martedì 14 agosto 2018

Molestie e abusi sessuali

Dott.ssa Maddalena Di Rosa
Negli ultimi giorni mi sono trovata a riflettere su un tema molto delicato: la violenza sessuale (nella sua accezione più ampia).
Qualche anno fa mi è capitato di subire minacce da parte di una persona che conoscevo. Questa esperienza per me è stata traumatica. Il solo pensiero che qualcuno potesse abusare di me mi aveva sconvolta, spaventata, scottata nel profondo. Ho ripensato, poi, a quando ho seguito un corso di formazione a Napoli durato sei mesi dal titolo “Caregiver”, rivolto a chi fosse interessato ad assistere anziani con Alzheimer o con demenza senile. Ad un certo punto del corso una psicoterapeuta ci fece fare un esercizio che coinvolgeva tutti. L’esercizio consisteva nel chiudere gli occhi e abbracciare una persona. Tutte le coppie erano state formate dalla psicoterapeuta che teneva il corso. Subito dopo la formazione delle coppie, una donna di circa 70 anni che era lì per capire come assistere il marito malato, chiese di essere esonerata dall’esercizio perché all’età di 11 anni era stata violentata e non riusciva ad avere nessun tipo di contatto fisico con un uomo eccetto che con suo marito. Erano passati 60 anni e forse più, e quella ferita era ancora aperta. È stata una scena che non dimenticherò mai e a cui penso spesso quando si parla di questo tema.
Penso a me e quanto è un trauma ripensare a quella triste vicenda e a quanta paura mi fa ancora. E ripenso a quella donna e a tutte le vittime che come lei hanno subito violenze fisiche e psicologiche e so che a confronto un evento drammatico come quello di una violenza sessuale è inimmaginabile. Credo che sia uno dei dolori più grandi al mondo, difficile da superare. Un dolore che cambia per sempre l’esistenza di una persona e che solo chi ha provato può capire.
Queste esperienze orribili sembrano così lontane dalla nostra realtà. Sembrano cose che accadono solo nei film o che al massimo si sentono al tg, ma le percepiamo sempre come un qualcosa di lontano da noi. Purtroppo non è così. Probabilmente tutti conosciamo una vittima di stupro, ma pochi di noi lo sanno; perché parlare di esperienze brutte fa male, perché denunciare non è facile, perché chi ha fatto del male a volte è una persona conosciuta o addirittura un parente. Quanto può essere devastante quest’ultimo caso? Un sentimento contrastante di amore-odio verso una persona in cui si riponeva fiducia e che poi ci ha tradito. Come si può superare tutto questo? A chi bisogna rivolgersi?

L’aspetto legale
Articolo 609 bis Codice penale
(R.D. 19 ottobre 1930, n.1398)
(1) Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità (2) costringe taluno a compiere o subire atti sessuali (3) è punito con la reclusione da cinque a dieci anni.
Alla stessa pena soggiace chi induce taluno a compiere o subire atti sessuali (4):
1) abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del fatto (5);
2) traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra persona (6).
Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi (7).
(1) Il presente articolo è stato aggiunto dalla l. 15 febbraio 1996, n. 66.
(2) Viene considerato presupposto necessario di tale delitto che l'atto sessuale sia associato al costringimento del soggetto passivo che può aversi tramite violenza fisica sulla persona o sulle cose, minaccia, intesa come violenza morale, e abuso di autorità, tanto di pubblica autorità (ad es. nei confronti di un soggetto detenuto), tanto di autorità privata (ad es. tra datore di lavoro e lavoratore).
(3) Si tratta di atti espressione di un appetito o di un desiderio sessuale, che quindi riguardano zone erogene differenti, idonei al contempo ad invadere la sfera sessuale del soggetto passivo mediante costringimento. Vi rientrano dunque diverse tipologie di atti, dal momento che il legislatore ha adottato una definizione onnicomprensiva, sostitutiva di quella vigente in precedenza e che era incentrata sulla distinzione tra congiunzione carnale (intesa come qualsiasi forma di compenetrazione corporale che consenta il coito o un equivalente abnorme di esso), ed atti di libidine violenti (intesi come ogni forma di contatto corporeo diversa dalla penetrazione, che, per le modalità con cui si svolge, costituisca inequivoca manifestazione di ebbrezza sessuale).
(4) Il comma secondo comprende due ipotesi di violenza sessuale mediante induzione cioè posta in essere non mediante azione diretta sulla persona offesa, ma secondo modalità specificamente descritte idonee a suggestionare la volontà della vittima, che sostituiscono l'abrogato delitto di violenza carnale presunta ex rat. 519, comma secondo.
(5) La condizione di inferiorità deve sussistere al momento dell'atto sessuale e si riferisce non solo alla condizione di minorazione o deficienza dovuta a patologie organiche o funzionali, ma anche alla situazione di carenze affettive e familiari.
(6) Il riferimento non è tanto alla sostituzione fisica quanto alla falsa attribuzione di generalità, status, qualifica e qualità personali (come ad esempio nel caso di soggetto che si finge medico).
(7) È circostanza attenuante ad effetto speciale ex art. 63 che ricorre quando, con riferimento ai mezzi, alle modalità, alle circostanze dell'azione, si ritiene che la libertà personale o sessuale della vittima sia stata compressa in maniera meno grave.

Uno dei primi passi è sicuramente quello di andare da un avvocato per capire quali possono essere le soluzioni legali a questi tragici eventi.

L’aspetto psicologico
La violenza sessuale ha indubbiamente delle ripercussioni a livello psicologico e gli effetti più diffusi sono generalmente: ansia, stress, paura, senso di colpa, vergogna, depressione, disturbo da stress post traumatico e tentativi di suicidio[1].

L’aspetto emotivo
Si parla di violenza sessuale, di tutte le definizioni e differenze con lo stupro, le molestie e l’abuso; di tutte le leggi e gli articoli di riferimento e le relative conseguenze penali; di tutte le teorie psicologiche sulle cause che spingono gli aggressori e le conseguenze sulle vittime. Il problema è che non si tratta di definizioni, teorie, probabilità o statistiche. Si tratta di persone, di bambine e di bambini, di donne e, suona strano, ma anche di uomini che hanno subito grandi torture. E anche se all’apparenza stanno bene ovviamente non è così; anche se ci sono persone che con la loro presenza e il loro affetto sostengono le vittime di queste violenze purtroppo non è abbastanza.  
Un percorso psicologico è fondamentale per scavare a fondo e cercare il modo di accettare, superare e continuare a vivere con serenità.
Un percorso legale è una strada da percorrere se si vuole provare a salvare future vittime.





[1] http://www.stateofmind.it/2017/02/effetti-dello-stupro-vittime/

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