei secoli ha avuto ma che ora pare perduta) e una sua ragione d'essere. Per quanto sia felice di aver svolto tutti miei incarichi professionali sotto la qualifica di "educatrice" vorrei poter essere chiamata pedagogista e definirmi tale senza creare imbarazzo tra gli interlocutori che non hanno assolutamente chiaro di cosa si occupi questa figura professionale. Credo che questo cambiamento debba partire anzitutto dai professionisti ed è per questo che ho voluto trasferirmi a Firenze: il confronto coi colleghi e nuove opportunità di crescita sono essenziali per una migliore formazione della mia professionalità.
La mia esperienza professionale comincia nel 2010. Dopo la laurea in Scienze Pedagogiche, conseguita a Genova, decido di far ritorno ad Imperia, mia città di origine. Qui svolgo un tirocinio presso il Centro Provinciale Antiviolenza, aperto da poco meno di un anno. Lavorare in questo settore è sempre stato il mio desiderio: avevo già fatto una breve esperienza (tramite un tirocinio formativo durante il periodo universitario, presso il Centro d'accoglienza per non subire violenza, a Genova) e ad Imperia decido che il tema della violenza di genere, del sessismo e degli stereotipi di genere, dei diritti e delle pari opportunità diventerà il mio principale interesse professionale. Nel 2011 vinco il concorso per svolgere, come libera professionista, la professione di educatrice a supporto delle attività del centro antiviolenza. Nel corso dei quattro anni di attività mi sono occupata sia di fare prima accoglienza alle vittime sia di realizzare progetti educativi e di sensibilizzazione per le scuole medie e superiori. Parallelamente all'impegno professionale decido di riprendere gli studi e mi iscrivo ad un Master in Counselling, secondo la prospettiva Analitico Transazionale. Il percorso di studi ha migliorato le mie competenze per svolgere meglio l'attività di sostegno alle vittime. Nel'incontro di accoglienza, infatti, si aiuta la donna a focalizzare il problema che l'ha spinta a chiedere aiuto, a riflettere sui comportamenti agiti e subiti e soprattutto, a fare chiarezza attorno al suo vissuto di violenza aiutandola a nominare (e, quindi comprendere) i fatti accaduti. Le competenze che il master mi ha fornito mi ha aiutato a svolgere questo incarico in maniera migliore. Parallelamente ho iniziato a realizzare progetti educativi per le scuole medie e superiori sul tema dell'educazione al rispetto e al contrasto degli stereotipi di genere. Le attività svolte con le scuole medie mi hanno permesso di collaborare con Anna Littardi, una collega professionale e preparatissima. Il lavoro in squadra è stato fondamentale: progettare, incontrare i docenti, lavorare con gli studenti è stato possibile solo grazie ad un efficace lavoro d'equipe. Parallelamente alla collaborazione col Centro Antiviolenza ho portato avanti altre attività: ho lavorato come formatrice in un ente di formazione - con giovani in condizione di disagio sociale e scolastico - e ho svolto attività di docente in materia di pari opportunità in molti corsi formativi e di aggiornamento professionale. Nel 2013 ho vinto un concorso come esperta in tematiche di genere presso il Comune della mia città: ho realizzato un progetto di prevenzione agli stereotipi di genere in un nido di infanzia, con bambini tra i 24 e i 36 mesi. Il progetto - che è stato pubblicato sul sito di Anci, tra le buone pratiche promosse dai comuni - era finalizzato alla prevenzione degli stereotipi e si articolava in due fasi: una di osservazione delle modalità di gioco dei bambini (all'interno di situazioni strutturate) e una di restituzione ai genitori. Questa seconda fase ha permesso ai genitori di confrontarsi sul tema, chiarendo dubbi e perplessità e ha favorito una nuova consapevolezza sia rispetto agli stereotipi sia rispetto alle implicazioni che essi hanno sulle pari opportunità uomo-donna. Ho lavorato, inoltre, come educatrice in una comunità di accoglienza per giovani donne - con disagio sociale - e i loro bimbi. Qui mi sono occupata sia di gestire le relazioni tra i nuclei familiari e monitorare l'educazione e la formazione dei bambin* ospiti. Alla fine del 2014 ho deciso di trasferirmi in Toscana: attualmente collaboro con Isos - lgbti empowerment & gender inclusion - nella realizzazione di interventi formativi su tematiche lgbt, pari opportunità, educazione al rispetto delle differenze. Amo molto il mio lavoro anche se mi piacerebbe che la figura del Pedagogista potesse conquistare una dignità (che nei secoli ha avuto ma che ora pare perduta) e una sua ragione d'essere. Per quanto sia felice di aver svolto tutti miei incarichi professionali sotto la qualifica di "educatrice" vorrei poter essere chiamata pedagogista e definirmi tale senza creare imbarazzo tra gli interlocutori che non hanno assolutamente chiaro di cosa si occupi questa figura professionale. Credo che questo cambiamento debba partire anzitutto dai professionisti ed è per questo che ho voluto trasferirmi a Firenze: il confronto coi colleghi e nuove opportunità di crescita sono essenziali per una migliore formazione della mia professionalità.
Contatto e-mail: alessia.dulbecco@alice.it
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/
martedì 20 gennaio 2015
Europa 2020: una nuova economia basata sulla conoscenza
Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Quali sono gli obiettivi attuali dell’Unione Europea? Come si è arrivati ad essi? È bene fare prima una breve premessa sulla storia dell’Unione e sulle politiche sociali dalle origine ai giorni nostri.
Quali sono gli obiettivi attuali dell’Unione Europea? Come si è arrivati ad essi? È bene fare prima una breve premessa sulla storia dell’Unione e sulle politiche sociali dalle origine ai giorni nostri.
Una prima sorta di comunità si ha
col ‘Trattato di Parigi’ del 1951 in seguito alla ‘dichiarazione Schuman’ che
tendeva a regolare i rapporti riguardante gli affari carbo-siderurgici tra
Francia e Germania e ad impedire il riarmo di quest’ultima; con questo trattato
nasce la CECA, ovvero la Comunità Europea del Carbone e dell’acciaio. Ma è nel
1957 che nasce il primo vero e proprio trattato sulla Comunità Europea, cioè il
‘Trattato di Roma’, al quale verranno poi apportate diverse modifiche; nasce la
CEE (Comunità Economica Europea) che diventerà poi CE (Comunità Europea). Con questo
trattato si stabiliva l’importanza di abbattere le barriere per permettere la
libera circolazione di merci, persone, servizi e capitali. La prima modifica al
trattato avviene nel 1986 con l’ ‘Atto Unico Europeo’, il quale stabiliva la
creazione di un libero mercato entro il 1992, anno in cui è stato stipulato il ‘Trattato
di Maastricht’, che ha determinato il passaggio dalla CE all’UE (Unione
Europea). Con questo trattato le politiche sociali diventano un settore
specifico e non sono più soltanto politiche di accompagnamento al lavoro. Nel 1997
col ‘Trattato di Amsterdam’ ci si orienta verso il problema della
disoccupazione e la politica sociale diviene un obiettivo comune. Nel 2001 con ‘Trattato
di Nizza’ ci si prepara a supportare un Europa in allargamento, ad ospitare
cioè i PECO (Paesi dell’Europa Centro Orientale). Nel 2007 col ‘Trattato di
Lisbona’ la Carta dei Diritti fondamentali diviene giuridicamente vincolante.
Questi trattati hanno ovviamente
determinato diverse altre modifiche come la politica di coesione economica e
sociale meglio conosciuta come politica regionale. La politica regionale non
era prevista dal ‘Trattato di Roma’ ma ha il suo fondamento giuridico con l’ ‘Atto
Unico Europeo’. La politica regionale prevedeva la riduzione delle dissonanze
regionali attraverso l’utilizzo dei fondi strutturali. È nel 1988 che avviene
la prima riforma, chiamata ‘Pacchetto Delors 1’ che prevede 5 principi:
sussidiarietà, programmazione, concentrazione, partnership, addizionalità. Gli
obiettivi fino a questo momento sono così numerati: 1, 2, 3, 4, 5°, 5b. Nel 1993
avviene la seconda riforma ai fondi strutturali che prevede l’introduzione dell’obiettivo
6. La terza riforma che riguarda la programmazione 2000-2006 prende il nome di ‘Agenda 2000’. Qui gli obiettivi diventano tre
e riguardano essenzialmente la sviluppo delle risorse umane e la riduzione
delle dissonanze regionali. La quarta riforma denominata ‘programmazione
2007-2013’ ha tre obiettivi non numerati che sono: convergenza, competitività
regionale e occupazione e cooperazione territoriale. L’obiettivo convergenza va
a supporto delle regioni con un PIL del 75% inferiore alla media; l’obiettivo competitività
regionale e occupazione cerca di creare nuovi posti di lavoro anticipando la
realtà socio-economica; la cooperazione territoriale consiste nella
collaborazione da parte di due o più regioni che pur non appartenendo ad uno
stesso Paese ma che confinano o che condividono lo stesso mare, possono far
fronte comune ai problemi condivisi e ricercare una soluzione. L’ultima riforma
si chiama ‘Europa 2020’, riguardante la politica di coesione 2014-2020. Essa mira
ad un’economia basata sulla conoscenza, quindi sulla crescita intelligente,
sostenibile ed inclusiva. Adottata nel Marzo del 2010, è basata sul partenariato,
cioè sulla condivisione di problemi. Sono state stabilite sette priorità
chiamate ‘iniziative faro’ riguardanti: il miglioramento e lo sviluppo delle
competenze, il sostegno ai ricercatori, il supporto alle imprese per superare
la crisi. Queste priorità sono coinvolte al sostegno delle Regioni in via di
sviluppo.
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/
domenica 21 dicembre 2014
Educatori senza frontiere
Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Inizialmente il progetto lanciato dall’associazione “Educatori Senza Frontiere” incontrò alcune istituzioni come medici senza frontiere e iniziative religiose sul territorio africano. L’idea nasce da un viaggio in Madagascar nel 2003. Quest’associazione offre una formazione per coloro che hanno una laurea, triennale o specialistica, nel settore dell’educazione e della formazione e si svolge solitamente dal mese di Novembre a Maggio concentrata in un week end al mese nelle sedi di Roma e Milano. I progetti maggiori si svolgono in Angola, Brasile, Honduras, Madagascar, Ruanda. Lo strumento che sta alla base delle esperienze degli educatori durante il loro soggiorno è il diario, in cui annotano sensazioni, momenti, dettagli, sorrisi, nomi. Al centro della loro educazione c’è la metafora del viaggio. Di seguito la citazione di uno dei loro libri che ritengo più toccante:
Inizialmente il progetto lanciato dall’associazione “Educatori Senza Frontiere” incontrò alcune istituzioni come medici senza frontiere e iniziative religiose sul territorio africano. L’idea nasce da un viaggio in Madagascar nel 2003. Quest’associazione offre una formazione per coloro che hanno una laurea, triennale o specialistica, nel settore dell’educazione e della formazione e si svolge solitamente dal mese di Novembre a Maggio concentrata in un week end al mese nelle sedi di Roma e Milano. I progetti maggiori si svolgono in Angola, Brasile, Honduras, Madagascar, Ruanda. Lo strumento che sta alla base delle esperienze degli educatori durante il loro soggiorno è il diario, in cui annotano sensazioni, momenti, dettagli, sorrisi, nomi. Al centro della loro educazione c’è la metafora del viaggio. Di seguito la citazione di uno dei loro libri che ritengo più toccante:
“L’educatore errante[…]
ha un occhio animale esercitato a distinguere le aurore e le tempeste. Lo frega
il cuore. Sente il dolore dall’altra parte dell’oceano, annusa la sofferenza
come fosse la sua sposa, coglie l’immenso sul tavolo di lavoro, fraternizza con
il diverso perché l’alterità è la sua pelle.”
Un mondo da scoprire.
Un’esperienza di vita da prendere seriamente in considerazione.
Bibliografia
Mazzi A. (2013), Educatori senza frontiere. Diari di
esperienze erranti, Erickson, Trento
Sito
ufficiale
http://www.educatorisenzafrontiere.org/
Pagina facebook
https://www.facebook.com/pages/Educatori-Senza-Frontiere/408314019183774?fref=ts
Link Amazon
https://amzn.to/2zeDbUC
Link Amazon
https://amzn.to/2zeDbUC
martedì 9 dicembre 2014
Requisiti per insegnare negli USA
Dott.ssa Filomena Fuduli Sorrentino
Numerosi lettori de LA VOCE di New York mi scrivono domandandomi come si diventa docenti d’italiano negli USA, in particolare, come fare per insegnare nello stato di NY. Impossibile rispondere a tutti, per cui ho deciso di scrivere un articolo cercando di soddisfare le domande dei miei lettori. Una delle numerose lettrice mi ha scritto chiedendomi: “Gentile professoressa, mi chiamo Elisabetta Pace e le scrivo in merito a un suo articolo che leggevo sull'insegnamento a New York. Volevo gentilmente chiederle se può darmi qualche indicazione per capire quali sono i requisiti per insegnare italiano a New York, poiché contavo di trasferirmi. Sono in possesso di una laurea triennale in lettere moderne, insegno italiano agli stranieri da tre anni e a breve sosterrò l'esame d’inglese livello b2 Cambridge. Mi scuso se mi sono permessa di contattarla ma purtroppo non conosco nessuno che può darmi qualche indicazione precisa, e leggendo della sua esperienza come insegnante ho pensato di scriverle. La ringrazio anticipatamente e mi scuso ancora per il disturbo. Cordiali saluti Elisabetta Pace” (Pubblicata con il suo permesso).
Carissima Elisabetta, e altri lettori e lettrici che mi avete scritto chiedendomi le stesse informazioni. Per diventare docenti d’italiano, abilitati all’insegnamento nelle scuole pubbliche, tutti gli stati degli USA richiedono un minimo di una laurea di quattro anni con specializzazione nell’istruzione (education). I requisiti per l’insegnamento dell’italiano nelle scuole pubbliche si concentrano su questioni pedagogiche e conoscenze fondamentali dell'apprendimento e insegnamento come: La linguistica, la cultura, e la ricerca, con specializzazione per l’insegnamento agli studenti di livello secondario o elementare.
Inoltre, alcuni stati richiedono che gli insegnanti ottengono un master nelle arti d’istruzione (MA), o un master nelle scienze d’istruzione (MS in education), completato entro cinque anni dal completamento della loro laurea e abilitazione iniziale, e NY è uno di questi stati.
Oltre a ciò, è molto importante sapere l’inglese molto bene, tenendo presente che fuori dall’Italia s’insegna l’italiano come lingua straniera e non come L2. Molti confondono la differenza tra insegnare una lingua straniera e insegnare una seconda lingua. Per fare un esempio, negli USA s’insegna l’inglese come seconda lingua (ESL) e gli altri idiomi come lingue straniere, mentre in Italia gli studenti stranieri imparano l’italiano come seconda lingua ma l’inglese e le altre lingue come idiomi stranieri (EFL). Detto questo, nelle scuole pubbliche degli USA il metodo di totale immersione della lingua italiana non funziona perché bisogna dare spiegazioni anche in inglese. Nelle scuole pubbliche di NY gli studenti non imparano tutti allo stesso modo o con la stessa velocità, quindi bisogna differenziare con l’istruzione e seguire gli standard dello Stato di NY che sono bilingue. Come se tutto questo non bastasse, ci sono anche i National Common Core Standards(CCS) che sono “Language and Literacy” (lingua e alfabetizzazione). I CCS richiedono a tutti gli insegnanti di aiutare gli studenti a migliorare sia la lettura e sia la scrittura in inglese. Comunque, se s’insegnano i livelli alti, e a studenti motivati, si usa solo l’italiano, ma ai colloqui di lavoro i docenti sono valutati sulla qualità del loro inglese, sia parlato e sia scritto, e non solo sulla qualità dell’italiano.
Tornando ai programmi per i docenti d’italiano, il loro obiettivo è di preparare insegnanti professionisti con una solida base di corsi di lingua: alfabetizzazione, linguistica, teorie d’acquisizione, e apprendimento seguendo una serie di approcci didattici per l’insegnamento del lessico, sia comunicativo e sia comprensivo. Perciò i docenti ricevono molta preparazione anche sulle diverse culture ed etnicità, in modo che una volta entrati nelle classi di lingua possano soddisfare l’esigenza e la diversità degli alunni americani.
Non sono molto informata sulla laurea triennale di cui parla Elisabetta, di solito negli USA i corsi di laurea per docenti, presso un accreditato college/università, sono completati in quattro anni. Un BA o BS richiede un totale di 128 crediti, tra cui 64 nelle materi umanistiche, 28 di lingua, e il resto di pedagogia, didattica, e pratica d’istruzione (tirocinio). I programmi di master durano da uno a due anni e possono essere di 34-44 crediti. Ottenendo l’abilitazione con il BA o il BS ne bastano trentaquattro crediti, ma senza se ne devono completare quarantaquattro. Lo studio per il master si concentra sia sulla teoria e sia sulla pratica dell’insegnamento e apprendimento, ma anche sullo sviluppo adolescenziale, sugli studenti con problemi d’apprendimento o con bisogni speciali, sulla pedagogia, sulle prospettive interculturali, la valutazione delle competenze linguistiche, la ricerca l'acquisizione della lingua, e sui diversi metodi e tecniche d’insegnamento comunicativo della lingua attraverso i contenuti.
Poi ci sono i requisiti per l’abilitazione, i quali variano notevolmente da stato a stato. La maggior parte delle università negli USA ha livelli di abilitazione secondo lo stato in cui i futuri docenti vogliono insegnare, le abilitazioni sono scuola primaria (elementare 1-6) o secondaria (7-12). Ci tengo a sottolineare che per insegnare nelle scuole pubbliche, oltre all’abilitazione all’insegnamento della lingua che si vuole insegnare (NYS certified), la legge richiede che i docenti abbiano le impronte digitali controllate prima di fare una domanda d’insegnamento in una scuola pubblica. Le impronte digitali devono risultare senza nessun precedente criminale. Nessuno può lavorare in un istituto scolastico pubblico senza aver avuto il controllo delle proprie impronte digitali. Il costo per il controllo delle impronte è di $100.00.
Insegnando bisogna sempre ricordare che lo Stato ha il potere di ritirare l’abilitazione agli insegnanti che non seguono le regole /leggi delle scuole pubbliche. Ottenere l’abilitazione non è facile perché si devono superare tre esami che durano quattro ore ciascuno. Si possono dare due esami per volta, uno di mattina e uno di pomeriggio, e si possono ripetere fino a quando si superano, ma costano $ 119.00 ognuno, e se non si passa un esame la prima volta, si ripaga il costo. Ogni volta che si dà un esame statale, l’impronta del pollice destro del docente è impressa sul test.
Infine, per ottenere l’abilitazione all’insegnamento molti stati richiedono i seguenti requisiti: Laurea in istruzione da un'università accreditata con un programma di formazione per insegnanti. Il superamento di esami specifici dallo stato in cui si vuole insegnare o l'esame PRAXIS. Molti Stati richiedono agli insegnanti di completare il Master in cinque anni. http://certificationmap.com/states
Liberal Arts and Sciences Test (LAST) (http://www.nystce.nesinc.com/NY_testinfo.asp?t=001)
Assessment of Teaching Skills Written (Secondary ATS-W)
Filomena Fuduli Sorrentino, insegna alla South Middle School, ECSD, Newburgh, NY. Nata e cresciuta in Italia, calabrese, vive a New York dal 1983. Diplomata alla scuola Magistrale in Italia, dopo aver studiato alla SUNY, si è laureata alla NYU- Steinhardt School of Culture, Education, and Human Development, con un BS e MA in Teaching Foreign Languages & Cultures. Dal 2003 insegna lingua e cultura italiana nelle scuole pubbliche a tempo pieno e nelle università come Adjunct Professor. È abilitata dallo Stato di New York all’insegnamento nelle scuole pubbliche delle lingue italiana 1-6 & 7-12, ESL K-12 e spagnola 1-6 & 7-12
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/
Iscriviti a:
Post (Atom)
-
Dott.ssa Francesca Andreoli La comunità per tossicodipendenti si è contraddistinta per il riconoscimento e il rispetto della dignità uman...
-
Il 20 settembre 2023 ho sostenuto e superato il Concorso per l'ammissione alla facoltà di Scienze della Formazione Primaria presso l...
-
Dott.ssa Maddalena di Rosa 💚Laureata in Scienze Pedagogiche con 110 e lode 💚Laureata in Lettere con 110 e lode Spesso i luoghi comuni ci...
Come superare il test di Scienze della Formazione Primaria
Il 20 settembre 2023 ho sostenuto e superato il Concorso per l'ammissione alla facoltà di Scienze della Formazione Primaria presso l...
