domenica 12 ottobre 2014

Educare alle scelte

Dott.ssa Maddalena Di Rosa
L’orientamento ha assunto un ruolo importante nella società attuale. Il compito dell’educatore è orientare verso scelte che siano coerenti con le proprie potenzialità e ambizioni. In questo contesto è fondamentale un approccio transdisciplinare. Uno dei maggiori problemi è che le istituzioni esistenti non riescono a formare dei soggetti che siano in grado di sviluppare un tipo di pensiero critico. Orientarsi vuol dire avere la capacità di sviluppare diverse ipotesi all’interno di una realtà complessa. La costruzione della consapevolezza e della responsabilità sono qualità necessarie per guidare le proprie azioni. Il lavoro educativo si concentra sulla formazione alla consapevolezza di sé e alla responsabilità culturale per la costruzione di identità critiche. L’identità personale presuppone il cambiamento, anche se l’ignoto può spaventare a primo impatto.
Il modo di interpretare la realtà è legato essenzialmente alla cultura di appartenenza. La crisi della società attuale dipende dall’incertezza che scaturisce dal cambiamento. La percezione della sicurezza si fonda sull’espressione della fiducia. Ad esempio un bambino sviluppa fiducia in se stesso nel momento in cui si stabilisce con i genitori un rapporto stabile. La fiducia implica reciprocità di esperienze. L’opposto della fiducia è l’angoscia o paura dell’esistenziale. Il rapporto con la parentela rappresenta il primo grande luogo dove costruire la fiducia. Un altro contesto importante è il rapporto con la comunità locale, anche se non sempre i rapporti sociali avvengono in presenza (es. telefono, internet). Altro punto di riferimento è la religione: a prescindere dal tipo di fede, l’idea di avere degli enti superiori che governano il mondo infonde sicurezza. Il rapporto con la tradizione pone le basi per l’organizzazione e la costruzione del futuro. Abbiamo poi la fiducia nei sistemi esperti (ascensore, palazzo). La sicurezza ontologica consente di costruire un percorso di vita orientato alla fiducia.
Altra questione che riguarda gli effetti della crisi è la deriva del senso. È necessario ricordare che le cose hanno senso in base al valore che gli uomini gli danno. Gli uomini imparano a dare un senso a ciò che li circonda. I bambini costruiscono il significato attraverso il linguaggio; ciò implica tre passaggi: 1)il linguaggio viene acquisito attraverso l’uso; 2)i bambini prima di esprimersi attraverso il linguaggio verbale si esprimono attraverso movenze e gesti; 3)il bambino riesce ad esprimersi perché collega alle parole il rispettivo significato. La vita sociale rappresenta sicuramente la base per la costruzione di significato. La frantumazione delle relazioni sociali fondamentali produce disorientamento.
Secondo Bauman, le comunità a cui le identità fanno riferimento possono essere di due tipi. Ci sono comunità di vita e di destino i cui membri vivono insieme in attaccamento indissolubile e comunità saldate insieme unicamente da idee o vari principi. Il problema della crisi dell’identità emerge esclusivamente in relazione a comunità del secondo tipo, poiché le idee che le costituiscono sono molteplici e plurali: è proprio perché ci sono così tante idee e principi che si devono fare paragoni, fare scelte, rivedere le scelte fatte in altre occasioni.
In epoca premoderna l’identità è connessa all’appartenenza di un ceto (es. contadino figlio di contadino ecc). In questa condizione sociale l’identità non è un problema dal momento che non vi è scelta.
In epoca moderna le classi sostituiscono i ceti. La classe non si guadagna per diritto di nascita ma bisogna guadagnarsela.
In epoca postmoderna l’identità diviene ricerca, le identità si disperdono nella complessità che porta a vivere situazioni di incertezza. Domandarsi chi siamo ha senso solo se siamo consapevoli di poter diventare altro.
Le persone spesso ritengono che i propri modelli di interpretazione della realtà siano gli unici possibili, confondendo la rappresentazione con la realtà oggettiva. L’esistenza dell’ignoto fa nascere negli uomini un senso di insicurezza. Nel corso del Novecento il modello della conoscenza oggettiva entra in crisi e viene sostituito dal modello della complessità. La conoscenza è sempre determinata dal rapporto del soggetto col proprio linguaggio, la propria cultura, il proprio ambiente, il proprio contesto storico.
La pedagogia è un sapere non lineare che tentando di chiarire gli scenari educativi legati ad un determinato contesto. Ciò che forma l’individuo tramite il cambiamento è l’esperienza cognitiva, affettiva, sociale e culturale. La realtà è complessa e piena di contraddizioni; per questo motivo occorre trovare il modo di far interagire diversi saperi all’interno di una nuova prospettiva. Esistono diversi approcci che riguardano il dialogo tra le diverse discipline:
la pluridisciplinarità riguarda più letture disciplinari per ogni problema;
la metadisciplinarità si riferisce all’esercizio di una riflessione sulle stesse discipline e serve a trovare gli elementi comuni;
la transdisciplinarità riguarda la lettura di più discipline da un punto di vista critico al fine di entrare in rapporto tra loro modificando il proprio modo di vedere la realtà.
Mettendo a confronto questi tre approcci si può capire che la transdisciplinarità è l’approccio epistemologico più coerente perché tocca tutti i saperi. Le caratteristiche principali a cui la transdisciplinarità fa riferimento sono: il rigore dell’argomentazione che tiene conto di tutti i dati; l’apertura comporta l’accettazione dell’ignoto, dell’inatteso; la tolleranza è il riconoscimento del diritto a professare idee e verità contrarie alle nostre.
Il rapporto con i mezzi di comunicazione contemporanei costituisce dei modelli di formazione potenti che agiscono nella costruzione di sé e della conoscenza, sfuggendo alla formazione dei punti di vista critici sulla propria vita. La scuola e l’università, essendo considerate la più importanti istituzioni educative, devono accogliere la possibilità di stabilire contatti con le più vaste realtà sociali. Il ruolo dell’insegnante, del formatore, dell’educatore esige la competenza di padroneggiare l’esperienza complessa, che si costruisce attraverso la capacità di dialogare con sé stesso e con le proprie scelte, tramite l’elaborazione critica del sapere personale. In questo contesto è fondamentale l’educazione intellettuale, culturale, psicologica ed emozionale che si viene a costruire attraverso i rapporti sociali e familiari. Ciò serve a formare nell’individuo comportamenti come autocontrollo, autoconsapevolezza, empatia.
Crescere e cambiare sono due importanti processi che fanno parte della vita anche se non sempre è facile accettare una nuova situazione. Ogni evento nuovo, anche se drammatico, rappresenta una nuova sfida. Nella postmodernità l’identità non può essere altro che ricerca. La responsabilità è il prezzo da pagare per la libertà di scelta, con la possibilità di dover sostenere le conseguenze delle scelte sbagliate. Educare alla consapevolezza di sé significa insegnare a sopportare il peso della rinuncia.
Il metodo critico riflessivo si concentra  sia sull’analisi delle procedure attraverso cui la mente costituisce ed elabora significati, sia  sulla critica del sapere personale e culturale. Questo metodo contribuisce all’analisi del nostro apprendimento di come lo abbiamo imparato e della validità delle nostre presupposizioni. L’esercizio riflessivo si concretizza nella facoltà di attivare un lavoro su sé stessi e sulla conoscenza. L’utilizzo di un metodo critico-riflessivo sostiene la possibilità di formare e formarsi di orientare e orientarsi. Per acquisire un metodo critico è indispensabile avere gli strumenti della cultura: linguaggio, forme di pensiero, ecc. (es. critico d’arte). Lo strumento principale della cultura è il linguaggio; una delle più importanti emergenze pedagogiche riguarda l’analfabetismo culturale, cioè l’incapacità di utilizzare il linguaggio in maniera complessa. La dimensione della cultura costituisce gli strumenti per la costruzione di sé e del mondo; la dimensione dell’identità rappresenta il punto di vista fondamentale tramite cui il soggetto filtra l’esperienza, collocando sé stesso al suo interno; la dimensione emozionale definisce un ulteriore versante del sapere poiché tutto ciò che siamo e che costruiamo tramite la conoscenza passa per il nostro sentire. Il sistema culturale di riferimento costituisce lo sfondo del significato attribuibile alle cose del mondo, anche se le visioni del mondo non sono immutabili. Il lavoro sulla cultura ha tre obiettivi: 1)l’interiorizzazione del sapere culturale è data dall’utilizzo di strumenti di mediazione tra sé e l’esperienza, come flusso imprevedibile di cambiamenti; 2)il confronto con le espressioni plurali della cultura riguardano riflessioni su di essa come esperienza e senso di vita; 3)la decostruzione critica della validità del sapere culturale, nel senso che la cultura plasma il soggetto, ma egli ha la facoltà di intervenire sulla cultura.
L’identità può essere definita attraverso due dimensioni: la dimensione collettiva si costruisce nel rapporto con lo sfondo culturale di appartenenza; quella individuale è legata a quella collettiva. Ognuno di noi vive esperienze uniche e irripetibili; il lavoro educativo  sull’identità si concentra sulla riflessione di questa singolarità.


Le emozioni rappresentano risorse necessarie per la sopravvivenza poiché producono nuove possibilità di apprendimento. Conoscere le proprie emozioni e crescere attraverso il rapporto con la dimensione dei sentimenti può consentire digestive le proprie scelte e comportamenti. Occorre dunque offrire un’educazione attiva alle emozioni e ai sentimenti. Entrare in relazione con le proprie emozioni vuol dire essere capaci di riconoscerle, quindi subentra la capacità di gestirle; ciò porta a indirizzare le emozioni verso uno scopo. Le emozioni possono essere utilizzate come risorsa nella conduzione dell’esistenza poiché queste costituiscono una fonte di energia e di motivazione che muove il sapere e riequilibra l’esperienza dell’essere.

Bibliografia
Lo Presti F. (2009), Educare alle scelte: l'orientamento formativo per la costruzione di identità critiche, Carocci Editore
https://www.facebook.com/Associazione-Educazione-e-Formazione-1554579444829278/


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