venerdì 24 gennaio 2020

Infanzia, segni e disegni


Dott.ssa Agnese Ottaviano
Infanzia, segni e disegni.
È questo il titolo del seminario che si terrà il 5 Maggio presso l’Associazione Pestalozzi di Portici.
Il disegno infantile è una forma di comunicazione non verbale attraverso la quale il bambino esprime se stesso. Dal disegno del bambino possiamo capire quali sono le sue emozioni, il suo vissuto e il suo modo di vedere se stesso e tutto ciò che lo circonda. Da cosa possiamo capire se lo stato d’animo del bambino è sereno o se siamo in presenza di situazioni di disagio? Possiamo trarre queste piccole ma, fondamentali informazioni da alcuni elementi caratterizzanti il disegno, tipo il tratto, la pressione e lo spazio occupato. Ogni bambino attraversa delle fasi durante il suo sviluppo grafico-pittorico che vanno dallo scarabocchio fino al disegno vero e proprio. Quando arriva alla fase del disegno vero e proprio e si cimenta con forme e figure varie può capitare che il bambino non disegni esattamente l’oggetto per quello che è ma, lo disegna nel modo in cui lui stesso lo vede e lo percepisce. Ci sono alcuni disegni in particolare che mostrano in che modo il bambino vive quella fase della crescita, perché disegnando proietta in maniera spontanea la sua interiorità e senza volerlo, ci trasmette dei messaggi. Durante il seminario verranno, quindi, mostrati alcuni di questi disegni primari tipo la casa, la figura umana e le loro caratteristiche. Il disegno per alcune figure professionali specializzate rappresenta uno strumento di indagine per rivelare la personalità del bambino e attraverso l’interpretazione del disegno risalire ad eventuali situazioni di sofferenza, disagio e problematicità varie che il bambino vive o percepisce. Lo scopo del seminario è quello di fornire elementi per conoscere le caratteristiche di un disegno infantile ed individuare eventuali campanelli d’allarme da segnalare poi a specialisti del settore di competenza che potranno effettuarne un’attenta analisi. Verrà presentato anche un breve excursus sul diritto alla libera interpretazione, sugli autori pionieri del disegno infantile e sull’importanza della promozione di questa attività che, insieme ad altre innumerevoli attività, funge da monito per lo sviluppo della creatività.
Vi aspetto, non mancate!

lunedì 20 gennaio 2020

PROGETTO LAVORO – Strumenti per trovare un lavoro.


Dr. Girolamo Pirozzi
Come trovare lavoro in Italia e addirittura nel profondo e disagiato Sud? Sembra voler cercare un ago in un pagliaio. Eppure è possibile, approcciando in maniera opportuna al problema e scomponendolo in più fattori che saranno oggetto del Seminario, previsto il 29/02/2020 c/o l’Associazione Pestalozzi in Via Armando Diaz, 54 a Portici (NA).
Quali sono questi fattori da risolvere punto per punto? È presto detto:
1.    VISUALIZZARE – Prima del “cosa” viene il “perché”. Perché lavorare? Capire questo step, per quanto “sciamanico” possa sembrare, è il punto più importante e difficile di tutti, in quanto bisogna guardare dentro se stessi. Se state pensando di getto “perché devo guadagnare, perché devo pagare le bollette, perché devo vivere”, sappiate che questa è una risposta parziale, siete fuori strada. La risposta imprescindibile al quesito è “per essere felici”. Il lavoro occupa dalle 4 alle 12 ore delle vostre vite, se aggiungete le 8 ore di sonno e le 2 che mediamente si perdono in file, attese, auto, non resta granché. Se non si è consci di questo e non si pone la propria felicità al primo posto del processo decisionale, non ci si sentirà mai soddisfatti, né del lavoro né della vita in generale. Naturalmente questo non significa che, durante la vostra ascesa, non dovrete valutare alcuni compromessi. Può darsi ad esempio che per diventare primario di cardiologia, si debbano sostenere gli studi facendo il cameriere. C’è un altro aspetto non da poco, nell’ambito in questione: chi lavora forzatamente in un ambito che non sente suo, non sarà mai in grado di eccellere in quanto “siamo più bravi in quello che più ci piace fare” [Prof. Paolo Preti – Docente di Organizzazione Aziendale ed esperto di PMI, Università Parthenope di Napoli, 2000].
Pertanto scegliere un lavoro che ci piace, non è soltanto eticamente auspicabile, ma costituisce anche la soluzione operativa ottimale per sé e per gli altri.
Dunque, guardando nel proprio profondo, si potranno fare interessanti ed accrescitive scoperte. Gnōthi sautón, “Conosci te stesso”, intimava l’Oracolo di Delfi nel tempio di Apollo. E così può capitare di addivenire ai veri motivi psicologici per cui in passato si è scelto un certo piano di studi; perché in verità ognuno di noi, sostanzialmente, inconsciamente, sta cercando di risolvere un problema individuale o collettivo attraverso una soluzione originale, che solo lui può offrire. E di cui dev’essere orgoglioso! È il suo personale “verso da aggiungere al mondo”, per chi ricorda la lezione del Professor Keating ne “L’Attimo fuggente”.
Una volta un importante ed affermato neuropsicologo con cui ho avuto modo di confrontarmi, mi raccontò la sua storia personale: era il primo figlio e soprattutto l’unico maschio della sua famiglia, in tempi in cui ancora non tutti potevano studiare e in cui vigevano alcuni stereotipi educativi, non del tutto scomparsi. Gli sarebbe piaciuto fare l’archeologo ma la madre volle che diventasse medico. Mi disse: “Sai, solo dopo tanti anni, ho capito perché tra i tanti ambiti medici io abbia scelto proprio neurologia e psicologia: perché fondamentalmente, io volevo scavare. Solo che invece di farlo nelle sabbie dell’Egitto, lo faccio nelle menti dei pazienti. Ma alla fine, io il mio sogno l’ho soddisfatto. Per questo riesco a lavorare bene”. Qual è dunque la vostra passione, cari lettori o aspiranti lavoratore?

2.    CONOSCERE IL SENTIERO – Una volta visualizzata la missione, occorre formarsi correttamente circa l’obiettivo che si vuol perseguire, cioè conoscere il più possibile la figura professionale che si vuol diventare. Questo vuol dire conoscere il percorso completo – fatto, cioè, non solo degli studi di base, ma anche delle esperienze concrete e dagli aggiornamenti da mettere in conto. Soprattutto significa comprendere le difficoltà da affrontare per raggiungere il traguardo intermedio: creare un profilo effettivamente spendibile. Ci sono molti tipi diversi di difficoltà. Alcune sono banalmente economiche, inerenti cioè le disponibilità finanziaria per poter spesare determinati studi o corsi; altre sono resistenze personali, oppure sociali di accettazione, come una famiglia di stipendiati che, per semplice preoccupazione, avversa un figlio che vuol diventare libero professionista. Altre ancora attengono al mercato della specifica figura professionale, cioè “come vendersi” o “come funziona in Italia quel determinato mestiere”. Ad esempio, chi volesse fare il commercialista non può più pensare che basti “una laurea in economia e commercio”, com’è stato magari per mamma e papà; deve sapere che c’è poi un tirocinio probabilmente sottopagato da fare (cosa che all’università non ti dicono affatto), e soprattutto deve capire che se ha ambizioni di superare la soglia dei 1.500€/mese dovrà fare scelte imprenditoriali dopo 5 anni di gavetta o non diverrà mai il “dominus” di un proprio Studio Commerciale.

3.    COME RICERCARE LAVORO – Esistono strumenti differenti, per entrare in contatto con la domanda di lavoro, ovvero con le aziende e gli enti. Dalle società di lavoro interinale e di ricerca del personale, ai motori di ricerca online, ai bandi e concorsi, ai moderni centri d’impiego nazionale (il vecchio collocamento). Per ciascuno di questi canali, sussistono poi ulteriori differenziazioni tra gli operatori che agiscono al loro interno. Ed esistono ragioni precise per cui alcuni provider funzionino meglio di altri, come pure vi sono ragioni per le quali, in base alla tipologia di figura professionale, può essere più utile un motore di ricerca piuttosto che un altro: è facile capire che collocare un operaio sia diverso rispetto a collocare un impiegato, così come diverso ancora sia collocare un professionista o un manager.

4.    STRUMENTI PER PROPORSI – Individuati i canali più opportuni, occorre poi dotarsi di strumenti di comunicazione efficace della propria figura professionale, delle proprie competenze ed esperienze. Non esiste un metodo unico universale per redigere il miglior curriculum vitae. Esistono tuttavia una gran quantità di piccoli dettagli che vanno curati attentamente per valorizzare la propria figura professionale e la propria storia lavorativa. Alcuni sono stratagemmi testuali, attinenti cioè all’uso delle parole, ai messaggi che si desidera far passare; altri attengono proprio agli strumenti tecnici (ad esempio avere un indirizzo email adeguato, che non sia pollicino82@hotmail.it); molti altri ancora sono inerenti la grafica, tali cioè da agevolare la leggibilità e la comprensione. Occorre mettersi nei panni del selezionatore, nei panni cioè di chi deve leggere non soltanto il vostro curriculum bensì magari 30 CV in un giorno, e decidere se contattarvi o meno. Al corso, avendo fatto questa esperienza nelle Human Resource, potrò indicare alcuni dettagli interessanti, spesso sottovalutati. La scelta del formato e la disposizione delle informazioni dipende anche dal tipo di figura professionale in questione; non sempre l’europass è infatti da prediligere. Così come non sempre occorre scrivere tutto.

5.    SOSTENERE IL COLLOQUIO – Ed eccoci al “momento verità”. Perché il colloquio di lavoro è un po’ come Alessandro Borghese a “4 ristoranti”, può rivoluzionare completamente l’esito di una selezione già durante il contatto telefonico, ma a maggior ragione dal vivo, qualora siate “arrivati in finale”. Un ottimo CV non varrà mai quanto una buona stretta di mano o la vostra capacità di essere reattivi, umili, esplicativi, propositivi. Durante il seminario PROGETTO LAVORO del 29/02/2020 vi illustrerò anche alcune tecniche di comunicazione non verbale, che in qualche modo sono potenti tanto quanto le vostre argomentazioni. Il mio personale obiettivo è quello di rendervi più sicuri di voi stessi, dotandovi di armi e munizioni tali per cui, alla fine, prima o poi, ce la farete a trovare il vostro spazio e la vostra dimensione nel mercato del lavoro.

Per info e prenotazioni: associazionepestalozzi@gmail.com



lunedì 25 novembre 2019

Si ricercano su Portici (NA) 20 docenti formatori


Dott.ssa Maddalena Di Rosa
L’associazione Pestalozzi è un’associazione di promozione sociale ormai presente da diversi anni sul territorio campano con cui collaboro da diverso tempo. Si occupa di diversi progetti che hanno luogo sia presso la propria sede a Via Diaz, 54 – Portici (NA), sia in strutture statali. La presidente dell’associazione Angela Tramontano e la vicepresidente Alessandra Tramontano sono molto sensibili al tema della disabilità e per questo si attivano per diverse iniziative di beneficenza, al fine cioè di offrire alcuni servizi gratuiti alle famiglie dei ragazzi diversamente abili. È per questo che il team dell’associazione è sempre alla ricerca di nuove iniziative per raccogliere fondi per queste famiglie.
Il nuovo progetto che sta per partire, riguarda un ciclo di seminari tenuti da diverse figure professionali che si impegneranno ad informare ed aggiornare studenti e professionisti su tutti gli ambiti dell’educazione, della formazione e della comunicazione (queste le aree principali, ma il team dell’associazione è aperto anche ad altre proposte).
Per chiunque fosse interessato ad aderire a questo nobile progetto, e a ricevere maggiori informazioni, è possibile inviare la propria candidatura con la proposta del seminario da svolgere all’indirizzo e-mail associazionepestalozzi@gmail.com



martedì 14 agosto 2018

Molestie e abusi sessuali

Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Negli ultimi giorni mi sono trovata a riflettere su un tema molto delicato: la violenza sessuale (nella sua accezione più ampia).
Qualche anno fa mi è capitato di subire minacce da parte di una persona che conoscevo. Questa esperienza per me è stata traumatica. Il solo pensiero che qualcuno potesse abusare di me mi aveva sconvolta, spaventata, scottata nel profondo. Ho ripensato, poi, a quando ho seguito un corso di formazione a Napoli durato sei mesi dal titolo “Caregiver”, rivolto a chi fosse interessato ad assistere anziani con Alzheimer o con demenza senile. Ad un certo punto del corso una psicoterapeuta ci fece fare un esercizio che coinvolgeva tutti. L’esercizio consisteva nel chiudere gli occhi e abbracciare una persona. Tutte le coppie erano state formate dalla psicoterapeuta che teneva il corso. Subito dopo la formazione delle coppie, una donna di circa 70 anni che era lì per capire come assistere il marito malato, chiese di essere esonerata dall’esercizio perché all’età di 11 anni era stata violentata e non riusciva ad avere nessun tipo di contatto fisico con un uomo eccetto che con suo marito. Erano passati 60 anni e forse più, e quella ferita era ancora aperta. È stata una scena che non dimenticherò mai e a cui penso spesso quando si parla di questo tema.
Penso a me e quanto è un trauma ripensare a quella triste vicenda e a quanta paura mi fa ancora. E ripenso a quella donna e a tutte le vittime che come lei hanno subito violenze fisiche e psicologiche e so che a confronto un evento drammatico come quello di una violenza sessuale è inimmaginabile. Credo che sia uno dei dolori più grandi al mondo, difficile da superare. Un dolore che cambia per sempre l’esistenza di una persona e che solo chi ha provato può capire.
Queste esperienze orribili sembrano così lontane dalla nostra realtà. Sembrano cose che accadono solo nei film o che al massimo si sentono al tg, ma le percepiamo sempre come un qualcosa di lontano da noi. Purtroppo non è così. Probabilmente tutti conosciamo una vittima di stupro, ma pochi di noi lo sanno; perché parlare di esperienze brutte fa male, perché denunciare non è facile, perché chi ha fatto del male a volte è una persona conosciuta o addirittura un parente. Quanto può essere devastante quest’ultimo caso? Un sentimento contrastante di amore-odio verso una persona in cui si riponeva fiducia e che poi ci ha tradito. Come si può superare tutto questo? A chi bisogna rivolgersi?

L’aspetto legale
Articolo 609 bis Codice penale
(R.D. 19 ottobre 1930, n.1398)
(1) Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità (2) costringe taluno a compiere o subire atti sessuali (3) è punito con la reclusione da cinque a dieci anni.
Alla stessa pena soggiace chi induce taluno a compiere o subire atti sessuali (4):
1) abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del fatto (5);
2) traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra persona (6).
Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi (7).
(1) Il presente articolo è stato aggiunto dalla l. 15 febbraio 1996, n. 66.
(2) Viene considerato presupposto necessario di tale delitto che l'atto sessuale sia associato al costringimento del soggetto passivo che può aversi tramite violenza fisica sulla persona o sulle cose, minaccia, intesa come violenza morale, e abuso di autorità, tanto di pubblica autorità (ad es. nei confronti di un soggetto detenuto), tanto di autorità privata (ad es. tra datore di lavoro e lavoratore).
(3) Si tratta di atti espressione di un appetito o di un desiderio sessuale, che quindi riguardano zone erogene differenti, idonei al contempo ad invadere la sfera sessuale del soggetto passivo mediante costringimento. Vi rientrano dunque diverse tipologie di atti, dal momento che il legislatore ha adottato una definizione onnicomprensiva, sostitutiva di quella vigente in precedenza e che era incentrata sulla distinzione tra congiunzione carnale (intesa come qualsiasi forma di compenetrazione corporale che consenta il coito o un equivalente abnorme di esso), ed atti di libidine violenti (intesi come ogni forma di contatto corporeo diversa dalla penetrazione, che, per le modalità con cui si svolge, costituisca inequivoca manifestazione di ebbrezza sessuale).
(4) Il comma secondo comprende due ipotesi di violenza sessuale mediante induzione cioè posta in essere non mediante azione diretta sulla persona offesa, ma secondo modalità specificamente descritte idonee a suggestionare la volontà della vittima, che sostituiscono l'abrogato delitto di violenza carnale presunta ex rat. 519, comma secondo.
(5) La condizione di inferiorità deve sussistere al momento dell'atto sessuale e si riferisce non solo alla condizione di minorazione o deficienza dovuta a patologie organiche o funzionali, ma anche alla situazione di carenze affettive e familiari.
(6) Il riferimento non è tanto alla sostituzione fisica quanto alla falsa attribuzione di generalità, status, qualifica e qualità personali (come ad esempio nel caso di soggetto che si finge medico).
(7) È circostanza attenuante ad effetto speciale ex art. 63 che ricorre quando, con riferimento ai mezzi, alle modalità, alle circostanze dell'azione, si ritiene che la libertà personale o sessuale della vittima sia stata compressa in maniera meno grave.

Uno dei primi passi è sicuramente quello di andare da un avvocato per capire quali possono essere le soluzioni legali a questi tragici eventi.

L’aspetto psicologico
La violenza sessuale ha indubbiamente delle ripercussioni a livello psicologico e gli effetti più diffusi sono generalmente: ansia, stress, paura, senso di colpa, vergogna, depressione, disturbo da stress post traumatico e tentativi di suicidio[1].

L’aspetto emotivo
Si parla di violenza sessuale, di tutte le definizioni e differenze con lo stupro, le molestie e l’abuso; di tutte le leggi e gli articoli di riferimento e le relative conseguenze penali; di tutte le teorie psicologiche sulle cause che spingono gli aggressori e le conseguenze sulle vittime. Il problema è che non si tratta di definizioni, teorie, probabilità o statistiche. Si tratta di persone, di bambine e di bambini, di donne e, suona strano, ma anche di uomini che hanno subito grandi torture. E anche se all’apparenza stanno bene ovviamente non è così; anche se ci sono persone che con la loro presenza e il loro affetto sostengono le vittime di queste violenze purtroppo non è abbastanza.  
Un percorso psicologico è fondamentale per scavare a fondo e cercare il modo di accettare, superare e continuare a vivere con serenità.
Un percorso legale è una strada da percorrere se si vuole provare a salvare future vittime.





[1] http://www.stateofmind.it/2017/02/effetti-dello-stupro-vittime/

mercoledì 29 novembre 2017

Scrivere una tesi di laurea: le varie opzioni

Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Uno dei momenti peggiori della vita di uno studente universitario è quando arriva il momento di scrivere la tesi di laurea. Non sempre si studia durante il proprio percorso formativo come svolgere questo lavoro e spesso capita di sentirsi allo sbaraglio, al punto di pensare di voler mollare tutto.
La sensazione di panico che assale il laureando è molto comune e le reazioni sono infinite:
  •           Copiare da internet: non sapendo da dove cominciare alcuni studenti hanno la brillante idea di scaricare tesi trovate su internet senza neanche sprecarsi a cambiare il titolo della tesi, facilitando il compito del docente che nella migliore delle ipotesi può fare un richiamo (e in questo caso ce la si cava con una ramanzina) e nella peggiore può far scattare una denuncia per plagio, poiché copiare per intero un lavoro già pubblicato da un’altra persona e attribuirsene il merito è reato.
  •         Scrivere a caso: una delle soluzioni che troppo spesso viene adottata è quella di scrivere a caso tutto quello che si trova sull’argomento in questione senza un filo logico, un inizio, un obiettivo, ecc. svolgendo in questo modo un lavoro disordinato e tutt’altro che innovativo e originale.
  •          Consultare internet: i pro e i contro della ricerca in internet sono sempre gli stessi: “la fonte è affidabile?”, “l’informazione che sto leggendo è completa e totalmente esatta?”.
  •          Chiedere consiglio ad amici, parenti e conoscenti: al termine del proprio percorso di studi (e forse anche prima) si realizza che l’esperienza universitaria è soggettiva, quindi anche se si chiede consiglio a qualcuno che si è già laureato (anche con lo stesso docente) si riceveranno i consigli e le opinioni più disparate (che posso comunque risultare utili).
  •         Affidarsi a dei professionisti: se si parte da un voto non molto alto o se si ha una bella media e si desidera essere all’altezza delle aspettative la soluzione migliore è quella di affidarsi a formatori affidabili e professionisti che sappiano indirizzare il futuro laureato verso le scelte migliori e accompagnarlo passo per passo in questo cammino all’apparenza oscuro, tortuoso e infinito.


La nostra associazione offre servizi di consulenza tesi on line quindi può seguire studenti da tutta Italia.
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venerdì 13 ottobre 2017

Speak, Habla, Parle, Spricht! Esperti di traduzioni per le tue attività professionali e universitarie

Articolo scritto da Katia D'Angelo, esperta di traduzioni francese/italiano, italiano/francese
Oggi siamo parte di un’unica immensa società globalizzata. Possiamo essere connessi con tutto il mondo e condividere il nostro sapere. Per farlo c’è solo un modo: padroneggiare la torre di Babele, conoscere lingue e culture diverse e scoprire la bellezza e la meravigliosa possibilità di non sentirsi isolati, di far parte di un qualcosa di più grande.
È in questo contesto che la traduzione ci è di aiuto.
Ti interessa lo studio di altre lingue? Devi superare un esame di lingua? Vuoi rendere competitiva la tua tesi di laurea inserendo testi in lingue straniere o renderla fruibile per una platea più vasta e hai bisogno di tradurla? Per i tuoi studi, le tue ricerche, il tuo lavoro hai bisogno di traduzioni letterarie o di articoli scientifici? Vuoi essere concorrenziale in ambito lavorativo con un curriculum vitae che possa esaltare le tue qualità anche in altri stati? Vuoi lanciare la tua impresa a livello internazionale? Hai bisogno di intrattenere relazioni internazionali con clienti tramite e-mail o altri tipi di corrispondenze? Hai bisogno di pubblicizzare un prodotto in altre lingue? Vuoi mettere in rete il tuo blog, il tuo sito web, la tua pagina facebook, e comunicarlo in altre lingue? Hai bisogno di tradurre volantini, manifesti, dépliant, locandine per essere competitivo sul mercato? Lavori in ambito turistico e hai bisogno di fornire informazioni storiche e culturali di un luogo a turisti stranieri? Fornisci attività ludiche e vuoi scoprire un metodo adatto per insegnare i primi elementi di lingua straniera ai piccoli?
Hai bisogno di un traduttore: una figura professionale che sappia capire le tue esigenze e trovare la strada giusta per metterti in comunicazione con il mondo. Non si tratta di semplice traduzione, bensì di padroneggiare al meglio le strategie comunicative affinché la comunicazione sia efficace.
Effettuiamo traduzioni in inglese, francese, spagnolo, tedesco.

            Dunque, che aspetti? Non dirlo a pochi. Resta connesso. Dillo al mondo. Dillo in lingue!

Presso la nostra sede ogni tipo di traduzione e consulenza. Per maggiori informazioni contattare in privato
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mercoledì 11 ottobre 2017

Lo Psicologo è un’opportunità, un’opportunità di ripartire

Dott.ssa Battiloro Mariagiulia
Non tutti sanno che i nostri amici, il nostro parrucchiere e la nostra estetista non sono capaci di aiutarci nei veri problemi della vita, eppure noi ci rivolgiamo a loro per qualsiasi dilemma. La verità è che non tutti ammettiamo di aver bisogno di un aiuto, e ancor di più dell’aiuto dello psicologo. Oltre a qualche studente di psicologia e qualche appassionato dell’argomento, il resto della popolazione non crede nei “POTERI” dello psicologo e vede questi professionisti come inutili e inaffidabili. Proprio per questo abbiamo pensato ad un seminario per accrescere la conoscenza sul ruolo dello psicologo e dell’importanza che può avere nella vita di ogni persona. Infatti durante le due ore d’incontro, non solo si parlerà delle tecniche utilizzate dallo psicologo per l’ascolto e la cura, ma anche di pregiudizi, luoghi comuni e stereotipi che ormai aleggiano sulla figura di questi professionisti. Lo scopo principale di tale seminario è di rendere più chiaro a tutti il lavoro che lo psicologo svolge e di quanto possa essere utile non solo a coloro che hanno una qualsiasi patologia psichica, ma anche per chi semplicemente affronta un periodo difficile. Durante queste ore sarà possibile formulare alcune domande e qualsiasi genere di intervento per rendere l’incontro dinamico e interattivo, diversamente sarà possibile esporre i propri dubbi alla fine del seminario. Chiariremo la figura dello psicologo, la sua formazione e chi può farlo. Inoltre spiegheremo la sostanziale differenza tra una psicoterapia e una consulenza. Ancora parleremo della differenza tra lo psicologo e un semplice conoscente affrontando il tema degli stereotipi e dei pregiudizi che caratterizzano tale professione. Infine lasceremo ampio spazio a dubbi e domande di qualsiasi genere. Rivolgersi ad uno psicologo può cambiarti la vita.

Presso la nostra associazione sono disponibili consulenze psicologiche.
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mercoledì 4 ottobre 2017

Doposcuola per dsa e supporto genitoriale a Portici (NA)

Dott.ssa Anna Pesce
Il doposcuola accompagna i ragazzi con DSA durante tutto l'anno scolastico e pone l'obiettivo di supportare i ragazzi in un percorso verso l'autonomia nello studio e nell'acquisizione di competenze. Le attività proposte hanno nello specifico l'obiettivo di:

    favorire un percorso verso l'autonomia nell'apprendimento attraverso (computer, software didattici, tabelle, mappe concettuali, sintesi vocale ecc)
    favorire metodologie basate sui diversi stili di apprendimento adeguate alle peculiarità del singolo bambino/ragazzo.
    Migliorare la strategia di studio e la gestione delle situazioni di difficoltà.
    Favorire la motivazione e l'autostima di sé.
    Instaurare un buon clima di gruppo per favorire il confronto e lo scambio di informazioni ed emozioni tra ragazzi che hanno un vissuto simile in modo da comprendere che “ci sono altri come me”.

A chi è rivolto:
    Bambini/e e ragazzi/e della scuola primaria e secondaria di 1° e 2° grado
    Genitori per attività di informazione e di supporto

Quando:


    Su appuntamento dal lunedì al venerdì dalle 15:00 alle 17:00.
Contatti
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Da 150 a 3000 followers in pochi giorni: la moda del momento

Dott.ssa Maddalena Di Rosa

Da poco ho finito di cimentarmi in un esperimento sociologico per osservare i riscontri pratici della “realtà” virtuale.
7 miliardi di persone e 21 miliardi di profili instagram…c’è qualcosa che non quadra. Perché una singola persona ha tre profili instagram personali? C’è gente che vende followers? Ma soprattutto, c’è gente che ne compra?
Sono tutti alla ricerca di questa popolarità in fin dei conti fittizia. Le “fashionblogger” locali cercano disperatamente di mostrarsi più che possono per accrescere il numero di seguaci, ma osservando con attenzione questi profili ho fatto scoperte interessanti. All’incirca la metà dei followers è costituita da contatti in disuso (come attività commerciali che hanno dichiarato fallimento e non hanno disattivato l’account) e contatti falsi (alcuni dei quali creati proprio per “autoseguirsi” ed incrementare il numero di seguaci). Infiniti account di animali domestici (perché?); e ancora contatti porno e/o comunque gestiti palesemente da preadolescenti e adolescenti.
Anche le ragazze che potrebbero essere considerate meno attraenti per la società hanno un numero abbastanza elevato di seguaci, molti dei quali sono consulenti di bellezza, centri benessere, nutrizionisti, palestre e via discorrendo.
Anche se poche ci sono state critiche riguardo i contenuti del contatto dell’associazione. Ho motivato la scelta di mettere mie foto perché sono la Presidente dell’associazione (e anche perché i soci attualmente iscritti desiderano pubblicare solo le foto delle riunioni e degli eventi) ed essendo instagram un social riguardante immagini e foto non c’è nulla di male, anche perché per le nostre attività e i nostri articoli abbiamo la pagina facebook e il blog.
Alla base basta mettere un po’ di like per farsi notare e farsi seguire, quindi questa “popolarità” non ha nulla a che vedere con bellezza, sensualità, o capacità di pubblicare contenuti interessanti.
Perché la scelta di accrescere il numero di followers? Ovviamente per far conoscere l’associazione al pubblico di giovani adulti residenti sul territorio italiano. E per fortuna sta funzionando. Grazie a tutti i nostri seguaci.
Contatti
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martedì 3 ottobre 2017

Le radici della violenza di genere

Dott.ssa Francesca Ruocco
In una lettera inviata il 10 ottobre del 2007 al quotidiano “la Repubblica”, Rita Levi Montalcini affermava:
 […] le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale della società.
Si tratta di una colonna vertebrale su cui gravano pesanti e, spesso, oltraggiosi, offensivi, pericolosi carichi, frutto di una millenaria cultura fondata sulla differenza di genere, ossia la differenza tra uomo e donna discendente, principalmente, dall’idea dell’inferiorità della donna rispetto all’uomo. Quando, sulla base di tale differenza, vengono perpetrate, da parte dell’uomo, azioni che conducono o possono condurre a sofferenza fisica o psichica della donna, si configura la violenza di genere. Tale tipologia di violenza, fino alla sua estremizzazione che può culminare nell’omicidio della donna stessa, poggia su basi culturali ancora fortemente radicate nella società di tipo patriarcale. Dunque, è la componente culturale a rendere il fenomeno della violenza contro le donne difficile da estirpare perché la cultura, nel senso antropologico del termine, - ossia l’insieme delle pratiche sociali, politiche, economiche, religiose, artistiche e scientifiche che caratterizzano la vita di una determinata società - è per definizione frutto di sedimentazione di comportamenti e credenze che vanno a consolidarsi nel tempo. Pertanto, cambiare la cultura, la mentalità di una determinata società richiede precise azioni di sensibilizzazione al fine di smantellare gli stereotipi e divulgare modelli di comportamento positivi. Anche la normativa posta a tutela della donna, elaborata sia in ambito nazionale che internazionale, può risultare efficace e provvedere alla effettiva protezione e assistenza della donna solo se affiancata da azioni di prevenzione capaci di sradicare, come anzidetto, la matrice culturale della violenza di genere. Di fatti, una legislazione idonea ed adeguatamente applicata ai casi è necessaria per contrastare la violenza perpetrata contro le donne, tuttavia non risulta sufficiente laddove non viga l’idea dell’assoluto rispetto dell’individuo, indipendentemente dalla sua provenienza e/o appartenenza. Dunque, al fine di combattere un fenomeno tanto diffuso quanto taciuto, come è la violenza di genere, risulta essenziale la sua piena e completa comprensione che implica un’approfondita analisi delle varie tipologie di atti violenti che ricadono sotto la medesima definizione, degli ambiti in cui la violenza può verificarsi, nonché dei dati ufficiali utili anche per individuare caratteristiche di autori e vittime.
In conclusione, l’opera di contrasto al drammatico fenomeno della violenza di genere, affinché possa essere concreta, effettiva, reale dovrebbe incardinarsi su due binari: uno per così dire normativo, fondato sull’elaborazione di una legislazione chiara, lineare, di facile applicazione; l’altro, definibile culturale perché improntato al rinnovamento e allo smantellamento di quegli stereotipi che vedono le donne e gli uomini imbrigliati in ruoli predeterminati che in un’ottica evolutiva risultano anacronistici, finanche dannosi.

Ad oggi, i progressi fatti e i risultati raggiunti nell’ambito di ciò che è stato definito binario normativo sono soddisfacenti, seppure restano ancora zone d’ombra da regolare. Lo stesso, purtroppo, non si può affermare per il cd. binario culturale, nell’ambito del quale le azioni intraprese dalla società civile, organizzata in associazioni, risultano fondamentali anche se deboli perché scarsamente supportate dalle esigue e, talvolta, inidonee azioni istituzionali.

Per chi fosse interessato ad approfondire la tematica è possibile prenotare un seminario di formazione tenuto dalla Dottoressa Ruocco. Per maggiori informazioni scrivere a: associazioneeducazioneformazione@yahoo.it


martedì 8 agosto 2017

Esame di abilitazione Assistente Sociale


                    Dott. Mario Montella


Ø  Superare l'esame di stato per riuscire ad ottenere l'abilitazione in ambito
sociale non è semplice, ma con noi si può!!

Attraverso una metodologia di studio accurata, preparazione dei docenti e applicazione al corso tesa al raggiungimento dell'obiettivo, tutto questo grazie al team-work, punto di forza della nostra associazione.

Propositi ed evoluzione del corso:


-L'assistente sociale: profilo professionale e codice deontologico
-Legislazione sociale: sistema integrato dei servizi sociali e interventi socio-assistenziali, sistema di finanziamento, interventi socio-assistenziali
-La tutela sociale del lavoro nell'ordinamento italiano, psicologia del lavoro, mediazione tra domanda e offerta di lavoro, interventi di politica attiva del lavoro, interventi a sostegno del reddito, assicurazioni sociali, assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro e malattie professionali
-Vigilanza in materia di legislazione sociale
-Servizi ed interventi socio-sanitari
-Nozioni di diritto costituzionale
-Nozioni di diritto amministrativo, ordinamento degli enti locali e pubblico impiego
-Nozioni di diritto civile e di diritto penale
-Metodi e tecniche del servizio sociale
-Servizio sociale, organizzazione dei servizi e ruolo dell'assistente sociale nelle istituzioni
-Ruolo di assistente sociale specialista
-Come funziona l'esame di stato
-Quesiti a risposta multipla/aperta
-Esempi di elaborati e progetti di intervento


CONSULENZA TESI DI LAUREA – PREPARAZIONE ESAMI UNIVERSITARI – TUTORAGGIO STUDIO PER CONCORSI, TEST D’INGRESSO E ABILITAZIONE ASSISTENTE SOCIALE
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martedì 1 agosto 2017

Formadores caminantes: mi nueva aventura en Barcelona

Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Reservar un vuelo de ida no es facil, pero algunas veces hay que hacer deciciones valientes si queremos mejorar, si queremos crecer. Después de sólo dos años de actividad nuestra Associación “Educazione e Formazione” (Sede: Portici –NA) es bastante conocida a nivel nacional, entonces he decidido de seguir un curso de postgrado en Barcelona y de ofrecer algunos de nostros servicios también en el extranjero. Es una apuesta dificil pero vale la pena intentarlo ya que los cotejos hasta a ahora han sido más que positivos, pero no es sólo por esto que he prendido esta decisión. Soy una fuerte defensora de la formación continua y fueron años que busqué la posibilidad de formarme en otro País, para hacer una nueva experiencia, para enriquecer mi curriculum, para ampliar mis conocimientos, para estudiar en una Universidad a la vanguardia.
El perfeccionamento profesional demasiado a menudo es infravalorado, pero si no se sigue estudiando y investigndo, se sigue utilizar metodologías y técnicas que se ponen superadas, y esto no sólo en ámbito didáctico y pedagógico, también médico, psicológico, estético, judicial, culinario… podría continuar al infinito.
La formación continua debería ser el fulcro central de cada realidad laboral, porque los verdaderos recursos de una empresa o una organización son las personas y lo he probado sobre mi piel. Si nuestra associación está creciendo, quiero dar la gracias a las personas que trabajan dentro de ella. Tengo que agradecer todos los  socios que se didican alma y cuerpo para difundir la cultura de la formación continua y para dar apoyo a los necesidados.
Reservar un vuelo de ida no es facil, pero a lo mejor reservaré de ello otro para volver, porque he dejado un trozo de corazón que quiero retomarme.
Hasta luego!

LECCIONES DE ITALIANO CON PROFESORA MADRELINGUA
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Formatori erranti: la mia nuova avventura a Barcellona

Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Prenotare un volo di sola andata non è facile, ma a volte bisogna fare scelte coraggiose se si vuole migliorare, se si vuole crescere. Dopo solo due anni di attività la nostra Associazione “Educazione e Formazione” (Sede: Portici –NA) è abbastanza conosciuta a livello nazionale, quindi ho deciso di seguire un corso di specializzazione a Barcellona e di offrire alcuni dei nostri servizi anche all’estero. È una scommessa difficile ma vale la pena tentare visto che i riscontri fino ad ora sono stati più che positivi, ma non è solo per questo che ho preso questa decisione. Sono una forte sostenitrice della formazione continua ed erano anni che cercavo la possibilità di formarmi in un altro Paese, per fare una nuova esperienza, per arricchire il mio curriculum, per ampliare le mie conoscenze, per studiare in un’Università all’avanguardia.
L’aggiornamento professionale troppo spesso viene sottovalutato, ma se non si continua a studiare e ricercare si continua ad utilizzare metodologie e tecniche che poi diventano superate, e questo non solo in ambito didattico e pedagogico, ma anche medico, psicologico, estetico, giudiziario, culinario…si potrebbe continuare all’infinito.
La formazione continua dovrebbe essere il fulcro centrale di ogni realtà lavorativa poiché le vere risorse di un’azienda o di un’organizzazione sono le persone e l’ho provato sulla mia pelle. Se la nostra associazione sta crescendo è grazie alle persone che collaborano all’interno di essa affinchè ciò sia possibile. Devo ringraziare tutti i soci che si dedicano anima e corpo per diffondere la cultura della formazione continua e per dare supporto a chi ne ha bisogno.
Prenotare un volo di sola andata non è facile, ma magari ne prenoterò un altro per tornare, perché ho lasciato un pezzo di cuore che voglio riprendermi.
Hasta luego!

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venerdì 7 luglio 2017

Cercasi docenti e formatori per la sede di Portici (NA)

Dott.ssa Maddalena Di Rosa
L'Associazione "Educazione e Formazione" ricerca docenti e formatori laureati in:
Scienze dell'Educazione
Scienze della Formazione Primaria
Scienze del servizio sociale
Scienze e tecniche psicologiche
Scienze Pedagogiche
Scienze della Comunicazione
Sociologia
Filosofia
Antropologia
Psicologia

inviare curriculum a: associazioneeducazioneformazione@yahoo.it
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/


giovedì 6 luglio 2017

Quali esami integrativi scegliere per il concorso scuola 2018?

Dott.ssa Mosca Veronica
Il decreto legislativo n. 59/2017, attuativo della legge n. 107/2015, ha modificato il sistema di formazione e reclutamento del personale docente nella scuola secondaria di I e II grado.
  • i settori scientifico-disciplinari all’interno dei  quali sono acquisiti i 24 CFU/CFA;
  • gli obiettivi formativi;
  • in che modo  conseguire i  crediti in forma extra-curricolare o curricolare per chi ancora non avesse conseguito la laurea.


Secondo questo decreto, per diventare docenti nella scuola secondaria, è necessario seguire il seguente iter: laurea; concorso; percorso FIT, superato il quale si accede al ruolo.
Per la partecipazione al concorso, oltre alla laurea, è previsto un altro requisito come si evince: all’articolo 5 del decreto:
24 crediti formativi universitari  o  accademici,  di  seguito denominati CFU/CFA, acquisiti  in  forma  curricolare,  aggiuntiva  o extra curricolare nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e  nelle metodologie e tecnologie didattiche, garantendo comunque il  possesso di almeno sei crediti in ciascuno di almeno tre dei seguenti  quattro ambiti  disciplinari:  pedagogia,  pedagogia  speciale  e   didattica dell’inclusione; psicologia; antropologia; metodologie e  tecnologie didattiche. ”.
Attenzione! Il Miur però ancora non ha stabilito i codici dei Settori Scientifico Disciplinari ( SSD) a cui si dovrà fare riferimento per la scelta degli esami.
Il Miur emanerà a breve un decreto che stabilirà:


Gli ambiti tra cui necessariamente si dovrà scegliere sono i seguenti:
·        pedagogia, 
·        pedagogia  speciale  e   didattica dell’inclusione;
·        psicologia;
·        antropologia;
·        metodologie e  tecnologie didattiche
Di seguito proponiamo il link per scaricare il decreto legislativo 59/2017
http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario;jsessionid=HPNxX+UfRtIHlqjm--K2+A__.ntc-as4-guri2a?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2017-05-16&atto.codiceRedazionale=17G00067&elenco30giorni=false
L’associazione “Educazione e Formazione” con sede a Portici (NA) tra i vari servizi formativi già attivi da due anni si è messa in moto per offrire servizi di consulenza e tutoraggio riguardo il concorso scuola 2018. Quali esami scegliere? Quale Università? Come strutturare lo studio di materie che non si sono mai studiate? Un team di esperti nella formazione continua è a disposizione di tutti i professionisti, laureati e futuri docenti che necessitano del 24 crediti formativi in ambito pedagogico (pedagogia, didattica, sociologia, antropologia, ecc.). formatori esperti e dinamici sono pronti per servizi di consulenza e percorsi di tutoraggio sul territorio napoletano. Per maggiori informazioni contattare in privato.

RECAPITI
Cell: 3314632971

martedì 4 luglio 2017

Concorso Scuola 2018

Dott.ssa Laura Loffredo
Dopo mesi in cui  si è continuato incessantemente a parlare di riforma della “buona scuola”, in quest’ultimo semestre il grande tormentone sembra essere diventato il “concorso del 2018” per l’immissione in ruolo nella scuola secondaria.
Volendo tralasciare tanto la sfera politica, quanto quella più specificatamente legata ai sindacati, in quanto ente di formazione no- profit, ci interessa sottolineare l’importanza  che riveste la stessa soprattutto nell’ambito dell’istituzione scolastica in quanto ente preposto alla formazione delle generazioni future.
Il Miur, con decreto legislativo n.59/2017, sancisce di fatto l’abolizione del TFA quale iter per il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento, introducendo il FIT, previo superamento di un concorso. Quest’ultimo prevede come requisiti d’accesso la laurea magistrale, la certificazione B2 per la lingua straniera, nonché un attestato sul possesso di conoscenze informatiche. Il concorso è, dunque, aperto a tutti i docenti, abilitati e non i quali, successivamente saranno chiamati a sostenere il FIT, ovvero il diploma di specializzazione per l’insegnamento, con durata triennale, di cui due anni di tirocinio, retribuiti con una remunerazione pari ad 1/3 degli emolumenti attualmente spettanti a un docente neoassunto o a un supplente annuale.
L’aspetto maggiormente polemizzato è stato  l’introduzione dell’obbligatorietà del possesso di 24 crediti formativi nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche, garantendo comunque il possesso di sei crediti in almeno tre di quattro ambiti disciplinari, ovvero pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione; psicologia; antropologia; metodologie e tecnologie didattiche.
Per quanto possa sembrare paradossale che un laureato sia obbligato a conseguire i crediti formativi in oggetto, noi siamo fermamente convinti della loro utilità, poiché rappresentano le fondamenta di qualsivoglia attività formativa: tecniche d’insegnamento, di gestione d’aula, capacità di progettazione, organizzazione, implementazione e monitoraggio dei processi di apprendimento sono da considerarsi i cardini di una formazione di qualità, costruita sul discente e per il discente considerato nella sua totalità.
Per certi versi, benchè con modalità differenti, sembra essere ritornati indietro di più di vent’anni, quando per l’immissione in ruolo era sufficiente sostenere il concorso a cattedra, composto dal classico tema d’italiano ed una prova orale. Cambiano dunque, sostanzialmente le prove concorsuali: tre prove di cui due scritte e una orale. Delle prove scritte la prima verte su una disciplina specifica afferente alla classe di concorso per cui si concorre e la seconda sui sopra citati crediti formativi in discipline pedagogiche e didattiche.
Fare formazione ed essere soggetti in continua formazione significa garantire un servizio di elevata qualità, volto alla promozione della persona, della cultura, della cittadinanza, del tessuto sociale e quindi crescita del Paese.
In merito alla questione concorso scuola 2018 la nostra associazione, con sede a Portici (NA) offre servizi di tutoraggio studio riguardo i 24 crediti formativi nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche (e non solo...).
Di seguito i contatti dell’associazione per ottenere maggiori informazioni.
cell: 331 463 2971
Facebook: Asociazione “Educazione e Formazione”
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Come superare il test di Scienze della Formazione Primaria

Il 20 settembre 2023 ho sostenuto e superato il Concorso per l'ammissione alla facoltà di  Scienze della Formazione Primaria presso l...