sabato 13 maggio 2023

T3 = TERRITORIO, TRADIZIONE e TECNOLOGIA

 Prof. Vincenzo Illibato

«Per insegnare bisogna emozionare.

Molti però ancora credono che se ti diverti non impari».

Maria Tecla Artemisia Montessori

 

È a questo aforisma della nota educatrice che ho sempre fatto riferimento per svolgere al meglio il mio percorso educativo con ruolo di docente.

Un riferimento che nel tempo ho integrato e personalizzato, adattandolo alle diverse esigenze dei discenti incontrati negli anni.

 

In modo complementare, mi sono avvalso del modello educativo binazionale EducreandoÓ, impiegandolo ad integrazione delle diverse strategie educative adoperate, soprattutto quando ho rivestito il ruolo di docente di sostegno, poiché il modello EducreandoÓ basato sull’ educazione emozionale, esce dai rigidi schemi accademici, favorendo in tal modo l’inclusione nei contesti con difficoltà.

 

Il modello prevede quindi un’interazione continua con il discente, con conseguente feedback. L’azione di ritorno, ovviamente con tempi diversi da discente a discente, rientra quasi sempre in uno schema di sensazioni ed emozioni positive e, nel caso non dovessero essere tali in prima risposta, è compito del docente convogliare le emozioni di difficoltà o di sofferenza, in risposte positive.

 

La linea di condotta, ovvero il comandamento da considerarsi dogma della prássia emotiva deve essere:

·        Emozionare;

·        Sapersi emozionare;

·        Saper fare emozionare.

 

Molte volte, basta veramente poco perché un discente viva un’emozione positiva, attraverso una realizzazione didattica che accresca l’autostima, di fronte ad un esercizio grammaticale o un problema di matematica che fino a poco prima, anziché far nutrire il discente di emozioni positive, generava frustrazione.

 

Gli obiettivi intrinsechi raggiunti sono:

·        Collaborazione con i colleghi di cattedra;

·        Condivisione delle buone prassi;

·        Diffusione del modello.

 

Due obiettivi su tre (i primi due – n.d.c.s.) sono pienamente raggiunti. Il rapporto con i colleghi di cattedra va a migliorare anche perché permette un confronto tra colleghi durante l’operatività in tempo reale, a differenza dei confronti postumi, molto spesso condotti sulla base di ricordi e/o episodi appuntati in agenda.

La condivisione delle buone prassi viene da sé, perché se appare sin da subito ed in modo lampante che una strategia didattica–educativa funziona, migliorando anche il lavoro del docente, viene ovvio che è meglio adottarla.

 

La diffusione del modello ha invece ancora qualche lentezza nell’affermarsi, molto spesso dovuto all’incertezza e alla diffidenza di alcuni docenti, nell’adottare un nuovo modello educativo che chiederebbe ore di lavoro tolte a metodi già affermati; anche perché paghiamo lo scotto generazionale della formazione educativa di una classe docente poco incline a nuove strategie pedagogiche come:

  • Outdoor Education
  •      Learning by Doing
  •      Flipped Classroom
  •       Cooperative Learning
  •        Interdisciplinarity

 

Gli obiettivi raggiunti con gli alunni, si semplificano nella sequenza:



Il lavoro didattico–educativo svolto e adattato al modello EducreandoÓ presentato presso la scuola I.C.1 “Giulio Rodinò” di Ercolano (NA) per l’anno scolastico 2022/2023, ha per titolo: «T3 = TERRITORIO, TRADIZIONE e TECNOLOGIAÓ ».

 


Si è data importanza alla valorizzazione del territorio, conservando la tradizione e le esperienze pedagogiche pregresse, non sostituendole, ma incrementandole con la tecnologia, mediante l’uso di ausili e mezzi informatici e telematici.

Presentazione PDF al seguente Link



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