Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Commenti critici e commenti cattivi. Perchè è importante fare questa distinzione? Perchè è sempre più evidente che ci sono tante persone sui social che sentono il bisogno di scrivere commenti distruttivi e a volte lo fanno senza aver neanche letto il contenuto. Spesso si tratta anche di bambini e ragazzini. Cosa ci fa capire questo? Ci fa capire che si tratta di un'emergenza importante nel nostro tempo. C'è un bisogno di educare alla criticità, nel caso dei minori in particolare c'è la necessità di educare ad un corretto uso dei media e più in generale c'è bisogno di educare al rispetto umano.
https://www.youtube.com/watch?v=lWJu-wnISTc
mercoledì 19 febbraio 2020
lunedì 10 febbraio 2020
L’educatore di comunità tra cura e ascolto
Dott.ssa Paola Perillo
Il
giorno 14 marzo 2020 dalle ore 10:00 alle ore 12:00 presso la sede dell’ASSOCIAZIONE
PESTALOZZI, in Via Armando Diaz 54 Portici (Na), si terrà il seminario di
formazione: “L’educatore di comunità tra cura e ascolto”.
Questo
seminario si pone l’obiettivo di offrire una panoramica conoscitiva sulla
realtà delle comunità alloggio che ospitano minori a rischio, indagandone
l’evoluzione storico-legislativa, le tipologie, il regolamento organizzativo e
la strutturazione dei ritmi di vita quotidiana al suo interno. Il focus di
questo incontro si concentrerà sulla figura dell’educatore che opera in questo
contesto, analizzando tutte le competenze meramente “tecniche” e soprattutto
quelle “umane” che in genere caratterizzano le professioni d’aiuto. Lo scopo è
favorire nei partecipanti l’acquisizione delle conoscenze relative agli
strumenti, ai metodi e agli obiettivi che guidano e permettono la realizzazione
di una proficua azione educativa rivolta ai minori a rischio.
Saranno
illustrate nella pratica le modalità di approccio alla documentazione con cui
l’educatore di comunità entra in contatto nello svolgimento del proprio lavoro
e sarà previsto un momento conclusivo di riflessione attraverso racconti e casi
di studio.
Il
seminario è rivolto ad insegnanti, docenti di sostegno, educatori, studenti e
appassionati di scienze dell’educazione, sociologia e psicologia e operatori di
settore.
Verrà
rilasciato un attestato di partecipazione che andrà ad arricchire il background
culturale e il curriculum formativo di coloro che prenderanno parte a questo
evento.
Vi
aspetto, non mancate!
domenica 9 febbraio 2020
ALCHIMIE CREATIVE Idee e suggerimenti per un laboratorio di scrittura creativa
Dott.ssa Veronica Mosca
La scrittura creativa è uno strumento che racchiude molte
potenzialità e può essere un volano non solo per esprimere sé stessi ma anche
per sostenere gli altri nel coltivare le proprie emozioni e imparare a narrarle
in forma scritta.
La creatività intesa non solo come estro artistico ma come
diversa angolazione e prospettiva nell’osservazione delle situazioni
quotidiane. Stimolare la creatività significa conoscersi meglio ed esplorare le
proprie risorse.
Il seminario si rivolge ai professionisti che per svariati
motivi e finalità di natura specialistica devono attuare un laboratorio di
scrittura creativa con un certo numero di discenti.
Un laboratorio può essere strutturato in più incontri, una
prima fase è di natura conoscitiva, occorre imparare a conoscersi, a fidarsi
dei propri compagni e imparare ad affidarsi al professionista che tiene il
laboratorio. In una seconda fase durante il laboratorio si mettono in atto delle
tecniche per stimolare la fantasia e la propria attitudine al racconto. Un
laboratorio, data la sua natura esperienziale e non teorica, è flessibile e
ognuno può lavorare su un obiettivo diverso. E’ tipico trovare all’interno di
uno stesso laboratorio uno storyteller alla ricerca di nuovi stimoli, o un
professionista dell’ambito dell’educazione che vuole conoscere nuove tecniche
da applicare in altri contesti.
Il seminario di formazione (che si terrà il 22 febbraio 2020) si pone l’obiettivo di suggerire
consigli e fornire strumenti utili ai fini di una corretta realizzazione di un
laboratorio di scrittura creativa. In due ore cercherò di raccontare
sinteticamente come si struttura un laboratorio e soprattutto fornire esempi
pratici da attuare in un laboratorio.
Un aspetto sarà dedicato all’importanza della conoscenza
della grammatica e della ricchezza del lessico, e come è possibile potenziare
questi aspetti grazie ad alcuni semplici esercizi.
Riuscire a confrontarsi con un foglio bianco è un’impresa
per certi versi ostica e superare il “blocco dello scrittore” può essere più
semplice se affrontato in uno spazio protetto che può essere un laboratorio.
Per info e prenotazioni associazionepestalozzi@gmail.com
lunedì 3 febbraio 2020
Intervista ad Alessandra Tramontano
Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Per info associazionepestalozzi@gmail.com
Alessandra
Tramontano vicepresidente dell’associazione Pestalozzi, Esperta delle
problematiche dell’infanzia e dell’adolescenza e Tutor DSA comincia un nuovo progetto
riguardo un ciclo di seminari di formazione.
Si sta
parlando molto di questo progetto. Di cosa si tratta?
È un progetto molto interessante al quale il mio team ed io
stiamo lavorando da diversi mesi. Si tratta di un ciclo di seminari molto
interessanti e con dei relatori molto preparati. Sono veramente contenta del
lavoro che stiamo facendo con tantissima grinta e determinazione.
A chi sono rivolti i seminari?
I seminari sono rivolti a tutti i professionisti che vogliono
migliorare le proprie conoscenze, agli studenti che vogliono coltivare e
aumentare la propria cultura, agli insegnanti per avere nozioni nuove su
laboratorio particolari. Gli argomenti dei seminari sono vari per questo posso
essere rivolti anche a genitori a nonni...
Da quanti anni operate in questo settore?
La nostra associazione è sul territorio porticese da diversi
anni; noi ci occupiamo di Disabilità e di Formazione e già da diversi anni anche
attraverso progetti nelle scuole.
Qual è il feedback di questo progetto?
Devo dire che sono soddisfatta per il discreto riscontro che
stiamo avendo ci arrivano ogni giorno tantissime mail e messaggi whatsapp per
info e per iscriversi ai vari seminari.
Dove si svolgeranno i seminari?
I seminari si svolgeranno nella nostra sede in via A. Diaz,
54 - Portici (NA)
Prima di lasciarci voglio ringraziare veramente tanto tutto
il team che sta lavorando con me da mesi con dedizione e impegno ogni giorno
con la stessa grinta.
Per info associazionepestalozzi@gmail.com
mercoledì 29 gennaio 2020
AL DI LÀ DEGLI OCCHI “Formazione sulla disabilità sensoriale della vista e la conoscenza del Braille”
Dott.ssa Rosa Russo
Il giorno 18 aprile 2020, dalle ore 16:00 alle ore 18:00, presso la sede ASSOCIAZIONE PESTALOZZI, Via Armando Diaz 54 Portici (Na), si terrà il seminario “Al di là degli occhi, formazione sulla disabilità sensoriale della vista e la conoscenza Braille”, un incontro per approcciarsi e riflettere sulle tematiche connesse alla disabilità visiva, promuovendo una maggiore consapevolezza dei processi percettivi attraverso l’uso dei sensi alternativi alla vista (udito, olfatto, tatto e movimento).
Il giorno 18 aprile 2020, dalle ore 16:00 alle ore 18:00, presso la sede ASSOCIAZIONE PESTALOZZI, Via Armando Diaz 54 Portici (Na), si terrà il seminario “Al di là degli occhi, formazione sulla disabilità sensoriale della vista e la conoscenza Braille”, un incontro per approcciarsi e riflettere sulle tematiche connesse alla disabilità visiva, promuovendo una maggiore consapevolezza dei processi percettivi attraverso l’uso dei sensi alternativi alla vista (udito, olfatto, tatto e movimento).
‹‹Un incontro rivolto a
chi vede con il cuore››, sostiene la Relatrice
Russo Rosa.
Il seminario si pone l’obiettivo di tracciare le caratteristiche
generali della disabilità visiva e acquisire le conoscenze e le tecniche
specifiche per l’intervento educativo volto a soggetti con minorazione visiva
per promuovere la cultura dell’inclusione; inoltre sarà dedicata una parte per
acquisire le conoscenze di base della
scrittura Braille e un’altra per l’illustrazione degli ausili tiflodidattici.
Il seminario è rivolto agli educatori, ai docenti
curricolari e di sostegno, ai pedagogisti e studenti a cui verrà rilasciato un
attestato di partecipazione da inserire nel proprio curriculum formativo.
Confido nella vostra presenza!
Info e iscrizione: associazionepestalozzi@gmail.com
lunedì 27 gennaio 2020
LASCIAMOLI GIOCARE. Alla scoperta delle attività pedagogiche – educative nei luoghi dell’infanzia
Dott.ssa Carmela Internicola
Dott.ssa Simona Di Paolo
In pedagogia il gioco riveste un ruolo importante dal punto
di vista sia educativo che relazionale.
Da Froebel a Bruner, Cleparade, Montessori, le sorelle
Agazzi, Piaget, la letteratura è intrisa di teorie che ne valorizzano
l’importanza.
Attraverso il gioco entriamo in relazione con il mondo
circostante, lo esploriamo e lo immagazziniamo. Viene stimolata la creatività,
la curiosità e la spinta emotiva e cognitiva del desiderio di conoscenza.
La dinamica che si realizza nel gioco permette al bambino di
acquisire consapevolezza di sé, di interiorizzare norme, valori e regole
sociali.
Attiva meccanismi di integrazione e di controllo emotivo, di
valutazione e rispetto dei tempi.
Froebel afferma, che il gioco è l’attività
che caratterizza il bambino fino alla fanciullezza. L’educazione deve,
dunque, tendere alla spontanea attività umana senza proporre modelli già
precostruiti, ma dando la possibilità ad ogni individuo di realizzarsi
autonomamente. Attraverso il gioco possiamo scoprire le più intime tendenze di ciascuno.
Il gioco per il bambino è un vero è proprio lavoro di conoscenza ed
adattamento.
Secondo Bruner, il gioco diventa funzionale e
significativo per il bambino, in quanto attraverso di esso egli sperimenta
problemi, soluzioni e comportamenti irreali, facilitando la crescita, la
sperimentazione e l’inventiva. Il gioco viene visto come un processo
fondamentale di esperienza. Bruner sottolinea che il gioco/conoscenza è un
processo di categorizzazione , ossia la tendenza a semplificare i molti
stimoli/dati esterni attraverso il raggruppamento in classi di equivalenza. Più
faccio esperienza, più conosco, più amplio nuove categorie e così via. Da qui
inizia lo sviluppo di un apprendimento consapevole e non più solo spontaneo. Un
imparare ad imparare, quello che poi diventerà la base di un buon apprendimento
scolastico volto all’acquisizione delle competenze.
Cleparade, sostiene che il fanciullo non debba subire condizionamenti nelle
attività ludiche, ossia non debba essere obbligato in attività di cui non ne
sente il bisogno naturale. Questo implica una particolare importanza alla
dimensione dello sforzo, utile per il superamento degli ostacoli che si pongono
fra lui e la meta da raggiungere. Compito di un educatore diventa quello di
suscitare nel fanciullo l’interesse, per far si che egli riesca a superare lo
sforzo. L’interesse si può attivare solo attraverso la stimolazione del
piacere, e l’utilizzo della gioia dell’attrattiva, dimensione, questa,
raggiungibile solo con il gioco. L’educazione deve essere gioiosa e ludica.
La Montessori, porta una grande innovazione in campo educativo,
sovvertendo l’ordine e affermando che il gioco, come fino a quel momento
inteso, è diseducativo, perché porta ad una dispersione dell’intelligenza che
invece deve essere incarnate nel bambino, in tal modo il gioco prende nuova
connotazione.
Il gioco deve essere libero, deve essere uno sviluppo di manifestazioni spontanee
già presenti nel fanciullo. Il gioco, studiato per fasce di età e per categorie
di apprendimento diventa fulcro portante dello sviluppo cognitivo, affettivo e
relazionale sia nel bambino che nell’adulto.
Il gioco va inteso come metodologia didattico-pedagogica per favorire la crescita, sana e
guidata del bambino verso l’età adulta. Diventa uno strumento essenziale nelle
mani di educatori docenti e pedagogisti, per adattare, prevenire e ,
soprattutto, valorizzare attitudini.
Il gioco ci permette di osservare la naturale tendenza del
bambino ad
approcciarsi al mondo e agli altri. Inoltre ci consente di modificare dinamiche
disfunzionali, di interpretare situazioni di disagio e di elaborare progetti
specifici di recupero. Segue tutto l’arco della vita, dall’infanzia alla
vecchiaia. È stato riscontrato, ad esempio in pazienti con alzheimer, quanto il
gioco avesse effetti importanti sul mantenimento di alcune sfere emotive,
quanto fosse funzionale sul mantenimento della memoria. Il gioco tocca la sfera
primitiva istintuale, basti guardare i primati, ad esempio, che si relazionano
attraverso azioni ludiche.
L’aspetto ludico nell’ azione educativa è fondamentale. L’uomo apprende per stimoli e
curiosità, ma soprattutto per appagamento e soddisfacimento dei propri bisogni.
Il gioco dovrà dunque evolversi ed assumere caratteristiche diverse e
diversificate a seconda dell’età. Attirare l’attenzione per trasmettere un
sapere che diventi un apprendimento permanente, questo il compito di un
educatore, questo potrà essere compiuto solo se attuato attraverso una modalità
che mantenga in se l’aspetto ludico.
Il nostro workshop propone una serie di pratiche pedagogiche
– educative attraverso attività ludiche e laboratori didattici, per arricchire
il lavoro delle educatrici, insegnanti, pedagogisti e di tutti coloro che
trascorrono molto tempo con i più piccoli per motivi professionali o personali,
al fine di creare un clima ideale utile per arricchire lo sviluppo emotivo,
relazione e di apprendimento del bambino.
Il prossimo seminario di formazione si terrà a Portici (NA) presso l'Associazione Pestalozzi con sede in Via Armando Diaz, 54. Per informazioni e prenotazioni scrivere a associazionepestalozzi@gmail.com
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#formazione
venerdì 24 gennaio 2020
Infanzia, segni e disegni
Dott.ssa Agnese Ottaviano
Infanzia, segni e disegni.
Infanzia, segni e disegni.
È
questo il titolo del seminario che si terrà il 5 Maggio presso l’Associazione
Pestalozzi di Portici.
Il
disegno infantile è una forma di comunicazione non verbale attraverso la quale
il bambino esprime se stesso. Dal disegno del bambino possiamo capire quali
sono le sue emozioni, il suo vissuto e il suo modo di vedere se stesso e tutto
ciò che lo circonda. Da cosa possiamo capire se lo stato d’animo del bambino è
sereno o se siamo in presenza di situazioni di disagio? Possiamo trarre queste
piccole ma, fondamentali informazioni da alcuni elementi caratterizzanti il
disegno, tipo il tratto, la pressione e lo spazio occupato. Ogni bambino
attraversa delle fasi durante il suo sviluppo grafico-pittorico che vanno dallo
scarabocchio fino al disegno vero e proprio. Quando arriva alla fase del
disegno vero e proprio e si cimenta con forme e figure varie può capitare che
il bambino non disegni esattamente l’oggetto per quello che è ma, lo disegna
nel modo in cui lui stesso lo vede e lo percepisce. Ci sono alcuni disegni in
particolare che mostrano in che modo il bambino vive quella fase della crescita,
perché disegnando proietta in maniera spontanea la sua interiorità e senza
volerlo, ci trasmette dei messaggi. Durante il seminario verranno, quindi,
mostrati alcuni di questi disegni primari tipo la casa, la figura umana e le
loro caratteristiche. Il disegno per alcune figure professionali specializzate
rappresenta uno strumento di indagine per rivelare la personalità del bambino e
attraverso l’interpretazione del disegno risalire ad eventuali situazioni di
sofferenza, disagio e problematicità varie che il bambino vive o percepisce. Lo
scopo del seminario è quello di fornire elementi per conoscere le
caratteristiche di un disegno infantile ed individuare eventuali campanelli
d’allarme da segnalare poi a specialisti del settore di competenza che potranno
effettuarne un’attenta analisi. Verrà presentato anche un breve excursus sul
diritto alla libera interpretazione, sugli autori pionieri del disegno
infantile e sull’importanza della promozione di questa attività che, insieme ad
altre innumerevoli attività, funge da monito per lo sviluppo della creatività.
Vi
aspetto, non mancate!
lunedì 20 gennaio 2020
PROGETTO LAVORO – Strumenti per trovare un lavoro.
Dr.
Girolamo Pirozzi
Come
trovare lavoro in Italia e addirittura nel profondo e disagiato Sud? Sembra
voler cercare un ago in un pagliaio. Eppure è possibile, approcciando in maniera
opportuna al problema e scomponendolo in più fattori che saranno oggetto del
Seminario, previsto il 29/02/2020 c/o l’Associazione Pestalozzi in Via Armando
Diaz, 54 a Portici (NA).
Quali
sono questi fattori da risolvere punto per punto? È presto detto:
1. VISUALIZZARE – Prima del “cosa” viene il
“perché”. Perché lavorare? Capire questo step, per quanto “sciamanico” possa
sembrare, è il punto più importante e difficile di tutti, in quanto bisogna
guardare dentro se stessi. Se state pensando di getto “perché devo guadagnare,
perché devo pagare le bollette, perché devo vivere”, sappiate che questa è una
risposta parziale, siete fuori strada. La risposta imprescindibile al quesito è
“per essere felici”. Il lavoro occupa dalle 4 alle 12 ore delle vostre vite, se
aggiungete le 8 ore di sonno e le 2 che mediamente si perdono in file, attese,
auto, non resta granché. Se non si è consci di questo e non si pone la propria
felicità al primo posto del processo decisionale, non ci si sentirà mai
soddisfatti, né del lavoro né della vita in generale. Naturalmente questo non
significa che, durante la vostra ascesa, non dovrete valutare alcuni
compromessi. Può darsi ad esempio che per diventare primario di cardiologia, si
debbano sostenere gli studi facendo il cameriere. C’è un altro aspetto non da
poco, nell’ambito in questione: chi lavora forzatamente in un ambito che non
sente suo, non sarà mai in grado di eccellere in quanto “siamo più bravi in
quello che più ci piace fare” [Prof. Paolo Preti – Docente di Organizzazione
Aziendale ed esperto di PMI, Università Parthenope di Napoli, 2000].
Pertanto scegliere
un lavoro che ci piace, non è soltanto eticamente auspicabile, ma costituisce anche
la soluzione operativa ottimale per sé e per gli altri.
Dunque, guardando
nel proprio profondo, si potranno fare interessanti ed accrescitive scoperte. Gnōthi
sautón, “Conosci te stesso”, intimava l’Oracolo di
Delfi nel tempio di Apollo. E così può capitare di addivenire ai veri motivi psicologici
per cui in passato si è scelto un certo piano di studi; perché in verità ognuno
di noi, sostanzialmente, inconsciamente, sta cercando di risolvere un problema individuale
o collettivo attraverso una soluzione originale, che solo lui può offrire. E di
cui dev’essere orgoglioso! È il suo personale “verso da aggiungere al mondo”,
per chi ricorda la lezione del Professor Keating ne “L’Attimo fuggente”.
Una volta un
importante ed affermato neuropsicologo con cui ho avuto modo di confrontarmi,
mi raccontò la sua storia personale: era il primo figlio e soprattutto l’unico
maschio della sua famiglia, in tempi in cui ancora non tutti potevano studiare
e in cui vigevano alcuni stereotipi educativi, non del tutto scomparsi. Gli
sarebbe piaciuto fare l’archeologo ma la madre volle che diventasse medico. Mi
disse: “Sai, solo dopo tanti anni, ho capito perché tra i tanti ambiti medici
io abbia scelto proprio neurologia e psicologia: perché fondamentalmente, io
volevo scavare. Solo che invece di farlo nelle sabbie dell’Egitto, lo faccio
nelle menti dei pazienti. Ma alla fine, io il mio sogno l’ho soddisfatto. Per
questo riesco a lavorare bene”. Qual è dunque la vostra passione, cari lettori
o aspiranti lavoratore?
2. CONOSCERE IL SENTIERO – Una volta visualizzata la
missione, occorre formarsi correttamente circa l’obiettivo che si vuol
perseguire, cioè conoscere il più possibile la figura professionale che si vuol
diventare. Questo vuol dire conoscere il percorso completo – fatto, cioè, non
solo degli studi di base, ma anche delle esperienze concrete e dagli aggiornamenti
da mettere in conto. Soprattutto significa comprendere le difficoltà da
affrontare per raggiungere il traguardo intermedio: creare un profilo
effettivamente spendibile. Ci sono molti tipi diversi di difficoltà. Alcune
sono banalmente economiche, inerenti cioè le disponibilità finanziaria per
poter spesare determinati studi o corsi; altre sono resistenze personali,
oppure sociali di accettazione, come una famiglia di stipendiati che, per
semplice preoccupazione, avversa un figlio che vuol diventare libero
professionista. Altre ancora attengono al mercato della specifica figura
professionale, cioè “come vendersi” o “come funziona in Italia quel determinato
mestiere”. Ad esempio, chi volesse fare il commercialista non può più pensare
che basti “una laurea in economia e commercio”, com’è stato magari per mamma e
papà; deve sapere che c’è poi un tirocinio probabilmente sottopagato da fare (cosa
che all’università non ti dicono affatto), e soprattutto deve capire che se ha
ambizioni di superare la soglia dei 1.500€/mese dovrà fare scelte
imprenditoriali dopo 5 anni di gavetta o non diverrà mai il “dominus” di un
proprio Studio Commerciale.
3. COME RICERCARE LAVORO – Esistono strumenti
differenti, per entrare in contatto con la domanda di lavoro, ovvero con le
aziende e gli enti. Dalle società di lavoro interinale e di ricerca del
personale, ai motori di ricerca online, ai bandi e concorsi, ai moderni centri
d’impiego nazionale (il vecchio collocamento). Per ciascuno di questi canali,
sussistono poi ulteriori differenziazioni tra gli operatori che agiscono al
loro interno. Ed esistono ragioni precise per cui alcuni provider funzionino
meglio di altri, come pure vi sono ragioni per le quali, in base alla tipologia
di figura professionale, può essere più utile un motore di ricerca piuttosto
che un altro: è facile capire che collocare un operaio sia diverso rispetto a
collocare un impiegato, così come diverso ancora sia collocare un
professionista o un manager.
4. STRUMENTI PER PROPORSI – Individuati i canali più
opportuni, occorre poi dotarsi di strumenti di comunicazione efficace della
propria figura professionale, delle proprie competenze ed esperienze. Non
esiste un metodo unico universale per redigere il miglior curriculum vitae.
Esistono tuttavia una gran quantità di piccoli dettagli che vanno curati
attentamente per valorizzare la propria figura professionale e la propria
storia lavorativa. Alcuni sono stratagemmi testuali, attinenti cioè all’uso
delle parole, ai messaggi che si desidera far passare; altri attengono proprio
agli strumenti tecnici (ad esempio avere un indirizzo email adeguato, che non
sia pollicino82@hotmail.it); molti altri ancora sono inerenti la grafica, tali
cioè da agevolare la leggibilità e la comprensione. Occorre mettersi nei panni
del selezionatore, nei panni cioè di chi deve leggere non soltanto il vostro
curriculum bensì magari 30 CV in un giorno, e decidere se contattarvi o meno.
Al corso, avendo fatto questa esperienza nelle Human Resource, potrò indicare
alcuni dettagli interessanti, spesso sottovalutati. La scelta del formato e la
disposizione delle informazioni dipende anche dal tipo di figura professionale
in questione; non sempre l’europass è infatti da prediligere. Così come non
sempre occorre scrivere tutto.
5. SOSTENERE IL COLLOQUIO – Ed eccoci al “momento verità”. Perché il colloquio di lavoro è un po’ come Alessandro Borghese a “4 ristoranti”, può rivoluzionare completamente l’esito di una selezione già durante il contatto telefonico, ma a maggior ragione dal vivo, qualora siate “arrivati in finale”. Un ottimo CV non varrà mai quanto una buona stretta di mano o la vostra capacità di essere reattivi, umili, esplicativi, propositivi. Durante il seminario PROGETTO LAVORO del 29/02/2020 vi illustrerò anche alcune tecniche di comunicazione non verbale, che in qualche modo sono potenti tanto quanto le vostre argomentazioni. Il mio personale obiettivo è quello di rendervi più sicuri di voi stessi, dotandovi di armi e munizioni tali per cui, alla fine, prima o poi, ce la farete a trovare il vostro spazio e la vostra dimensione nel mercato del lavoro.
Per
info e prenotazioni: associazionepestalozzi@gmail.com
lunedì 25 novembre 2019
Si ricercano su Portici (NA) 20 docenti formatori
Dott.ssa Maddalena Di Rosa
L’associazione Pestalozzi è un’associazione di promozione sociale ormai presente da diversi anni sul territorio campano con cui collaboro da diverso tempo. Si occupa di diversi progetti che hanno luogo sia presso la propria sede a Via Diaz, 54 – Portici (NA), sia in strutture statali. La presidente dell’associazione Angela Tramontano e la vicepresidente Alessandra Tramontano sono molto sensibili al tema della disabilità e per questo si attivano per diverse iniziative di beneficenza, al fine cioè di offrire alcuni servizi gratuiti alle famiglie dei ragazzi diversamente abili. È per questo che il team dell’associazione è sempre alla ricerca di nuove iniziative per raccogliere fondi per queste famiglie.
L’associazione Pestalozzi è un’associazione di promozione sociale ormai presente da diversi anni sul territorio campano con cui collaboro da diverso tempo. Si occupa di diversi progetti che hanno luogo sia presso la propria sede a Via Diaz, 54 – Portici (NA), sia in strutture statali. La presidente dell’associazione Angela Tramontano e la vicepresidente Alessandra Tramontano sono molto sensibili al tema della disabilità e per questo si attivano per diverse iniziative di beneficenza, al fine cioè di offrire alcuni servizi gratuiti alle famiglie dei ragazzi diversamente abili. È per questo che il team dell’associazione è sempre alla ricerca di nuove iniziative per raccogliere fondi per queste famiglie.
Il
nuovo progetto che sta per partire, riguarda un ciclo di seminari tenuti da
diverse figure professionali che si impegneranno ad informare ed aggiornare
studenti e professionisti su tutti gli ambiti dell’educazione, della formazione
e della comunicazione (queste le aree principali, ma il team dell’associazione
è aperto anche ad altre proposte).
Per
chiunque fosse interessato ad aderire a questo nobile progetto, e a ricevere
maggiori informazioni, è possibile inviare la propria candidatura con la
proposta del seminario da svolgere all’indirizzo e-mail associazionepestalozzi@gmail.com
martedì 14 agosto 2018
Molestie e abusi sessuali
Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Negli ultimi giorni mi sono trovata a riflettere su un tema molto delicato: la violenza sessuale (nella sua accezione più ampia).
Negli ultimi giorni mi sono trovata a riflettere su un tema molto delicato: la violenza sessuale (nella sua accezione più ampia).
Qualche anno fa mi è
capitato di subire minacce da parte di una persona che conoscevo. Questa esperienza
per me è stata traumatica. Il solo pensiero che qualcuno potesse abusare di me
mi aveva sconvolta, spaventata, scottata nel profondo. Ho ripensato, poi, a
quando ho seguito un corso di formazione a Napoli durato sei mesi dal titolo
“Caregiver”, rivolto a chi fosse interessato ad assistere anziani con Alzheimer
o con demenza senile. Ad un certo punto del corso una psicoterapeuta ci fece
fare un esercizio che coinvolgeva tutti. L’esercizio consisteva nel chiudere
gli occhi e abbracciare una persona. Tutte le coppie erano state formate dalla
psicoterapeuta che teneva il corso. Subito dopo la formazione delle coppie, una
donna di circa 70 anni che era lì per capire come assistere il marito malato, chiese
di essere esonerata dall’esercizio perché all’età di 11 anni era stata
violentata e non riusciva ad avere nessun tipo di contatto fisico con un uomo
eccetto che con suo marito. Erano passati 60 anni e forse più, e quella ferita
era ancora aperta. È stata una scena che non dimenticherò mai e a cui penso
spesso quando si parla di questo tema.
Penso a me e quanto
è un trauma ripensare a quella triste vicenda e a quanta paura mi fa ancora. E
ripenso a quella donna e a tutte le vittime che come lei hanno subito violenze
fisiche e psicologiche e so che a confronto un evento drammatico come quello di
una violenza sessuale è inimmaginabile. Credo che sia uno dei dolori più grandi
al mondo, difficile da superare. Un dolore che cambia per sempre l’esistenza di
una persona e che solo chi ha provato può capire.
Queste esperienze
orribili sembrano così lontane dalla nostra realtà. Sembrano cose che accadono
solo nei film o che al massimo si sentono al tg, ma le percepiamo sempre come
un qualcosa di lontano da noi. Purtroppo non è così. Probabilmente tutti
conosciamo una vittima di stupro, ma pochi di noi lo sanno; perché parlare di
esperienze brutte fa male, perché denunciare non è facile, perché chi ha fatto
del male a volte è una persona conosciuta o addirittura un parente. Quanto può
essere devastante quest’ultimo caso? Un sentimento contrastante di amore-odio verso
una persona in cui si riponeva fiducia e che poi ci ha tradito. Come si può
superare tutto questo? A chi bisogna rivolgersi?
L’aspetto
legale
Articolo
609 bis Codice penale
(R.D.
19 ottobre 1930, n.1398)
(1) Chiunque, con
violenza o minaccia o mediante abuso di autorità (2) costringe taluno a
compiere o subire atti sessuali (3) è punito con la reclusione da cinque a
dieci anni.
Alla stessa pena
soggiace chi induce taluno a compiere o subire atti sessuali (4):
1) abusando delle
condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del
fatto (5);
2) traendo in
inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra persona
(6).
Nei casi di minore
gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi (7).
(1) Il presente
articolo è stato aggiunto dalla l. 15 febbraio 1996, n. 66.
(2) Viene
considerato presupposto necessario di tale delitto che l'atto sessuale sia
associato al costringimento del soggetto passivo che può aversi tramite
violenza fisica sulla persona o sulle cose, minaccia, intesa come violenza
morale, e abuso di autorità, tanto di pubblica autorità (ad es. nei confronti
di un soggetto detenuto), tanto di autorità privata (ad es. tra datore di
lavoro e lavoratore).
(3) Si tratta di
atti espressione di un appetito o di un desiderio sessuale, che quindi
riguardano zone erogene differenti, idonei al contempo ad invadere la sfera
sessuale del soggetto passivo mediante costringimento. Vi rientrano dunque
diverse tipologie di atti, dal momento che il legislatore ha adottato una
definizione onnicomprensiva, sostitutiva di quella vigente in precedenza e che
era incentrata sulla distinzione tra congiunzione carnale (intesa come
qualsiasi forma di compenetrazione corporale che consenta il coito o un
equivalente abnorme di esso), ed atti di libidine violenti (intesi come ogni
forma di contatto corporeo diversa dalla penetrazione, che, per le modalità con
cui si svolge, costituisca inequivoca manifestazione di ebbrezza sessuale).
(4) Il comma secondo
comprende due ipotesi di violenza sessuale mediante induzione cioè posta in
essere non mediante azione diretta sulla persona offesa, ma secondo modalità
specificamente descritte idonee a suggestionare la volontà della vittima, che
sostituiscono l'abrogato delitto di violenza carnale presunta ex rat. 519,
comma secondo.
(5) La condizione di
inferiorità deve sussistere al momento dell'atto sessuale e si riferisce non
solo alla condizione di minorazione o deficienza dovuta a patologie organiche o
funzionali, ma anche alla situazione di carenze affettive e familiari.
(6) Il riferimento
non è tanto alla sostituzione fisica quanto alla falsa attribuzione di
generalità, status, qualifica e qualità personali (come ad esempio nel caso di
soggetto che si finge medico).
(7) È circostanza
attenuante ad effetto speciale ex art. 63 che ricorre quando, con riferimento
ai mezzi, alle modalità, alle circostanze dell'azione, si ritiene che la
libertà personale o sessuale della vittima sia stata compressa in maniera meno
grave.
Uno dei primi passi
è sicuramente quello di andare da un avvocato per capire quali possono essere
le soluzioni legali a questi tragici eventi.
L’aspetto
psicologico
La violenza sessuale
ha indubbiamente delle ripercussioni a livello psicologico e gli effetti più
diffusi sono generalmente: ansia, stress, paura, senso di colpa, vergogna, depressione,
disturbo da stress post traumatico e tentativi di suicidio[1].
L’aspetto
emotivo
Si parla di violenza
sessuale, di tutte le definizioni e differenze con lo stupro, le molestie e
l’abuso; di tutte le leggi e gli articoli di riferimento e le relative
conseguenze penali; di tutte le teorie psicologiche sulle cause che spingono
gli aggressori e le conseguenze sulle vittime. Il problema è che non si tratta
di definizioni, teorie, probabilità o statistiche. Si tratta di persone, di
bambine e di bambini, di donne e, suona strano, ma anche di uomini che hanno
subito grandi torture. E anche se all’apparenza stanno bene ovviamente non è
così; anche se ci sono persone che con la loro presenza e il loro affetto
sostengono le vittime di queste violenze purtroppo non è abbastanza.
Un percorso
psicologico è fondamentale per scavare a fondo e cercare il modo di accettare,
superare e continuare a vivere con serenità.
Un percorso legale è
una strada da percorrere se si vuole provare a salvare future vittime.
mercoledì 29 novembre 2017
Scrivere una tesi di laurea: le varie opzioni
Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Uno dei momenti peggiori della vita di uno studente
universitario è quando arriva il momento di scrivere la tesi di laurea. Non
sempre si studia durante il proprio percorso formativo come svolgere questo
lavoro e spesso capita di sentirsi allo sbaraglio, al punto di pensare di voler
mollare tutto.
La sensazione di panico che assale il laureando è molto
comune e le reazioni sono infinite:
- Copiare da internet: non sapendo da dove cominciare alcuni studenti hanno la brillante idea di scaricare tesi trovate su internet senza neanche sprecarsi a cambiare il titolo della tesi, facilitando il compito del docente che nella migliore delle ipotesi può fare un richiamo (e in questo caso ce la si cava con una ramanzina) e nella peggiore può far scattare una denuncia per plagio, poiché copiare per intero un lavoro già pubblicato da un’altra persona e attribuirsene il merito è reato.
- Scrivere a caso: una delle soluzioni che troppo spesso viene adottata è quella di scrivere a caso tutto quello che si trova sull’argomento in questione senza un filo logico, un inizio, un obiettivo, ecc. svolgendo in questo modo un lavoro disordinato e tutt’altro che innovativo e originale.
- Consultare internet: i pro e i contro della ricerca in internet sono sempre gli stessi: “la fonte è affidabile?”, “l’informazione che sto leggendo è completa e totalmente esatta?”.
- Chiedere consiglio ad amici, parenti e conoscenti: al termine del proprio percorso di studi (e forse anche prima) si realizza che l’esperienza universitaria è soggettiva, quindi anche se si chiede consiglio a qualcuno che si è già laureato (anche con lo stesso docente) si riceveranno i consigli e le opinioni più disparate (che posso comunque risultare utili).
- Affidarsi a dei professionisti: se si parte da un voto non molto alto o se si ha una bella media e si desidera essere all’altezza delle aspettative la soluzione migliore è quella di affidarsi a formatori affidabili e professionisti che sappiano indirizzare il futuro laureato verso le scelte migliori e accompagnarlo passo per passo in questo cammino all’apparenza oscuro, tortuoso e infinito.
La nostra associazione offre servizi di consulenza tesi on
line quindi può seguire studenti da tutta Italia.
Contatti
e-mail: associazioneeducazioneformazione@yahoo.it
Facebook: Associazione “Educazione e Formazione”
Instagram: educazioneformazione
venerdì 13 ottobre 2017
Speak, Habla, Parle, Spricht! Esperti di traduzioni per le tue attività professionali e universitarie
Articolo scritto da Katia D'Angelo, esperta di traduzioni francese/italiano, italiano/francese
Oggi
siamo parte di un’unica immensa società globalizzata. Possiamo essere connessi
con tutto il mondo e condividere il nostro sapere. Per farlo c’è solo un modo:
padroneggiare la torre di Babele, conoscere lingue e culture diverse e scoprire
la bellezza e la meravigliosa possibilità di non sentirsi isolati, di far parte
di un qualcosa di più grande.
È
in questo contesto che la traduzione ci è di aiuto.
Ti
interessa lo studio di altre lingue? Devi superare un esame di lingua? Vuoi
rendere competitiva la tua tesi di laurea inserendo testi in lingue straniere o
renderla fruibile per una platea più vasta e hai bisogno di tradurla? Per i tuoi
studi, le tue ricerche, il tuo lavoro hai bisogno di traduzioni letterarie o di
articoli scientifici? Vuoi essere concorrenziale in ambito lavorativo con un
curriculum vitae che possa esaltare le tue qualità anche in altri stati? Vuoi
lanciare la tua impresa a livello internazionale? Hai bisogno di intrattenere
relazioni internazionali con clienti tramite e-mail o altri tipi di
corrispondenze? Hai bisogno di pubblicizzare un prodotto in altre lingue? Vuoi
mettere in rete il tuo blog, il tuo sito web, la tua pagina facebook, e
comunicarlo in altre lingue? Hai bisogno di tradurre volantini, manifesti, dépliant,
locandine per essere competitivo sul mercato? Lavori in ambito turistico e hai
bisogno di fornire informazioni storiche e culturali di un luogo a turisti
stranieri? Fornisci attività ludiche e vuoi scoprire un metodo adatto per
insegnare i primi elementi di lingua straniera ai piccoli?
Hai
bisogno di un traduttore: una figura professionale che sappia capire le tue
esigenze e trovare la strada giusta per metterti in comunicazione con il mondo.
Non si tratta di semplice traduzione, bensì di padroneggiare al meglio le
strategie comunicative affinché la comunicazione sia efficace.
Effettuiamo
traduzioni in inglese, francese, spagnolo, tedesco.
Dunque, che aspetti? Non dirlo a
pochi. Resta connesso. Dillo al mondo. Dillo in lingue!
Presso la nostra sede ogni tipo di traduzione e consulenza. Per maggiori informazioni contattare in privato
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mercoledì 11 ottobre 2017
Lo Psicologo è un’opportunità, un’opportunità di ripartire
Dott.ssa Battiloro Mariagiulia
Non tutti sanno che i nostri amici, il nostro parrucchiere e la nostra estetista non sono capaci di aiutarci nei veri problemi della vita, eppure noi ci rivolgiamo a loro per qualsiasi dilemma. La verità è che non tutti ammettiamo di aver bisogno di un aiuto, e ancor di più dell’aiuto dello psicologo. Oltre a qualche studente di psicologia e qualche appassionato dell’argomento, il resto della popolazione non crede nei “POTERI” dello psicologo e vede questi professionisti come inutili e inaffidabili. Proprio per questo abbiamo pensato ad un seminario per accrescere la conoscenza sul ruolo dello psicologo e dell’importanza che può avere nella vita di ogni persona. Infatti durante le due ore d’incontro, non solo si parlerà delle tecniche utilizzate dallo psicologo per l’ascolto e la cura, ma anche di pregiudizi, luoghi comuni e stereotipi che ormai aleggiano sulla figura di questi professionisti. Lo scopo principale di tale seminario è di rendere più chiaro a tutti il lavoro che lo psicologo svolge e di quanto possa essere utile non solo a coloro che hanno una qualsiasi patologia psichica, ma anche per chi semplicemente affronta un periodo difficile. Durante queste ore sarà possibile formulare alcune domande e qualsiasi genere di intervento per rendere l’incontro dinamico e interattivo, diversamente sarà possibile esporre i propri dubbi alla fine del seminario. Chiariremo la figura dello psicologo, la sua formazione e chi può farlo. Inoltre spiegheremo la sostanziale differenza tra una psicoterapia e una consulenza. Ancora parleremo della differenza tra lo psicologo e un semplice conoscente affrontando il tema degli stereotipi e dei pregiudizi che caratterizzano tale professione. Infine lasceremo ampio spazio a dubbi e domande di qualsiasi genere. Rivolgersi ad uno psicologo può cambiarti la vita.
Presso la nostra associazione sono disponibili consulenze psicologiche.
Contatti
Instagram: educazioneformazione
mercoledì 4 ottobre 2017
Doposcuola per dsa e supporto genitoriale a Portici (NA)
Dott.ssa Anna Pesce
Il doposcuola accompagna i ragazzi con DSA
durante tutto l'anno scolastico e pone l'obiettivo di supportare i ragazzi in
un percorso verso l'autonomia nello studio e nell'acquisizione di competenze.
Le attività proposte hanno nello specifico l'obiettivo di:
• favorire un percorso verso l'autonomia nell'apprendimento
attraverso (computer, software didattici, tabelle, mappe concettuali, sintesi vocale
ecc)
• favorire metodologie basate sui diversi stili di apprendimento
adeguate alle peculiarità del singolo bambino/ragazzo.
• Migliorare la strategia di studio e la gestione delle situazioni
di difficoltà.
• Favorire la motivazione e l'autostima di sé.
• Instaurare un buon clima di gruppo per favorire il confronto e
lo scambio di informazioni ed emozioni tra ragazzi che hanno un vissuto simile
in modo da comprendere che “ci sono altri come me”.
A chi è rivolto:
• Bambini/e e ragazzi/e della scuola primaria e secondaria di 1° e
2° grado
• Genitori per attività di informazione e di supporto
Quando:
• Su appuntamento dal lunedì al venerdì dalle 15:00 alle 17:00.
Contatti
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Da 150 a 3000 followers in pochi giorni: la moda del momento
Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Da poco ho finito di cimentarmi in un esperimento
sociologico per osservare i riscontri pratici della “realtà” virtuale.
7 miliardi di persone e 21 miliardi di profili instagram…c’è
qualcosa che non quadra. Perché una singola persona ha tre profili instagram
personali? C’è gente che vende followers? Ma soprattutto, c’è gente che ne
compra?
Sono tutti alla ricerca di questa popolarità in fin dei
conti fittizia. Le “fashionblogger” locali cercano disperatamente di mostrarsi
più che possono per accrescere il numero di seguaci, ma osservando con
attenzione questi profili ho fatto scoperte interessanti. All’incirca la metà
dei followers è costituita da contatti in disuso (come attività commerciali che
hanno dichiarato fallimento e non hanno disattivato l’account) e contatti falsi
(alcuni dei quali creati proprio per “autoseguirsi” ed incrementare il numero
di seguaci). Infiniti account di animali domestici (perché?); e ancora contatti
porno e/o comunque gestiti palesemente da preadolescenti e adolescenti.
Anche le ragazze che potrebbero essere considerate meno
attraenti per la società hanno un numero abbastanza elevato di seguaci, molti
dei quali sono consulenti di bellezza, centri benessere, nutrizionisti, palestre
e via discorrendo.
Anche se poche ci sono state critiche riguardo i contenuti
del contatto dell’associazione. Ho motivato la scelta di mettere mie foto perché
sono la Presidente dell’associazione (e anche perché i soci attualmente
iscritti desiderano pubblicare solo le foto delle riunioni e degli eventi) ed
essendo instagram un social riguardante immagini e foto non c’è nulla di male,
anche perché per le nostre attività e i nostri articoli abbiamo la pagina
facebook e il blog.
Alla base basta mettere un po’ di like per farsi notare e
farsi seguire, quindi questa “popolarità” non ha nulla a che vedere con
bellezza, sensualità, o capacità di pubblicare contenuti interessanti.
Perché la scelta di accrescere il numero di followers?
Ovviamente per far conoscere l’associazione al pubblico di giovani adulti
residenti sul territorio italiano. E per fortuna sta funzionando. Grazie a
tutti i nostri seguaci.
Contatti
Instagram: educazioneformazione
Facebook: Associazione “Educazione e Formazione”
martedì 3 ottobre 2017
Le radici della violenza di genere
Dott.ssa Francesca Ruocco
In
una lettera inviata il 10 ottobre del 2007 al quotidiano “la Repubblica”, Rita Levi Montalcini affermava:
[…] le
donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due
pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale
della società.
Si
tratta di una colonna vertebrale su cui gravano pesanti e, spesso, oltraggiosi,
offensivi, pericolosi carichi, frutto di una millenaria cultura fondata sulla
differenza di genere, ossia la differenza tra uomo e donna discendente,
principalmente, dall’idea dell’inferiorità della donna rispetto all’uomo. Quando,
sulla base di tale differenza, vengono perpetrate, da parte dell’uomo, azioni
che conducono o possono condurre a sofferenza fisica o psichica della donna, si
configura la violenza di genere. Tale tipologia di violenza, fino alla sua
estremizzazione che può culminare nell’omicidio della donna stessa, poggia su
basi culturali ancora fortemente radicate nella società di tipo patriarcale.
Dunque, è la componente culturale a rendere il fenomeno della violenza contro
le donne difficile da estirpare perché la cultura, nel senso antropologico del
termine, - ossia l’insieme delle pratiche sociali, politiche, economiche,
religiose, artistiche e scientifiche che caratterizzano la vita di una
determinata società - è per definizione frutto di sedimentazione di comportamenti
e credenze che vanno a consolidarsi nel tempo. Pertanto, cambiare la cultura,
la mentalità di una determinata società richiede precise azioni di
sensibilizzazione al fine di smantellare gli stereotipi e divulgare modelli di
comportamento positivi. Anche la normativa posta a tutela della donna,
elaborata sia in ambito nazionale che internazionale, può risultare efficace e
provvedere alla effettiva protezione e assistenza della donna solo se
affiancata da azioni di prevenzione capaci di sradicare, come anzidetto, la
matrice culturale della violenza di genere. Di fatti, una legislazione idonea
ed adeguatamente applicata ai casi è necessaria per contrastare la violenza
perpetrata contro le donne, tuttavia non risulta sufficiente laddove non viga
l’idea dell’assoluto rispetto dell’individuo, indipendentemente dalla sua
provenienza e/o appartenenza. Dunque, al fine di combattere un fenomeno tanto
diffuso quanto taciuto, come è la violenza di genere, risulta essenziale la sua
piena e completa comprensione che implica un’approfondita analisi delle varie
tipologie di atti violenti che ricadono sotto la medesima definizione, degli
ambiti in cui la violenza può verificarsi, nonché dei dati ufficiali utili
anche per individuare caratteristiche di autori e vittime.
In
conclusione, l’opera di contrasto al drammatico fenomeno della violenza di
genere, affinché possa essere concreta, effettiva, reale dovrebbe incardinarsi
su due binari: uno per così dire normativo, fondato sull’elaborazione di
una legislazione chiara, lineare, di facile applicazione; l’altro, definibile culturale perché improntato al
rinnovamento e allo smantellamento di quegli stereotipi che vedono le donne e
gli uomini imbrigliati in ruoli predeterminati che in un’ottica evolutiva risultano
anacronistici, finanche dannosi.
Ad
oggi, i progressi fatti e i risultati raggiunti nell’ambito di ciò che è stato
definito binario normativo sono
soddisfacenti, seppure restano ancora zone d’ombra da regolare. Lo stesso,
purtroppo, non si può affermare per il cd. binario
culturale, nell’ambito del quale le azioni intraprese dalla società civile,
organizzata in associazioni, risultano fondamentali anche se deboli perché
scarsamente supportate dalle esigue e, talvolta, inidonee azioni istituzionali.
Per chi fosse interessato ad approfondire la tematica è possibile prenotare un seminario di formazione tenuto dalla Dottoressa Ruocco. Per maggiori informazioni scrivere a: associazioneeducazioneformazione@yahoo.it
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